Il magistrato in pensione, che nel 2017 archiviò l'indagine su Sempio, è accusato di corruzione in atti giudiziari
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"Ho la vita rovinata, non ho mai preso un euro a parte quelli del mio stipendio". Lo ha detto Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia, nelle dichiarazioni spontanee rese durante l'udienza al Tribunale del Riesame a Brescia. I legali del magistrato in pensione hanno chiesto il dissequestro dei dispositivi informatici che erano stati sequestrati lo scorso 26 settembre su ordine della Procura. Venditti, che nel 2017 archiviò l'indagine su Andrea Sempio, è accusato di corruzione in atti giudiziari nell'inchiesta bis sul delitto di Garlasco.
Venditti ha lasciato il palazzo di giustizia da un'uscita sul retro senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti presenti. Il tribunale del Riesame si è riservato di decidere e avrà 10 giorni di tempo per farlo.
"Ci vuole senso di responsabilità prima di rovinare la vita delle persone", ha dichiarato l'avvocato Aiello, parlando dell'eco mediatica ricevuta dalle iniziative della Procura di Brescia di perquisire e sequestrare pc, smartphone e tablet a Venditti, con l'accusa di aver archiviato l'inchiesta sul delitto di Garlasco nel 2017 in cambio di denaro. Per il legale "non c'è alcuna prova" che Andrea Sempio o i suoi genitori, Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari, peraltro non iscritti sul registro degli indagati, lo abbiano corrotto. In un caso del genere "almeno il corruttore lo devi trovare" come "anche ora e luogo" in cui sarebbe avvenuta la corruzione, si è rivolto il difensore a distanza alla pm di Brescia, Claudia Moregola e al procuratore Francesco Prete, secondo i quali invece ci sarebbero stati sufficienti indizi per perquisire Venditti, non trattandosi di una richiesta di misura cautelare.
La Procura durante l'udienza non ha depositato nuovi atti mentre la difesa di Venditti ha portato all'attenzione dei giudici del riesame una "voluminosa memoria". In attesa della decisione dei giudici, l'avvocato Aiello è pronto a depositare anche un secondo ricorso al Riesame contro il sequestro dei dispositivi, avvenuto il 9 ottobre, nell'altra inchiesta "Clean 2", nata a Pavia e trasmessa a Brescia per competenza, che vede Venditti indagato per corruzione e peculato per i rapporti con i fratelli D'Arena e le società Esitel e CR Service che fornivano alla Procura di Pavia servizi di intercettazione e automobili per le attività investigative. Secondo la Procura di Brescia l'ex aggiunto, e il pm di Milano Pietro Paolo Mazza (a sua volta indagato e perquisito la scorsa settimana) sarebbero stati al centro di una "anomala gestione dei noleggi" delle auto così come sarebbero avvenute "anomalie" fra i carabinieri alle loro dipendenze in servizio presso la sala CIT (centro intercettazioni) della Procura.