Speciale Il delitto di Garlasco
sentenze e indagini da rifare?

Garlasco, a 18 anni dal delitto i nodi sono gli stessi raccontati dai primi articoli: secondo sospettato (forse donna) e un martello

Le indagini attualmente in corso riportano a quanto evidenziato dagli articoli pubblicati dal quotidiano locale "La Provincia Pavese" dal 15 al 17 agosto 2007, nei tre giorni immediatamente successivi all'uccisione di Chiara Poggi

23 Mag 2025 - 15:38

Il delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007 ai danni di Chiara Poggi, ha un unico colpevole riconosciuto il 12 dicembre 2015 dalla Corte di Cassazione: è Alberto Stasi, fidanzato della vittima, condannato a 16 anni di carcere. Eppure, quando nel marzo 2025 è riesploso il caso, con la notizia della riapertura delle indagini a carico di Andrea Sempio, sono tante le ipotesi che hanno fatto riemergere dubbi e incertezze che già avevano riempito i giornali nei giorni immediatamente successivi all'omicidio.

"Sono due le persone sospettate per l’omicidio di Chiara Poggi e la vittima conosceva bene entrambe". Iniziava così l'articolo de La Provincia Pavese del 17 agosto 2007. A oggi, 18 anni dopo, i sospettati principali continuano a essere due: il condannato Alberto Stasi e l'amico del fratello di Chiara Poggi, Andrea Sempio. E proprio recentemente un'impronta, compatibile con quella del palmo di Sempio, sarebbe stata rilevata sul muro delle scale che conducono alla taverna della villetta di via Pascoli a Garlasco, proprio nei pressi del luogo in cui fu ritrovato il corpo senza vita di Chiara.

Ma non solo: la riapertura del caso ha riacceso i riflettori anche su altre due figure controverse, coinvolte ai tempi della prima indagine: le cugine della vittima, le gemelle Stefania e Paola Cappa, oggi comunque non indagate. Oggi come allora, si considera l'ipotesi che il responsabile dell'omicidio possa essere qualcuno di diverso da Stasi, persino una donna.

Il 15 agosto 2007 - due giorni dopo il delitto - La Provincia Pavese scriveva una frase molto diversa dalla realtà poi cristallizzata dalla sentenza di condanna di Alberto Stasi: "Chiara Poggi, lunedì mattina verso le 9, ha aperto la porta in pigiama a una persona che sicuramente conosceva, l'ha fatta entrare e poi le ha dato le spalle. A quel punto l'assassino l'ha colpita alla nuca non dandole la possibilità di difendersi, un fatto questo che rende credibile anche l'ipotesi che l'omicida sia una donna perché non ha avuto bisogno di dimostrarsi più forte di lei". 

E ancora: "L’impronta della scarpa da donna trovata all’interno della villa è stato forse l’elemento che potrebbe segnare una svolta... Sembra che il cerchio si stia stringendo intorno all’assassino. E i sospetti su una donna sono più che fondati", continuava La Provincia Pavese. 

Ipotesi avvalorata anche da un altro elemento: una bici nera da donna è stata vista da un testimone davanti alla villetta dove è avvenuto il delitto. La bicicletta compariva anche nel già citato articolo del 17 agosto: "Una parte ancora irrisolta del giallo riguarda la misteriosa bicicletta nera da donna, che una vicina ha visto appoggiata al muro della villetta del delitto, alle 9:10 di lunedì mattina. Un'ora dopo non c'era più. Una bicicletta scomparsa nel nulla".

Sull'arma del delitto - ancora mai ritrovata - sembrava essere arrivata una svolta a metà di maggio 2025, quando sono stati rinvenuti alcuni pezzi di ferro nel canale di Tromello, inizialmente confusi con un martello. Del resto, che l'arma potesse essere un martello si pensava già sulle pagine de La Provincia Pavese del 17 agosto: "Per quanto riguarda l’arma del delitto, è ancora difficile avanzare un'ipotesi. Si parla di un martello oppure di un altro oggetto di ferro o di acciaio".

Tutti elementi che ritornano a distanza di 18 anni dall'inizio delle indagini e che fanno risuonare come tristemente attuali e irrisolti i dubbi della primissima ora.

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