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Il riferimento di Prevost, membro dell'Ordine di Sant'Agostino, al grande padre della Chiesa rivela i pilastri del suo futuro pontificato: sinodalità, dedizione e comunione col popolo
di Maurizio Perriello© Ansa
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Ispirarsi al passato, anche medievale, per affrontare le sfide del futuro. Le prime parole del primo Papa statunitense e agostiniano della storia della Chiesa, Robert Prevost, hanno dettato in maniera chiara quale sarà il riferimento del nuovo pontificato. "Sono un figlio di Sant'Agostino", ha scandito con orgoglio e devozione Leone XIV a tutto il mondo. Citando anche una frase del grande filosofo e dottore della Chiesa: "Con voi sono cristiano e per voi sono vescovo". Ma cosa significa?
Prevost è membro dell'Ordine di Sant'Agostino, all'interno del quale ha svolto il suo noviziato nel 1977 ed emesso i voti solenni nel 1981. La spiritualità e gli insegnamenti di Sant'Agostino hanno quindi profondamente plasmato la sua vita religiosa e il suo ministero. Come hanno plasmato l'intera storia e la traiettoria della Chiesa cristiana.
Citando il passo dei Sermoni di Sant'Agostino, Papa Leone XIV ha voluto sottolineare in modo potente due aspetti fondamentali del suo ministero. Innanzitutto la solidarietà e la comunione con il popolo di Dio: "con voi sono cristiano" evoca infatti l'umiltà del vescovo che si riconosce parte della comunità dei credenti, condividendone il cammino di fede. Il secondo aspetto riguarda il servizio e la dedizione alla Chiesa: "per voi vescovo" indica la responsabilità e la missione del vescovo di porsi al servizio del popolo di Dio, guidandolo e prendendosi cura di esso. Riprendendo queste parole, il neo Pontefice ha voluto subito indicare uno stile di pontificato improntato alla sinodalità ("vogliamo essere una chiesa sinodale"), alla ricerca della pace e alla carità, in linea con il pensiero di Sant'Agostino che ha sempre posto l'amore di Dio e del prossimo al centro della vita cristiana.
A sedici secoli dalla sua morte, l'eco del pensiero di Sant'Agostino continua a influenzare l'intero mondo della cristianità. Filosofo, teologo e vescovo d'Ippona (oggi Annaba, in Algeria ndr), Agostino (354-430 d.C.) non fu solo una figura di spicco del suo tempo, ma ha plasmato in modo indelebile la dottrina, la spiritualità e la prassi della fede cristiana. Fu determinante nel dialogo tra mondo classico e un'Europa che si apprestava a unirsi nel nome della cristianità. La conversione di Aurelio Agostino, narrata con toccante sincerità nelle sue "Confessioni", rappresenta un paradigma del cammino interiore verso Dio. La sua acuta intelligenza, inizialmente attratta dalla cultura pagana e dalla retorica, trovò infine riposo nella verità del Vangelo. Questa ricerca appassionata della verità e la sua capacità di integrare la filosofia classica con la rivelazione cristiana lo hanno reso un teologo monumentale. Le sue riflessioni sulla Trinità, sul peccato originale, sulla grazia divina e sulla predestinazione hanno fornito le fondamenta per secoli di dibattito e di elaborazione dottrinale. In particolare, la sua enfasi sulla gratuità della salvezza e sull'azione preveniente di Dio nell'anima umana ha influenzato profondamente la spiritualità occidentale. In un'epoca di sconvolgimenti politici e sociali che avrebbero condotto alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Agostino offrì con la sua celeberrima opera intitolata "La Città di Dio" una visione teologica della storia. Distinguendo tra la "città terrena" e la "Città di Dio", propose una prospettiva che trascendeva le contingenze politiche, focalizzandosi sul regno eterno di Dio e sul pellegrinaggio della Chiesa nella storia.