IL CASO

Famiglia nel bosco a Chieti, il padre: "Non capisco perché toglierci i figli, si sta distruggendo la vita di cinque persone"

Dopo la decisione del Tribunale per i minorenni de L'Aquila, parla in un'intervista il genitore dei tre bambini che sono stati allontanati dall'abitazione a Palmoli. E il legale annuncia: "Faremo ricorso"

21 Nov 2025 - 11:24
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La vicenda della famiglia che viveva nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, è al centro del dibattito. Dopo l'allontanamento dei tre figli disposto dal Tribunale per i minorenni de L'Aquila, il padre, Nathan, ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Centro, definendo la decisione "un'ingiustizia" e raccontando il dolore per la separazione dai bambini. Le sue parole sono state anticipate in un'anteprima e saranno trasmesse integralmente in un programma tv.

Le parole del padre: "Si sta distruggendo la vita di cinque persone"

 "Mi sento totalmente vuoto. È una cosa ingiusta, perché togliere i bambini da un luogo dove c'è felicità, dove la famiglia vive felice, nella natura. Non capisco perché, si sta distruggendo la vita di cinque persone", ha dichiarato Nathan nell’intervista rilasciata a Il Centro. L'uomo ha raccontato la sofferenza dei figli e lo shock dell'allontanamento improvviso: "I bambini hanno sofferto, tolti così velocemente da casa per andare a dormire in un posto che non conoscono".

Le motivazioni del Tribunale per l'allontanamento dei bambini

 Nel provvedimento del Tribunale per i minorenni de L’Aquila si specifica che la decisione non riguarda il diritto all’istruzione, ma la tutela del diritto alla vita di relazione e della sicurezza dei minori. Il giudice ha evidenziato che l'isolamento può avere effetti negativi sullo sviluppo dei bambini e che le condizioni dell'abitazione non garantivano adeguati standard di sicurezza e salubrità. L'ordinanza richiama inoltre il rifiuto dei genitori di consentire verifiche e controlli sanitari e segnala anche la diffusione pubblica di immagini e dati dei minori come comportamento ritenuto inadeguato. Infine, sul piano educativo, il Tribunale rileva che i genitori non avrebbero fornito la documentazione necessaria per l'istruzione parentale, tra cui la dichiarazione annuale al dirigente scolastico e la validazione ministeriale dell'attestato di idoneità della figlia maggiore, ritenendo dunque insufficiente la prova della regolarità del percorso scolastico domestico.

La vita della famiglia nel bosco di Palmoli

 La famiglia viveva da tempo in una zona isolata del territorio di Palmoli, nel Vastese, in una casa ricavata in un contesto naturale. Secondo quanto riferito dal padre, la scelta di vivere in mezzo alla natura era legata a un modello di vita alternativo, basato su autosufficienza e semplicità. Proprio questa condizione aveva attirato l'attenzione delle autorità, che avevano avviato accertamenti sul benessere dei minori.

Le reazioni e l'attenzione mediatica

 La vicenda ha sollevato un ampio dibattito, tra chi sostiene la necessità di garantire la sicurezza dei bambini e chi, invece, esprime solidarietà alla famiglia. Sui social e nei media locali si moltiplicano le prese di posizione e gli appelli per comprendere le motivazioni della decisione giudiziaria. Anche il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, è intervenuto sulla vicenda, esprimendo la propria vicinanza alla famiglia di Palmoli criticando duramente il provvedimento del Tribunale dei minori de L'Aquila. In una dichiarazione, il ministro ha affermato di voler seguire personalmente la vicenda, definendo vergognosa la decisione di allontanare i bambini dai genitori.

Le parole dell'avvocato della famiglia: "Faremo ricorso"

 L'avvocato Giovanni Angelucci, che assiste la famiglia di Palmoli, ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione del Tribunale per i minorenni de L'Aquila. Il legale ha affermato che "nella sentenza sono state scritte falsità", sottolineando che "i provvedimenti non si commentano ma si impugnano". Secondo Angelucci, i giudici "sono andati in cortocircuito. Nell'ordinanza si insiste ancora sull'istruzione dei minori che, secondo il Tribunale, non avrebbero l'autorizzazione all'home schooling. Alla più grande viene anche contestato l'attestato di idoneità per il passaggio alla classe terza perché non ratificato dal ministero. Attestato che, invece, c'è ed è anche protocollato", ha dichiarato l'avvocato.

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