Speciale Il delitto di Garlasco
nuovi sviluppi

Delitto di Garlasco, gli sms della madre di Andrea Sempio fanno vacillare l'alibi del figlio | Sul muro vicino al corpo sei impronte ancora ignote

Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, sostenuta dall'analisi delle cellule agganciate dal telefono della donna, è che sia stata lei a parcheggiare a Vigevano il giorno della morte di Chiara Poggi e non il figlio che, sulla ricevuta del parcheggio, aveva costruito parte del suo alibi

22 Mag 2025 - 21:50

L'intensa attività telefonica tra il 12 e il 13 agosto (giorno dell'uccisione di Chiara Poggi) di Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio, entra nell'inchiesta sul delitto di Garlasco. Gli investigatori si starebbero infatti concentrando sulla fitta serie di messaggi scambiati tra Ferrari e un amico, Antonio, ex vigile del fuoco di stanza a Vigevano. Intanto gli investigatori hanno segnalato altre sei tracce "palmari" sulle due pareti del muro della scala, dove in fondo è stato trovato il corpo di Chiara Poggi. A differenza dell'ormai nota impronta 33 attribuita ad Andrea Sempio, le altre sei non erano finora mai state identificate.

La fitta rete di messaggi della madre di Andrea Sempio

 Secondo quanto riportato da "Il Messaggero", la sera del 12 agosto, il cellulare di Daniela Ferrari registra numerosi scambi di messaggi tra le 21 e le 22. La mattina seguente, il 13 agosto, alle 8:47, due ulteriori Sms vengono inviati all'ex pompiere. Poco dopo, alle 9:09, mentre la Ferrari si reca a fare la spesa a Gambolò, in zona Molino, il suo telefono aggancia la cella e un terzo messaggio parte in direzione di Vigevano. Da quel momento, l'attività del suo cellulare si interrompe. L'ipotesi al vaglio degli investigatori è che possa essere stata la donna a parcheggiare in Piazza Ducale e che quindi sia suo lo scontrino del parcheggio con un timbro delle 10:18 usato all'epoca delle prime indagini come conferma dell'alibi del figlio.

Lo scontrino, secondo la versione fornita agli inquirenti dalla famiglia Sempio, fu ritrovato dal padre di Andrea "mentre ripuliva la macchina", giorni dopo il delitto e conservato dalla madre oltre un anno per poi essere consegnato ai carabinieri solo nel 2008.

Il malore della madre durante l'interrogatorio di aprile

 Convocata lo scorso 28 aprile, Daniela Ferrari si è avvalsa della facoltà di non rispondere, e quando i carabinieri hanno provato a insistere, facendo il nome di Antonio, la donna ha accusato un malore. L'ex vigile del fuoco, sentito in precedenza, ha affermato di non ricordare i contenuti dei messaggi.

Le analisi sul cellulare di Andrea Sempio

 Stando a quanto emerso, Andrea Sempio, la mattina del 13 agosto, risulta aver avuto contatti telefonici con gli amici Mattia Capra e Roberto Freddi tra le 9:58 e le 12:18. Secondo una relazione depositata dalla difesa Stasi, l'utenza di Sempio "non risulta agganciata a Vigevano", ma piuttosto "attiva la cella di Garlasco via S. Lucia: egli si trovava dunque in località Garlasco". Un elemento, che se confermato, farebbe vacillare ulteriormente l'alibi di Sempio e renderebbe sempre più verosimile che fosse la madre a trovarsi a Vigevano, lasciando il figlio Andrea senza un alibi.

Di chi sono le altre sei impronte sul muro

 Pur non avendo identificato a chi appartengono le sei "nuove" impronte, gli inquirenti hanno concluso che non sono di Andrea Sempio né di Alberto Stasi, né dei familiari Poggi né di Stefania Cappa e né degli amici del fratello della vittima Marco Poggi, Alessandro Biasibetti, Roberto Freddi e Mattia Capra. È quanto emerge dalla consulenza, redatta da Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, rispettivamente esperto del Ris dei carabinieri e dattiloscopista forense. I due consulenti non hanno potuto neanche attribuire un nome alle tracce "digitali" trovate sulla superficie esterna e interna del portone di ingresso della villetta, cinque in tutto e ancora da identificare. Anche queste ritenute "comparabili", ma non utili per una identificazione e che hanno portato a escludere, comunque, "match" con Sempio, Stasi e tutti gli altri nomi considerati, da Stefania Cappa agli amici di Marco Poggi.

L'impronta numero 10 repertata sul lato interno del portone

 Tra le impronte figura anche quella su cui si concentra dal 2020 l'attenzione degli investigatori, cioè la numero 10 repertata sulla "superficie interna del portone di ingresso sull'anta mobile". La traccia di una presunta "mano sporca", su cui all'epoca non venne fatta "alcuna indagine biologica" per accertare se ci fosse sangue. Accertamenti genetici su questa, però, saranno effettuati nell'ambito del maxi incidente probatorio, attraverso i "paradesivi" delle tracce dattiloscopiche recuperati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri