LE NUOVE INDAGINI

Garlasco, non solo Sempio: martedì saranno interrogati anche Alberto Stasi e Marco Poggi

Il triplo interrogatorio simultaneo ha lo scopo di evitare fughe di notizie ed eventuali "aggiustamenti" della verità. Anni fa Sempio scrisse un articolo sulla morte di Chiara Poggi

18 Mag 2025 - 13:12

Proseguono le nuove indagini della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. Oltre ad Andrea Sempio, martedì saranno interrogati anche Alberto Stasi e, come testimone, Marco Poggi, fratello di Chiara, trovata morta nella sua abitazione il 13 agosto 2007. Già condannato nel 2015 a 16 anni per l'omicidio della ragazza, Stasi sarà interrogato come Sempio a Pavia. Marco Poggi verrà invece ascoltato a Venezia. Quest'ultima è ritenuta dagli inquirenti una testimonianza importante per ricostruire le abitudini del gruppo di amici di cui faceva parte lo stesso Sempio.

Nessun complice, ma persone presenti sulla scena del crimine

 Marco Poggi, già indagato e archiviato nel 2017 dall'accusa di omicidio, ha dichiarato di "non avere niente a che fare con questa storia". Secondo i giudici che hanno condannato Stasi nel 2016, non ci sono stati complici. La novità è però la presenza di altre persone sulla scena del crimine. Il triplo interrogatorio di martedì ha lo scopo di gettare nuova luce sul caso ed evitare eventuali fughe di notizie e "aggiustamenti" delle dichiarazioni. A tal proposito la Procura di Pavia si è mossa in anticipo anche rispetto agli esiti dell'incidente probatorio, che arriveranno a settembre inoltrato, e all'analisi dei dispositivi elettronici e dei documenti sequestrati durante le ultime perquisizioni.

Delitto di Garlasco, i protagonisti e la storia processuale

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© Withub

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Le nuove indagini sul delitto di Garlasco

 Due volte indagato, e due volte prosciolto, Andrea Sempio è finito sotto la lente d'ingrandimento della Procura di Pavia. Per la seconda volta in meno di una settimana, è tornato dai carabinieri per la restituzione di un telefono cellulare sequestrato mercoledì nel corso della perquisizione a cui è stato sottoposto. "Solo fumo negli occhi", ha commentato a caldo l'avvocato Lovati, che ha definito come tale anche la ricerca della possibile arma del delitto nel canale di Tromello, a una manciata di case dalla villetta di Garlasco. Gli attrezzi da lavoro - tra cui un martello a coda di rondine come quello scomparso da casa Poggi - trovati sul fondo della roggia che scorre accanto alla casa della nonna delle gemelle Cappa, cugine di Chiara Poggi alle quali nelle prossime settimane verrà prelevato il Dna, dovranno ora essere esaminati per stabilirne l'eventuale compatibilità con le ferite trovate sulla vittima. Accertamenti complessi, anche perché effettuati a 18 anni di distanza, proprio come l'analisi delle tracce genetiche nell'ambito dell'incidente probatorio disposto dalla gip Daniela Garlaschelli. Nulla viene lasciato al caso.

Verso l'interrogatorio di martedì

 L'indagato potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, come già fatto il 28 aprile dalla madre, Daniela Ferrari, convocata dai carabinieri come persona informata sui fatti. Oppure potrebbe decidere di volta in volta su ogni quesito. O ancora rilasciare solo dichiarazioni spontanee. "Ci stiamo preparando per l'eventuale strategia", si è limitato a ribadire l'avvocato Taccia, che potrebbe consigliare a Sempio di non parlare sino alla conclusione delle indagini, quando tutti gli atti saranno depositati e, quindi, consultabili. Per le accuse nei suoi confronti il 37enne ribadisce di essere "tranquillo", conclude il legale, ma "stanco". A diciotto anni di distanza dal delitto, e dopo avere visto accantonate per ben due volte le accuse nei suoi confronti, per lui la situazione ora è "comunque delicata".

Paola Cappa e i messaggi all'amico in cui smentisce la gemella

 In un'intervista a La Repubblica, l'ex manager dello spettacolo Francesco Chiesa Soprani ha spiegato il retroscena dei messaggi inviati da Paola Cappa a un amico e che hanno fatto rizzare le antenne agli investigatori ("Mi sa che abbiamo incastrato Stasi"). "Non è come è stato raccontato", ha osservato Chiesa Soprani. "Chi lo ha riportato deve avere letto il titolino indicativo che avevo dato io, nella fotografia memo, a una vocale: 'Incastrare Stasi'. Ed è venuta fuori sta cosa". Le "fotografie memo" rappresentano delle etichette con cui l'uomo aveva catalogato le conversazioni con Paola Cappa dopo la notizia del prelievo del Dna di Andrea Sempio. Secondo Chiesa Soprani, la donna "smentisce alcuni racconti della gemella Stefania", come già accaduto negli interrogatori all'epoca del delitto in merito al rapporto delle gemelle con la cugina Chiara Poggi. Nel  2007 Stefania Cappa parlò agli inquirenti come se avesse perso un'amica strettissima prima ancora che una parente: "Eravamo solite confidarci ogni minima cosa. Il rapporto che avevo con mia cugina era caratterizzato fino al maggio 2007 da incontri occasionali in coincidenza quasi sempre con le festività tradizionali. Abbiamo iniziato a sentirci telefonicamente con maggiore frequenza. La chiamavo quasi ogni settimana". La sorella di Stefania ha invece parlato di un rapporto più freddo con la cugina, ricordando quanto Chiara fosse introversa. Sempre nel 2007 disse ai carabinieri: "Ricordo che la si doveva coinvolgere anche nei giochi, perché era sempre taciturna e schiva. Sia io sia mia sorella Stefania abbiamo frequentato sempre di meno Chiara anche perché crescendo iniziavamo ad avere esigenze diverse".

Sempio scrisse un articolo sulla morte di Chiara

 Un articolo sul delitto di Garlasco come altri centinaia che sono stati scritti da quel 13 agosto 2007 in cui Chiara Poggi, 26 anni appena compiuti, venne trovata morta nella villetta di Garlasco in cui abitava con la famiglia. Nulla di strano, se non fosse per l'autore, Andrea Sempio, come riferito da lui stesso ai carabinieri. L'elaborato era stato scritto per un corso di giornalismo frequentano alla Fondazione Le Vele di Pavia. "Credo fosse il 2014-2015, Andrea era un ragazzo introverso, ma il migliore della sua classe", ha ricordato Maria Fiore, giornalista della Provincia Pavese e insegnante di giornalismo in quel corso. "Ho cercato nel mio computer, ma non l'ho trovato, potrebbe averlo scritto a mano. Certo è che del delitto avevamo parlato in classe: è una vicenda che, per via del mio mestiere, seguo fin dall'inizio". "A quanto ricorda Andrea Sempio, non c'è nulla di oscuro. Né nell'avere fatto quel tema, né nel suo contenuto", ha sottolineato l'avvocato difensore Angela Taccia. "Mi risulta che il quel corso, e anche in altri, sia stato proposto spesso".

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