Speciale Il delitto di Garlasco
"Danni incalcolabili"

Garlasco, la difesa di Sempio: "La gogna mediatica continua, il mio assistito ha già perso la casa e ora rischia di perdere il lavoro"

L'avvocato Massimo Lovati afferma: "A oggi ancora non sappiamo quali indizi concreti ci sono a suo carico. Questa inchiesta è inconsistente. Una indagine come questa può distruggere una persona"

29 Giu 2025 - 12:27
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"Questa inchiesta è inconsistente ma la gogna mediatica continua: Andrea Sempio ha già perso la casa, ora rischia di perdere anche il lavoro". È quanto afferma Massimo Lovati, il legale che insieme alla collega Angela Taccia difende il commesso, unico indagato della nuova inchiesta aperta dalla Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. In un'intervista a La Provincia Pavese, l'avvocato parla di "danni incalcolabili" per il 37enne, "e non mi riferisco certo a quelli economici per pagare avvocati e consulenti, che pure ci sono. Mi riferisco al rischio che gli resti attaccata addosso comunque l'etichetta del sospettato, di quello che ha qualcosa da nascondere, anche se l'indagine dovesse finire archiviata. Secondo Lovati, "la Procura poteva continuare a indagare a carico di ignoti, visto che a oggi ancora non sappiamo quali indizi concreti ci sono a carico del mio assistito".

"Un'indagine come questa può distruggere una persona"

 Il legale risponde anche alle parole di Mattia Capra, un amico di Sempio, secondo il quale non bisogna aver paura delle indagini se si è innocenti. "Si faccia indagare Capra e poi non parliamo. La pressione in un caso come questo è insopportabile". Poi aggiunge: "Ad Andrea il proprietario di casa a Voghera ha detto che non era più opportuno rinnovargli il contratto, perché c'erano troppi giornalisti appostati. Anche al lavoro non è un bel periodo. La gente è cattiva, sospettosa. Un'indagine come questa può distruggere una persona".

Lovati poi torna sulla questione del Dna trovato sotto le unghie di Chiara. "Per dire che è davvero di Sempio bisogna fare delle comparazioni e possono essere fatte sue due termini, uno di partenza e uno di arrivo. Qui quello di partenza è già un dato controverso, perché quella traccia non esiste più, c'è solo una perizia che dice che non era interpretabile. Davvero vogliamo partire da questo? E poi il confronto come è stato fatto? Con il Dna che è stato rubato a Sempio? Non scherziamo".

Il legale sostiene che "il capo di imputazione in cui viene contestato a Sempio il concorso con altri o con Stasi è un escamotage che non può stare in piedi. Se andiamo a giudizio con questo capo di imputazione l’accusa è nulla". E conclude: "Il punto è che (gli inquirenti, ndr) stanno cercando i concorrenti quando non hanno in mano niente contro Sempio".

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