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I bambini saranno ospitati in una comunità educativa insieme alla madre per un periodo di osservazione
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Il tribunale per i minorenni dell'Aquila ha disposto l'allontanamento dei tre figli della famiglia anglo-australiana che da tempo vive in una casa immersa nei boschi della provincia di Chieti. Il provvedimento, eseguito con l'intervento di assistenti sociali e forze dell'ordine, prevede il trasferimento dei minori in una comunità educativa dove rimarranno insieme alla madre per un periodo di osservazione. La vicenda era emersa lo scorso anno, dopo il ricovero dei bambini per un'intossicazione da funghi che aveva portato a una segnalazione e alla sospensione della potestà genitoriale, pur senza interrompere la permanenza dei piccoli nell'abitazione isolata.
La permanenza della madre accanto ai figli rappresenta una misura ritenuta utile per preservare la continuità affettiva e osservare da vicino le dinamiche del nucleo familiare durante la fase di monitoraggio. Le autorità competenti intendono così verificare le condizioni complessive in cui i piccoli vivono e valutare le misure di tutela più adeguate.
La vicenda è diventata oggetto di attenzione da parte delle istituzioni nel 2024, quando i bambini erano stati ricoverati in ospedale a causa di un'intossicazione provocata dal consumo di funghi raccolti nei boschi circostanti. In quella circostanza un controllo dei carabinieri ha portato alla segnalazione della situazione abitativa, caratterizzata da un forte isolamento. L'episodio ha determinato la sospensione della potestà genitoriale, pur lasciando i minori affidati alla famiglia.
I genitori hanno più volte ribadito che la scelta di vivere in un'abitazione isolata non nasce da trascuratezza, ma dal desiderio di mantenere un rapporto stretto con la natura e con gli animali presenti nell'area, ritenendo che questa modalità di vita rappresenti per i figli un'opportunità di crescita in un contesto naturale e protetto.
Nel corso degli ultimi giorni si è ampliata una mobilitazione attraverso una petizione online che ha raccolto quasi 31mila firme, con la richiesta di consentire al nucleo familiare di rimanere unito nella casa nel bosco. I promotori dell'iniziativa hanno evidenziato la necessità di salvaguardare il percorso di vita scelto dai genitori e di evitare traumi ai minori.