Speciale L'elezione di Papa Leone XIV
IL RETROSCENA

Papa Leone XIV, decisivo il peso degli americani nel Conclave: il ruolo del "pope maker" Dolan

Per l'elezione di Prevost sono risultati cruciali i voti del "circolo anglofono" dei cardinali. Con al centro l'arcivescovo di New York, impegnato a ricucire le anime divise della Chiesa americana

09 Mag 2025 - 10:43
 © Tgcom24

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La candidatura di Robert Francis Prevost ha cominciato a emergere nel ricevimento "Commonwealth" dove si erano riuniti tutti i cardinali di area anglofona. Dagli inglesi al sudafricano Stephen Brislin, passando per le Isole Tonga, il Pakistan, l'India. La lingua inglese stavolta ha fatto la differenza per incontrarsi, parlarsi, studiarsi. Alle Congregazioni generali si sentiva sempre più spesso entrare i cardinali dicendo "Good morning, good morning", e non più solo "Buongiorno, buongiorno". Segno appunto del Conclave più internazionale di sempre. Ma naturalmente per l'elezione di Leone XIV è stato determinante Timothy Dolan, il cardinale arcivescovo di New York. Il prelato "pope maker" ha giocato un ruolo di primo piano, come era già stato al precedente Conclave quando perfezionò la candidatura di Jorge Mario Bergoglio, ma poi ne rimase deluso.

Il lavoro del cardinale Dolan per la Chiesa americana e il Vaticano

 Dolan ha lavorato per ricucire le anime divise della Chiesa americana. Gli anti-trumpiani come Mc Elroy, Wolton Gregory e i super conservatori alla Di Nardo e lo stesso Dolan hanno capito che era arrivato il momento di giocare come una squadra. Al pontificio collegio nordamericano si sono fatti i veri giochi. Dolan sicuro di sè twittava e dispensava i soliti sorrisi. Intanto contava i voti per Prevost, un profilo perfettamente spendibile: statunitense di nascita ma missionario in Perù, solido in dottrina, curiale come ex prefetto della Congregazione per i vescovi, fluente in italiano, inglese e spagnolo.

Perché il favorito Parolin non è stato eletto Papa

 Il cardinale Pietro Parolin, dato per favorito alla vigilia, è apparso dunque come lo "sconfitto". In suo sfavore ha giocato l'impegno per l'accordo sulla nomina dei vescovi con la Cina, ma anche le divisioni tra gli stessi bergogliani. Arrivati sparsi alla meta, non sono stati in grado di convogliare i loro voti su candidati come il francese Jean Marc Aveline o il maltese Mario Grech, anche lui anglofono. Fuori dai giochi anche Pierbattista Piazzaballa, francescano gradito a Comunione e Liberazione, patriarca di Gerusalemme dei Latini, troppo giovane e troppo "politico".

Decisivi i voti dei cardinali asiatici e africani

 Decisivi per l'elezione di Prevost sono stati i voti degli asiatici e degli africani, esattamente quelli che sono mancati a Parolin nonostante le voci di un ticket con un altro grande favorito delle prime ore, il cardinale filippino Tagle. I porporati africani e asiatici erano indecisi all'inizio delle Congregazioni e il loro voto alla fine in Conclave si è orientato con l'Occidente, o almeno con una certa idea di Occidente.

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