la classifica del "sole 24 Ore"

Qualità della vita 2025: Trento riconquista la vetta, Roma scala 13 posizioni

Il "Sole 24 Ore" premia le città dell'arco alpino. La Capitale guida la risalita delle metropoli, mentre il divario Nord-Sud resta profondo

01 Dic 2025 - 08:48
 © Ente del Turismo

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Trento torna a brillare come città dove vivere meglio in Italia. Dopo un anno al secondo posto, la provincia trentina riconquista la vetta della classifica sulla Qualità della vita 2025 del "Sole 24 Ore", confermando l'eccellenza dell'arco alpino nel garantire benessere ai propri cittadini. Sul podio della 36esima edizione dell'indagine che ha analizzato 107 province italiane attraverso 90 indicatori statistici, salgono anche Bolzano e Udine, disegnando una mappa del benessere ancora una volta tutta settentrionale.

Il peso della percezione soggettiva

 La soddisfazione non è solo nei numeri. Secondo l'ultima rilevazione Istat sugli "Aspetti della vita quotidiana", nelle province autonome di Trento e Bolzano si registra il più elevato livello di gradimento per la propria esistenza, espresso dal 61,9% dei residenti. Una cifra che conferma come gli indicatori oggettivi si sposino perfettamente con la percezione individuale del benessere: dalle retribuzioni cresciute di 703 euro in media nazionale, alla sostenibilità ambientale, fino alla qualità dei servizi.

Per il Trentino si tratta di una conferma meritata: la regione aveva già conquistato due tappe intermedie quest'anno con l'Indice della sportività ed Ecosistema urbano. Il suo palmarès, dal 1990 a oggi conta due ori, tre argenti e nove bronzi, testimoniando una costanza nel tempo che poche altre realtà possono vantare.

Nord-Est protagonista, grandi città in rimonta

 La top ten della classifica generale resta un affare settentrionale, con piccole province come Bergamo (quinta dopo la vittoria del 2024), Treviso, Padova - che torna tra le eccellenze dopo 30 anni di assenza - e Parma. Ma la vera novità dell'edizione 2025 è il recupero delle grandi aree metropolitane.

Bologna si piazza al quarto posto, Milano all'ottavo, dimostrando come la competitività economica e l'attrattività culturale riescano a compensare le disuguaglianze interne tipiche dei grandi centri urbani. Complessivamente, le città metropolitane registrano un miglioramento diffuso: solo due su 14, Bari e Catania, perdono posizioni rispetto all'edizione precedente.

La rimonta di Roma

 A trainare la rimonta delle metropoli è proprio la Capitale, che con un balzo di 13 posizioni si colloca al 46esimo posto. Un risultato che premia gli sforzi sul fronte dei servizi e dell'occupazione, anche se restano aperti nodi strutturali come la mobilità e la tensione abitativa.

Seguono Genova, che sale di 11 gradini arrivando al 43esimo posto, Bologna (+5 rispetto al 2024) e Milano (+4). Torino avanza di una sola posizione, fermandosi al 57esimo posto. Nel Mezzogiorno, la prima area metropolitana è Cagliari, che guadagna cinque gradini e si piazza 39esima, seguita da Bari (67esima, ma in calo), Messina (91esima), Catania (96esima), Palermo (97esima), Napoli (104esima) e Reggio Calabria, ultima per il secondo anno consecutivo.

Un divario incolmabile

 Nonostante alcuni segnali positivi - come l'aumento delle retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti, salite a 21.032 euro, e la crescita degli impianti fotovoltaici - l'Italia della Qualità della vita resta spaccata in due. Per individuare la prima provincia meridionale nella classifica generale bisogna scendere fino al 39esimo posto di Cagliari. Le ultime 22 posizioni sono tutte occupate da territori del Sud, confermando un divario che in 36 edizioni dell'indagine non ha accennato a sanarsi.

Reggio Calabria, fanalino di coda, registra addirittura un peggioramento: se nel 2024 era oltre la centesima posizione in 16 indicatori su 90, nel 2025 è oltre la posizione 100 in 27 parametri. Un territorio con un tasso di famiglie povere (Isee sotto i settemila euro) che sfiora il 41%, un reddito medio pro capite di poco superiore ai 15mila euro e un'inflazione doppia rispetto alla media nazionale.

Le sfide più grandi

 L'Italia fotografata dall'indagine 2025 è un Paese che "ci prova", come sottolinea il "Sole 24 Ore", ma che non riesce ancora a sciogliere i grandi nodi strutturali. L'invecchiamento demografico pesa su economia e sistema sociale, con la natalità ferma e il rapporto tra anziani e giovani in continuo aumento. La giustizia rallenta, con la durata media dei procedimenti civili che sale di oltre otto giorni. L'immobilismo imprenditoriale è evidente, con la vitalità delle startup innovative in leggero calo.

Eppure qualche segnale di cambiamento c'è: l'impiego di energia da fonti rinnovabili aumenta, seppur di poco, e la densità degli impianti fotovoltaici fa un balzo in avanti. Piccoli passi verso un futuro più sostenibile, in un Paese che continua a cercare un equilibrio tra attrattività delle città e qualità diffusa del benessere.