Dubbi sulla polizia spagnola

Dj Godzi morto a Ibiza, la procura italiana sequestra la salma: ipotesi è omicidio preterintenzionale

La salma di Michele Noschese bloccata dalla Procura di Roma: ci sarebbero fratture alla gabbia toracica. La versione della famiglia contrasta con quella della Guardia Civil spagnola

01 Ago 2025 - 14:01
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La morte di Michele Noschese, noto come Dj Godzi, scuote due Paesi. Il dj napoletano di 35 anni è deceduto il 19 luglio a Ibiza in circostanze ancora da chiarire. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale, ipotizzando che il decesso possa essere legato al trattamento ricevuto da parte della polizia spagnola. Il corpo, appena rientrato in Italia, è stato sequestrato per accertamenti. Intanto la famiglia denuncia violenze e punta il dito contro la Guardia Civil. Il caso è destinato ad aprire un nuovo fronte diplomatico e giudiziario tra Italia e Spagna.

Gli atti dell'inchiesta

 La Procura di Roma, che ha giurisdizione sui cittadini italiani deceduti all'estero, ha avviato un'indagine per omicidio preterintenzionale. Il pm Francesco Basentini ha disposto il sequestro della salma di Michele Noschese, arrivata in Italia il 1° agosto. Al centro dell'inchiesta, ci sono i primi esami effettuati su richiesta della famiglia: gli specialisti hanno rilevato fratture a entrambe le clavicole e a sette costole. Lesioni che, secondo i periti, potrebbero essere compatibili con un trattamento fisico violento.

Tra Guardia Civil e la famiglia Noschese versioni differenti

 Secondo la versione ufficiale della polizia spagnola, l'intervento è avvenuto nella casa del dj a Santa Eulària, Ibiza, dopo che alcuni vicini avevano segnalato forti rumori e un'aggressione. Noschese, apparentemente in stato alterato, avrebbe minacciato un anziano con un coltello. I poliziotti lo avrebbero immobilizzato e, poco dopo, il dj avrebbe iniziato a convulsionare. Nonostante le manovre di rianimazione, il decesso è stato dichiarato poco dopo l'arrivo dei soccorsi. In un secondo momento, la Guardia Civil ha reso noti gli esiti dell’autopsia spagnola: arresto cardiocircolatorio causato da assunzione continuata di stupefacenti, senza segni evidenti di lesioni sul corpo.

La famiglia Noschese contesta con forza la ricostruzione spagnola. Il padre, Giuseppe Noschese, detto Pino, ex primario del Cardarelli, ha presentato denuncia per omicidio volontario sia in Spagna che in Italia. Secondo quanto appreso da un amico del figlio, Michele sarebbe stato "colpito dagli agenti durante il fermo" e sarebbe deceduto subito dopo. In un’intervista, Pino Noschese ha dichiarato: "Non entro nel merito di quello che è successo, ma in Italia se una persona è in forte stato di agitazione, è dispnoico, cioè ha una insufficienza respiratoria, si chiama un servizio di assistenza sanitaria e non si chiede invece l’intervento della polizia". La famiglia ritiene che la prima autopsia, eseguita in Spagna, sia stata poco trasparente. Le nuove analisi effettuate in Italia (TAC e risonanza magnetica) indicherebbero lesioni compatibili con un pestaggio.

Cosa succede adesso

 La Squadra Mobile di Napoli ha ascoltato Pino Noschese su incarico della Procura di Roma. Durante l’interrogatorio, il padre della vittima ha ribadito la propria richiesta di verità: “Non vogliamo vendetta, solo giustizia”. La salma è stata trasferita a Roma, dove si prevede un velorio prima della cremazione. La famiglia, inizialmente contraria a una seconda autopsia, potrebbe ora accettarla se richiesta dalla procura, in attesa del parere del proprio consulente tecnico. Gli inquirenti italiani, intanto, proseguono con l’analisi dei documenti e dei referti clinici, mentre il fascicolo resta aperto.

Cos'è l'omicidio preterintenzionale

 L'omicidio preterintenzionale è un reato previsto dall'articolo 584 del Codice Penale italiano. Si verifica quando un soggetto compie volontariamente un atto violento – come un'aggressione o un pestaggio – con l'intenzione di ferire, ma provoca invece la morte della vittima. La volontà dell'autore non era quella di uccidere, ma il decesso avviene come conseguenza delle sue azioni. Questo reato si differenzia dall'omicidio volontario, che presuppone l'intenzione di uccidere, e dall'omicidio colposo, dove manca qualsiasi intento lesivo. In ambito giudiziario, la qualificazione di un fatto come preterintenzionale comporta pene severe, anche se inferiori rispetto a quelle previste per l'omicidio volontario.

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