In questo modo i bimbi, che sono stati portati in una comunità educativa, potrebbero tornare dai loro genitori, "in attesa della ristrutturazione del casolare nel bosco", spiega Masciulli
"Fatelo per il bene dei bimbi, in questo modo potrete ricongiungervi a loro". E' l'appello del sindaco di Palmoli (Chieti), Giuseppe Masciulli, che ha offerto un'abitazione gratuita in paese alla famiglia nel bosco, in "attesa della ristrutturazione del casolare"; che, secondo i servizi sociali e il tribunale dei minori de L'Aquila, non sarebbe abitabile poiché non ha le utenze né sono presenti i servizi igienici (il bagno interno è stato distrutto e trasformato in un bagno a secco esterno, "per adeguarlo a modalità di vita rispettose dell'ambiente", spiega il primo cittadino).
Nell'intervista rilasciata al quotidiano online "Il Centro", il primo cittadino dà la sua versione dei fatti, spiegando come l'allontanamento dei tre figli, deciso dal Tribunale, non sia stata una decisione presa da un momento all'altro, come un fulmine a ciel sereno, ma è stato frutto di un processo durato mesi dove i due genitori, Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, hanno preso tempo senza ottemperare alle richieste evidenziate dai servizi sociali. "L'amministrazione di Palmoli auspica una ricomposizione dei rapporti attraverso una maggiore disponibilità della famiglia, magari accettando di abitare seppure temporaneamente nell'alloggio messo a disposizione a titolo gratuito dal Comune, affinché i minori vengano riaffidati ai genitori: è questo il bene supremo per il quale tutti dobbiamo fare un passo indietro - osserva il sindaco -. Così si potrà provvedere gradualmente alla ristrutturazione dell’abitazione, concordando le modalità operative con i servizi sociali per dare soluzione alle altre criticità evidenziate nel provvedimento del giudice".
La vicenda è iniziata a settembre dello scorso anno, quando la famiglia è finita in ospedale per un'intossicazione da funghi. Dopo un controllo dei carabinieri e dei servizi sociali, sono emerse le prime criticità segnalate al Comune. "Appena appreso in via informale delle criticità strutturali e igienico-sanitarie dell'abitazione, evidenziate nella relazione dei carabinieri, ci siamo attivati individuando e mettendo a disposizione, a nostre spese, un'abitazione nel centro abitato di Palmoli. Parliamo di una casa con tre camere da letto, cucina, soggiorno, due bagni e ripostigli, dotata di tutte le utenze, riscaldamento a metano e caminetto a legna, come è consuetudine nei comuni montani", spiega Masciulli.
La famiglia aveva quindi già vissuto in un'abitazione offerta dal Comune, dopo la prima segnalazione, per dieci giorni, "poi però l’hanno abbandonata per tornare a vivere nella loro proprietà". Il Comune e la famiglia attraverso degli incontri in cui erano presenti i rispettivi avvocati, avevano concordato un percorso condiviso da fare su ristrutturazione della casa, scuola, visite sanitarie e incontri settimanali psico-educativi nei locali messi a disposizione dall'ente. La scelta di reinserimento a scuola, era stata declina, da parte della famiglia, in virtù dell'homeschooling. I lavori di "ristrutturazione erano stati fatti in maniera modesta". Mentre, sempre secondo il sindaco di Palmoli, la famiglia "non ha inteso partecipare ad alcun incontro e non ha permesso gli accertamenti sanitari".
"È bene evidenziare un fatto che pochi conoscono - infine afferma Masciulli -: il Comune di Palmoli, come tutti i comuni d’Italia, non ha alcun interesse al collocamento dei minori nelle case famiglia. Anzi. Le spese sono totalmente a carico del bilancio comunale, con rischi di squilibri finanziari che potrebbero portare al dissesto dell’ente. Quindi è molto meglio, sia per il benessere dei minori per i quali l’allontanamento è sempre traumatico, sia finanziariamente, aiutare la famiglia, anche economicamente, a collaborare alla risoluzione delle criticità evidenziate".