Al centro della contestazione il capo di imputazione formulato nei confronti di Andrea Sempio (concorso in omicidio) "quando la Cassazione ha affermato che c'è stato un solo assassino", ha spiegato il suo legale
L'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, indagato a Brescia per presunte irregolarità nella gestione dell'inchiesta sul delitto di Garlasco, starebbe valutando la possibilità di presentare una denuncia contro i pm pavesi. Lo ha annunciato il suo difensore, l'avvocato Domenico Aiello, durante una conferenza stampa a Milano. Al centro della contestazione il capo di imputazione formulato nei confronti di Andrea Sempio, amico di Chiara Poggi, la vittima del delitto avvenuto nell'agosto del 2007.
Secondo quanto riferito dal suo avvocato, Mario Venditti ritiene che l'imputazione a carico di Sempio, formulata dai magistrati di Pavia, contenga elementi "falsi" rispetto alle conclusioni della magistratura di legittimità. "Non c'è dubbio che sia una rappresentazione falsa iscrivere qualcuno in concorso con un altro, quando c'è una Cassazione che dice che c'è stato un solo assassino e una sola presenza sulla scena del crimine", ha dichiarato Aiello. Venditti, che ha guidato per anni la procura di Pavia, è attualmente indagato dalla procura di Brescia, competente per le inchieste che riguardano magistrati lombardi. Secondo il suo legale, l'ex procuratore starebbe valutando un'azione giudiziaria per falso ideologico.
Il delitto di Garlasco risale al 13 agosto 2007, quando la giovane Chiara Poggi fu trovata senza vita nella sua abitazione. Dopo anni di indagini e processi, la Corte di Cassazione ha definitivamente condannato Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, stabilendo che sulla scena del crimine fosse presente una sola persona. Nel corso di successive indagini, Andrea Sempio, amico di Chiara, era stato iscritto nel registro degli indagati come possibile coautore, ma la sua posizione era stata successivamente archiviata. Nel marzo 2025, la Procura della Repubblica di Pavia ha nuovamente iscritto Andrea Sempio nel registro degli indagati con l’ipotesi di concorso in omicidio nei confronti di Chiara Poggi.
Durante l'incontro con la stampa, l'avvocato Domenico Aiello ha sottolineato che la decisione di valutare una denuncia nasce dal rispetto per il principio di coerenza con le sentenze definitive. "Quando una Cassazione afferma che vi è stato un solo assassino, non si può, in un successivo atto giudiziario, ipotizzare un concorso di persone. È un errore tecnico e giuridico che non può restare senza conseguenze", ha dichiarato. Aiello ha ricordato che la sentenza della Cassazione che condannò Alberto Stasi "parla chiaramente di un solo autore dell'omicidio" e che "se si vuole cercare un concorrente nel reato, bisogna prima revocare il giudicato". L'avvocato ha aggiunto che nell'imputazione dei pm pavesi Sempio è accusato di omicidio in concorso con 'altri soggetti' o con lo stesso Stasi, già condannato in via definitiva.
Dopo la decisione del Riesame di Brescia, che ha annullato il decreto di perquisizione e sequestro nei confronti di Venditti per il filone del cosiddetto "sistema Pavia", Aiello ha ribadito che "Venditti è l'obiettivo mediato" dei due procedimenti bresciani, poiché "lo scopo finale sarebbe dimostrare l'innocenza di Stasi e individuare un nuovo colpevole, Andrea Sempio". Per il legale, si tratterebbe di "un'indagine condotta in violazione delle procedure", poiché "prima di ipotizzare un nuovo concorrente nel reato occorrerebbe presentare un'istanza di revisione del giudicato Stasi". "Ci si aspetta – ha aggiunto – che qualcuno vigili su questa violazione: il potere di vigilare spetta al ministro della Giustizia e ai procuratori generali competenti".
L'inchiesta a carico dell'ex procuratore Venditti è seguita dalla Procura di Brescia, competente per i magistrati di Pavia. L'indagine riguarda presunti comportamenti irregolari legati a vecchi fascicoli, tra cui quello sul caso Garlasco. In una nota diffusa in giornata, l'ex procuratore ha attaccato duramente i pm bresciani, sostenendo che "pur di perseguire l'obiettivo di sottopormi a una perquisizione infamante e a un sequestro punitivo, la Procura di Brescia non ha esitato a falsificare le carte", riferendosi al decreto dell'8 ottobre 2025. Venditti afferma che gli inquirenti avrebbero "sostenuto falsamente che avrei acquistato autovetture a titolo gratuito o a prezzi inferiori al mercato", in contrasto con le relazioni della Guardia di Finanza.
L'ex procuratore ha espresso "rabbia e sconforto" per quanto accaduto, aggiungendo che l'annullamento disposto dal Tribunale del Riesame conferma "l'illegittimità e l'arbitrarietà dei provvedimenti" nei suoi confronti. "Mi auguro che chi ha il potere di vigilare sul corretto esercizio della funzione requirente giunga al più presto alle dovute determinazioni, arrestando questo linciaggio di piazza", ha concluso Venditti, ringraziando il suo legale Aiello.