Delitto di Garlasco, i dubbi su Andrea Sempio
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Il legale Fabrizio Gallo ha spiegato che, mentre in precedenza il suo assistito definiva l’intero caso "una fandonia", ora parla di possibile rinvio a giudizio. Ecco perché
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"Se continua a usare quello scontrino, va contro un muro: lo scontrino è falso". Così Fabrizio Gallo, legale di Massimo Lovati, ex avvocato di Andrea Sempio, ripreso da Open, mette in dubbio l'alibi dell'indagato del caso di Garlasco. "Secondo Lovati, - aggiunge Gallo - se una persona è innocente non ha bisogno di correre per trovare un alibi. Per lui, lo scontrino del parcheggio di Vigevano rappresenta solo un indizio: se non si trova il riscontro esterno, come ad esempio una telecamera per fornire la prova della sua presenza, è carta straccia".
La posizione critica di Lovati arriva dopo la revoca del mandato da parte di Sempio, decisione che ha cambiato il rapporto tra difensore e cliente. Gallo ha spiegato che, mentre in precedenza Lovati definiva l’intero caso "una fandonia", ora parla già di possibile rinvio a giudizio, segnalando un cambiamento di atteggiamento dovuto, a suo avviso, al fatto di sentirsi "liquidato" dopo nove anni di collaborazione.
Nella nuova inchiesta su Garlasco, partita 18 anni dopo il delitto di Chiara Poggi e che vede indagato Andrea Sempio, un dubbio riguarda proprio il suo alibi, che secondo le indagini di carabinieri del Nucleo investigativo di Milano ha cominciato a traballare proprio per via dello scontrino del parcheggio conservato per un anno e che lo collocava a Vigevano nelle ore dell'omicidio del 13 agosto 2007, ma che per gli inquirenti potrebbe essere della madre.
Uno scontrino di un parcheggio di Vigevano, dunque, per dimostrare di non essere a Garlasco la mattina dell'omicidio di Chiara Poggi e tre telefonate tra il 7-8 agosto 2007, rispettivamente di 2, 8 e 21 secondi sul numero fisso di casa della vittima. Sono ripartite da nuovi accertamenti su questi aspetti, oltre che dalla richiesta di approfondimenti sul dna, le indagini per l'omicidio del 13 agosto 2007 riaperte dalla Procura di Pavia sull'amico di Marco Poggi, fratello della vittima, Andrea Sempio. Elementi in parte già emersi nel corso della prima inchiesta sull'uomo, oggi 37enne, inquisito nel 2016 e 2017 per omicidio volontario e su cui gli allora pubblici ministeri Giulia Pezzino e Mario Venditti nella richiesta di archiviazione dissero che "si fatica molto a definire indizi".
"Altri testimoni del delitto di Garlasco, oltre ad Andrea Sempio hanno mantenuto a distanza di tempo uno 'scontrino' o un 'biglietto ferroviario' del giorno del delitto per dimostrare la loro estraneità", scrivevano la pm di Pavia Giulia Pezzino e l'aggiunto Mario Venditti nella richiesta di archiviazione di Sempio, accolta dal gip, attribuendo "scarsa valenza indiziaria" agli elementi proposti dall'investigatore privato assoldato, all'epoca, dalla difesa di Alberto Stasi, per indicare la pista alternativa.
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In particolare Sempio, sentito la prima volta nell'ottobre 2008 come testimone, non si era portato con sé lo scontrino del parcheggio di piazza Ducale a Vigevano, pagato alle 10.18 per una sosta di un'ora, ma "ricordandosi che era stato conservato dei genitori", dice ai carabinieri che lo invitano a "tornare a casa a prenderlo per allegarlo al verbale". I genitori hanno fornito una "versione unanime" senza che dalle intercettazioni attivate siano emersi indizi di una "versione concordata".
A trovare lo scontrino pochi giorni dopo la morte di Poggi sarebbe stato il padre "mentre ripuliva la macchina". "L'idea" di tenerlo è stata invece della madre proprio alla "luce del drammatico" omicidio prevedendo con "elevata probabilità che il figlio, amico del fratello della vittima", Marco Poggi, e "frequentatore della casa" di famiglia "venisse sentito".
In dubbio, però, ora la presenza di Sempio nel parcheggio di piazza Ducale a Vigevano alle 10.18 mentre le celle telefoniche agganciate dal cellulare lo danno circa mezz'ora prima a Garlasco e poi di nuovo alle 11.10. Per i vecchi investigatori sarebbe comunque stato possibile uscire di casa senza telefono. Sempio spiegò di aver atteso la madre nella propria abitazione intorno alle 9.50 per prendere l'unica auto disponibile in famiglia ed essersi recato alla Feltrinelli di Vigevano, trovandola chiusa e di essere rientrato a casa.