Le analisi: "Nessuna traccia maschile". Il muratore che il 14 maggio ha consegnato ai carabinieri lo zaino trovato durante la pulizia di un canale: "Porterò le prove ai pm"
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E' il sangue di Chiara Poggi quello prelevato su un frammento del tappetino nel bagno della villa di Garlasco e su un paio di punti sulle scale in fondo alle quali la 26enne, il 13 agosto 2007, venne trovata senza vita. Escludono tracce maschili e confermano i risultati di 18 anni fa le analisi effettuate dai consulenti di parte sulle ultime tracce campionate nell'incidente probatorio disposto nella nuova indagine dei pm di Pavia sul delitto. Ed è solo suo il profilo genetico individuato sui tre tamponi autoptici prelevati sul suo corpo, mentre dal segmento pilifero trovato nei rifiuti non è stato possibile ricavare alcunché. Intanto arrivano novità dalla testimonianza del muratore che trovò lo zaino nel canale di Tramello, nel 2018.
Secondo la testimonianza riportata dal settimanale "Gente", il muratore nordafricano all'interno dello zaino consegnato ai carabinieri il 14 maggio avrebbe rinvenuto anche un paio di scarpe con la suola a pallini, oltre a strumenti di lavoro compatibili con l'arma del delitto. L'uomo ha affermato al settimanale che presto consegnerà "le prove" alla magistratura. Le calzature infatti non le ha tenute ("Non mi sarebbero andate bene: io ho il 42, quelle erano un 43, 44") ma avrebbe diverse "prove" da presentare in procura. La suola "a pallini" riporta alla mente l'impronta nel sangue di Chiara Poggi, da sempre attribuita ad Alberto Stasi, 42 è la misura delle scarpe che indossa, ma che varie perizie hanno messo ormai in dubbio, scrive "Gente". La taglia che calza Andrea Sempio sarebbe invece la 44 e, secondo la difesa di Stasi, combacerebbe proprio con l'impronta a pallini lasciata nel sangue di Chiara Poggi.
Il muratore trovò lo zaino nella roggia di Tromello nel 2018 e l'ha tenuto fino al sopralluogo del 14 maggio dei militari, in seguito al racconto del teste Gianni Bruscagin secondo cui il giorno dell'omicidio Stefania Cappa si infilò nel cortile della casa della nonna con un pesante borsone. "Durante la pulizia del canale, ho trovato molta spazzatura. E anche uno zaino militare aperto, ormai consumato e alcuni attrezzi da lavoro", ha raccontato al settimanale, "un attizzatoio, un’ascia e la testa di un martello, mentre il manico si era ormai staccato. Li ho messi da parte nel mio deposito in caso mi tornassero utili". Oltre agli attrezzi anche le scarpe numero 44, di cui però si liberò, poiché non erano la sua taglia.