SI E' MOSSA LA PROCURA

Chieti, coppia cresce tre figli fra i boschi: "Siamo felici, lontani dalla tossicità della società occidentale"

Catherine Birmingham e Nathan Trevallion vivono in un'ex casa colonica senza elettricità né scuola tradizionale. Il legale: "Non è violenza o degrado ma una famiglia economicamente indipendente che ha scelto una vita alternativa"

01 Nov 2025 - 12:05
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La loro è una vita fuori dagli schemi: niente acqua corrente, niente corrente elettrica se non quella prodotta dai pannelli solari, una stufa a legna per riscaldarsi e un pozzo per l'acqua. Catherine Birmingham, australiana di 45 anni, e il marito inglese Nathan Trevallion, 51, vivono con i tre figli, una di otto e due gemelli di sei anni, in un'ex casa colonica circondati da animali e silenzio, a pochi chilometri dal mare di Vasto, in provincia di Chieti e difendono la loro scelta di vita. La Procura per i minori dell’Aquila infatti ne ha chiesto la sospensione della potestà genitoriale: "Abbiamo scelto la semplicità e la connessione con la natura. La città ci ha stancato" risponde la donna.  

Dall’intossicazione ai controlli dei servizi sociali

 Tutto è iniziato quando il nome della coppia è finito sulla scrivania della Procura dopo che il 23 settembre 2024 tutta la famiglia era stata ricoverata per un'intossicazione da funghi raccolti nel bosco. Durante i soccorsi, i carabinieri scoprirono la loro insolita condizione di vita e segnalarono la situazione ai servizi sociali. Le relazioni degli operatori parlano di "condizioni abitative non idonee", assenza di un pediatra e isolamento sociale. Ma soprattutto, a preoccupare gli inquirenti è stata la scelta educativa dei genitori: i bambini non frequentano la scuola tradizionale, ma seguono il metodo dell'un-schooling, un apprendimento libero, senza programmi né obblighi scolastici.

La richiesta della Procura

Dopo i sopralluoghi, la Procura dei minori ha chiesto la sospensione della potestà e l'affidamento temporaneo dei tre bambini, parlando di "grave pregiudizio" per la loro crescita. La decisione finale spetta ora al giudice dell'Aquila. Per il momento, i piccoli restano con i genitori, sotto osservazione. "Non si tratta di un caso di violenza o degrado - spiega l’avvocato Giovanni Angelucci, che difende la coppia - ma di una famiglia economicamente indipendente che ha scelto uno stile di vita alternativo, spinta da un ideale di libertà e rispetto per la natura".

La donna difende la scelta di vita

 La coppia respinge le accuse e raccontano la loro quotidianità: giornate all'aperto, animali da accudire, documentari sullo smartphone una volta a settimana. "I bambini sono sereni, in ottima salute e seguiti da una pediatra - racconta la madre -. Li portiamo al parco, conoscono altri bambini. Non viviamo isolati". Catherine, ex istruttrice di equitazione, ora si dedica a consulenze spirituali online attraverso il suo sito web. "Ricevo donazioni da chi seguo, è il mio lavoro. Non ci manca nulla, viviamo con poco ma in pace" spiega. 

"Nel maggio 2021 è arrivata la svolta perché crediamo che i bambini debbano crescere lontani dalla tossicità della società occidentale e dalla tecnologia, ma allo stesso tempo abbiamo insegnato loro a rispettare la natura, nonché le varie culture e religioni" racconta la donna a "Il Messaggero". Nathan racconta di un passato frenetico da artigiano del legno e di un incidente che gli ha cambiato la vita: "In ospedale ho capito che volevo vivere diversamente, più vicino alla terra". "Dopo aver acquistato la casa nei boschi limitrofi di Palmoli, abbiamo installato dei pannelli solari per l'energia elettrica, prendiamo l'acqua dal pozzo e per riscaldarci abbiamo il camino. Non viviamo isolati nei boschi, ma facciamo la spesa al supermercato una volta a settimana nella vicina San Salvo" aggiunge Catherine.

La famiglia è in attesa del giudizio del tribunale dei minori. La casa nei documenti giudiziari è descritta come "inadeguata" è dotata di pannelli solari, pozzo e caminetto. Un piccolo mondo autosufficiente, che però divide l'opinione pubblica tra chi parla di libertà educativa e chi teme una forma di isolamento per i bambini.