Speciale Il delitto di Garlasco
Luci e ombre

Mario Venditti: dalla toga al casinò, il profilo dell’ex magistrato ora indagato

Dall'inchiesta Garlasco alla guida del Casinò di Campione, la carriera di un magistrato oggi finito al centro di un’indagine per corruzione

26 Set 2025 - 12:34
 © Ansa

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Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia e figura centrale in delicate inchieste giudiziarie, è indagato per corruzione dalla Procura di Brescia. L'accusa è di aver ricevuto denaro per orientare l'esito di un procedimento legato al caso Garlasco, il delitto che nel 2007 costò la vita a Chiara Poggi. Oggi, a 72 anni, Venditti ricopre l'incarico di presidente del Casinò di Campione d'Italia, ruolo assunto poco dopo la pensione. La sua parabola, dalla toga alla guida di una delle case da gioco più note del Paese, offre un ritratto controverso di un uomo che ha attraversato alcune delle vicende giudiziarie più seguite degli ultimi anni.

La carriera in magistratura

 Nato a Benevento nel 1953, Venditti ha costruito la sua carriera tra sedi cruciali della giustizia italiana. Dopo gli esordi, ha lavorato presso la Direzione distrettuale antimafia, con incarichi a Milano e Reggio Calabria. Nel 2010 ha assunto la funzione di procuratore aggiunto a Pavia, ruolo che lo ha posto al centro di indagini ad alto impatto mediatico. Tra queste, oltre al caso Garlasco, si ricordano il sequestro del piccolo Eitan e inchieste locali su appalti e pubbliche amministrazioni. Nel luglio 2023 è andato in pensione, lasciando la magistratura dopo oltre quarant'anni di servizio.

Le archiviazioni sul caso Garlasco

 Il nome di Venditti resta indissolubilmente legato all'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nell'agosto 2007. In due diverse occasioni, nel 2017 e nel 2020, chiese e ottenne l'archiviazione della posizione di Andrea Sempio, vicino di casa della vittima indicato da alcuni come possibile autore alternativo del delitto. In un'intervista televisiva, lo stesso Venditti sottolineò la rapidità con cui decise di archiviare il fascicolo, affermando di aver impiegato "ventuno secondi" per maturare la convinzione. Dichiarazioni che all'epoca suscitarono polemiche e che oggi tornano d'attualità alla luce dell'inchiesta in corso.

L'inchiesta per corruzione

 Secondo i magistrati bresciani, Venditti avrebbe ricevuto somme di denaro per favorire l'archiviazione delle indagini a carico di Sempio. Le perquisizioni hanno riguardato le abitazioni dell'ex procuratore a Pavia, Genova e Campione, oltre a quelle dei familiari del sospettato e di due ex carabinieri. Gli inquirenti fanno riferimento a un appunto rinvenuto in casa di Sempio, con la scritta "Venditti / gip archivia X 20-30 euro", interpretato come indizio di un pagamento illecito. A sostegno delle accuse vi sarebbero anche movimentazioni bancarie per oltre 40mila euro e intercettazioni ambientali che alluderebbero a contatti corruttivi.

Le chat sull'omicidio di Voghera e le polemiche su Venditti

 Un altro episodio che ha sollevato polemiche riguarda il procedimento per l'omicidio avvenuto a Voghera nel luglio 2021, quando l'allora assessore leghista Massimo Adriatici sparò e uccise il cittadino marocchino Youns El Boussetaoui durante una lite in piazza. Nel corso del processo, infatti, sono emerse chat tra l'imputato e alcuni magistrati, fra cui anche Mario Venditti, che all'epoca ricopriva ancora l'incarico di procuratore aggiunto. Secondo quanto riportato, i messaggi sarebbero stati di tono confidenziale e non avrebbero avuto rilevanza diretta sul procedimento, ma il solo fatto che un magistrato intrattenesse contatti personali con l'imputato di un caso tanto delicato suscitò forti critiche nell'opinione pubblica e nel mondo politico. Le opposizioni parlarono di "opportunità compromessa" e chiesero chiarimenti sulla condotta del magistrato. Venditti, da parte sua, rivendicò la correttezza del suo operato e respinse ogni accusa di condizionamento.

La difesa e il ruolo attuale

 Venditti, tramite il suo legale, respinge ogni addebito e ribadisce di aver sempre agito nel pieno rispetto della legge. Secondo la difesa, le decisioni adottate nel procedimento Garlasco si basavano esclusivamente su valutazioni giuridiche e sulla ritenuta inutilizzabilità di alcune prove scientifiche. Dopo il pensionamento, l'ex procuratore è stato nominato presidente del Consiglio di amministrazione del Casinò di Campione d'Italia, incarico che ricopre tuttora. Sulle condizioni economiche della carica non sono disponibili dati ufficiali, ma in casi analoghi incarichi di vertice sono stati ricoperti a titolo gratuito, salvo rimborsi spese.

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