Le analisi effettuate hanno stabilito "la non attribuibilità della stessa" all'indagato. Pertanto, gli avvocati dei familiari di Chiara hanno chiesto ai pm di "sollecitare" un incidente probatorio sulla traccia palmare (che la Procura ha invece attribuito al 37enne) ma l'istanza è stata "rigettata"
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La famiglia Poggi ha fatto svolgere a propri consulenti un approfondimento sulla famosa traccia palmare 33, che la Procura di Pavia ha attribuito ad Andrea Sempio, unico indagato della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. Le analisi hanno stabilito "l'estraneità dell'impronta alla dinamica omicidiaria e la non attribuibilità della stessa ad Andrea Sempio". Da qui i legali dei familiari, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno chiesto ai pm di "sollecitare" un incidente probatorio su questa impronta. Istanza che, però, è stata "rigettata" dai pm. Lo si legge in una nota degli avvocati della famiglia di Chiara. Anche per i consulenti della difesa di Andrea Sempio l'ormai nota impronta 33 "non è attribuibile" al loro assistito.
"Alla luce del comunicato stampa diffuso dalla Procura di Pavia il 21 maggio scorso - hanno scritto gli avvocati Tizzoni e Compagna - in merito all'attribuzione ad Andrea Sempio dell'impronta palmare n. 33 posta all'altezza del terzo gradino della scala 'ove è stato rinvenuto il cadavere di Chiara Poggi' e della precedente propalazione della notizia mediante immagini quantomai suggestive, la famiglia Poggi ha provveduto a richiedere ai propri consulenti un apposito approfondimento tecnico, previa acquisizione della consulenza dattiloscopica del Pubblico Ministero". Poiché, hanno spiegato i legali, "le conclusioni formulate depongono per la sicura estraneità dell'impronta alla dinamica omicidiaria, oltre che per la non attribuibilità della stessa ad Andrea Sempio, abbiamo pertanto ritenuto di sollecitare, quali legali delle persone offese, un definitivo accertamento sul punto, da compiersi con incidente probatorio, ponendo immediatamente a disposizione della Procura il contributo tecnico-scientifico fornito dai nostri consulenti".
Con "l'occasione - si legge ancora - a fronte delle sorprendenti ipotesi che erano state avanzate su alcuni media in merito alla possibile presenza di sangue sull'impronta in questione (come tale già esclusa dall'apposito test effettuato dal Ris di Parma), ci era parso opportuno evidenziare l'esigenza di fare definitiva chiarezza anche su questo aspetto, valutando in contraddittorio l'asserita esperibilità, ad avviso di uno dei consulenti di Alberto Stasi, di ulteriori accertamenti". Tale istanza, però, "volta esclusivamente a garantire un imparziale accertamento dei fatti nell'interesse di tutti i soggetti coinvolti nell'attuale vicenda processuale, è stata tuttavia rigettata dal Pubblico Ministero, il quale ha ritenuto di dover sottoporre i dati tecnici in esame a una sua diretta ed esclusiva valutazione, da compiersi all'esito delle indagini in occasione dell'eventuale esercizio dell'azione penale nei confronti dell'attuale indagato".
"Prendiamo doverosamente atto di tale determinazione - hanno scritto in conclusione i legali della famiglia Poggi - ma ci saremmo sinceramente augurati che un dato probatorio rappresentato ai media come decisivo per l'accertamento dei fatti potesse essere subito chiarito proprio nell'ambito dell'attuale incidente probatorio, per il quale è stata fissata udienza al 24 ottobre 2025".
L'impronta, secondo i legali, presenta, infatti, solo "5 minuzie" e non la "corrispondenza di 15" con l'impronta di Sempio, come sostengono, invece, i consulenti dei pm di Pavia. La relazione della difesa Sempio, coi legali Massimo Lovati e Angela Taccia, è stata depositata nel procedimento.