Il nuovo Papa dovrà nominare i nuovi vertici di tutti i principali centri di potere della Santa Sede, pareggiare i bilanci e dare la sua impronta alla complessa macchina politica vaticana
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Il papato è una realtà unica al mondo: al tempo stesso autorità spirituale universale per un miliardo e 400 milioni di cattolici e potere temporale sovrano su uno Stato indipendente, la Città del Vaticano. Il Pontefice regna come monarca assoluto, concentrando in sé i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma non governa da solo: si avvale della Curia Romana, l'apparato centrale che amministra la Chiesa e assicura il funzionamento del piccolo Stato. Erede diretta della tradizione apostolica, il papato è oggi riconosciuto come la monarchia più antica del mondo ancora in vita, con una continuità ininterrotta che affonda le radici nel I secolo dopo Cristo.
Il nuovo Papa Leone XIV si troverà da subito a dover nominare i nuovi vertici di tutti i principali centri di potere della Santa Sede, a pareggiare i bilanci per adesso in rosso per 70 milioni di euro e a dare la sua impronta alla complessa macchina politica che accompagna il potere spirituale.
Nel suo primo discorso pronunciato dalla Loggia delle Benedizioni subito dopo l'Habemus Papam, Papa Leone XIV ha indicato chiaramente la rotta del suo pontificato, invocando "una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, la carità, sempre di essere vicina specialmente a coloro che soffrono".
Parole che sembrano dare corpo all’idea, già in discussione tra i cardinali, di istituire un consiglio episcopale permanente che affianchi il Pontefice nelle decisioni strategiche, una sorta di "consiglio dei ministri" della Chiesa, rappresentativo della sua varietà mondiale. "Preghiamo per questa nuova missione per tutta la Chiesa e per la pace nel mondo – ha aggiunto il Papa – e chiediamo questa grazia speciale a Maria, nostra madre". Una dichiarazione d’intenti che suona come una risposta concreta alla domanda, condivisa da molte sensibilità ecclesiali, di una maggiore collegialità e partecipazione, nel solco della riforma sinodale avviata da Papa Francesco.
Nonostante l’impostazione monarchica, il sistema presenta anche elementi di collegialità e partecipazione. Il più significativo è il Conclave, l’assemblea dei 133 cardinali che sta lavorando per eleggere il Papa numero 267. È un momento di deliberazione collettiva che, pur con regole rigidissime e in latino, introduce un elemento di rappresentanza nella scelta del sovrano spirituale.
La Curia Romana è il cuore amministrativo e operativo del papato. Dopo la riforma voluta da Papa Francesco nel 2022 (Praedicate Evangelium), è stata riorganizzata per essere più funzionale alla missione evangelica, semplificando le strutture e creando grandi "ministeri" tematici detti dicasteri.
I dicasteri della Curia sono organi con competenze specifiche, assimilabili ai ministeri di uno Stato. Ecco quali sono:
La Segreteria di Stato, il centro del potere vaticano - L’organo più importante della Curia Romana, direttamente alle dipendenze del Papa è la Segreteria di Stato. Non è un dicastero, ma un’entità autonoma che coordina l’intera attività della Santa Sede. Si articola in due sezioni: quella per gli Affari Generali (assimilabile alla Presidenza del Consiglio), che sovrintende alla vita interna della Curia e alla comunicazione papale; e quella per i Rapporti con gli Stati (assimilabile al ministero degli Esteri), che cura la diplomazia vaticana, i concordati e i rapporti internazionali. È il centro nevralgico dell’azione politica e istituzionale del pontificato.
Oltre alla parte amministrativa, la Curia comprende tre tribunali principali:
Oltre alla dimensione ecclesiale, il Papa è capo di Stato della Città del Vaticano, uno dei più piccoli al mondo. La gestione civile è affidata al Governatorato (assimilabile al ministero dell’Interno e delle Infrastrutture), che cura sicurezza, servizi, logistica e anche la gestione dei Musei Vaticani.
Oltre ai dicasteri e ai tribunali, la Curia Romana comprende una serie di altri enti e istituzioni che svolgono funzioni strategiche, culturali, economiche e consultive. Tra questi figurano le Accademie Pontificie, come l’Accademia per la Vita e l’Accademia delle Scienze, che promuovono il dialogo tra fede, scienza ed etica. Ci sono poi uffici tecnici come l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice o l’Ufficio del Personale, e organi economici come il Consiglio per l’Economia, che vigila sull’attività amministrativa della Santa Sede, e l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), che gestisce beni immobili e investimenti.
Vi sono infine commissioni e consigli pontifici di natura consultiva o temporanea, come la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, incaricata di assistere il Papa nei casi di abuso.
Il Vaticano è molto più di un centro religioso. È anche una potenza diplomatica riconosciuta da oltre 180 Paesi, con ambasciatori, missioni e un'influenza morale fuori misura rispetto alla sua estensione fisica. In un mondo secolarizzato, il Papa continua a essere una figura centrale nel dibattito globale, capace di parlare a credenti e non credenti con la forza di una tradizione millenaria.
Tra le priorità del prossimo Pontefice ci sarà anche quella di risanare i conti della Santa Sede, che da anni affronta difficoltà economiche strutturali. Le ultime relazioni del Dicastero per l’Economia evidenziano bilanci in rosso, aggravati dalla pandemia, dalla contrazione delle donazioni (l’Obolo di San Pietro è in calo da oltre un decennio) e da investimenti controversi. Il patrimonio immobiliare, sebbene ampio, non è più sufficiente a garantire entrate sicure, mentre la spesa ordinaria – stipendi, mantenimento delle strutture e sostegno alle diocesi povere – resta elevata.