Il giustificativo dell'assenza per motivi di salute si potrà ottenere anche a distanza, senza recarsi in ambulatorio o chiedere una visita a domicilio
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La burocrazia sanitaria italiana si prepara a una svolta epocale. Il disegno di legge sulle semplificazioni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, introduce una novità attesa da tempo: il certificato di malattia potrà essere rilasciato anche attraverso una televisita, eliminando l'obbligo per il lavoratore malato di recarsi fisicamente nello studio del medico o richiedere una visita domiciliare.
La Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) aveva chiesto a gran voce questa misura per alleggerire il carico burocratico che grava quotidianamente sugli ambulatori. Finalmente la telemedicina entra ufficialmente nel sistema di certificazione delle assenze lavorative, equiparando la visita a distanza a quella tradizionale in presenza.
I numeri definiscono l'entità del fenomeno: secondo l'Osservatorio Inps sul "Polo unico di tutela della malattia", nei primi sei mesi del 2025 sono stati trasmessi oltre 16,5 milioni di certificati medici, con un incremento del 5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Di questi, circa tre quarti provengono dal settore privato.
Attenzione però: nonostante la legge diventi operativa il 18 dicembre, la possibilità di ottenere il certificato via televisita non sarà immediata. Come precisa la Fimmg, servirà prima un accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, che dovrà definire casi specifici e modalità operative per la telecertificazione. Non è stata fissata alcuna scadenza precisa per questo passaggio.
Fino all'approvazione dell'accordo, continueranno ad applicarsi le regole attuali: il medico dovrà verificare di persona le condizioni del paziente, sia in ambulatorio sia a domicilio. La Fimmg ha assicurato che parteciperà attivamente alle decisioni, forte dell'esperienza maturata durante la pandemia con le certificazioni dei positivi al Covid.
La seconda grande novità in arrivo riguarda le prescrizioni farmaceutiche per patologie croniche. I medici di famiglia potranno emettere ricette valide fino a dodici mesi, evitando ai pazienti di dover ripetere continuamente la procedura. Una semplificazione importante per chi convive con malattie che richiedono terapie continuative.
Anche questa misura non sarà subito attiva: serve un decreto attuativo del ministero della Salute, in concerto con il ministero dell'Economia, che dovrà essere emanato entro 90 giorni dalla pubblicazione della legge. Il decreto definirà le modalità applicative, garantendo che non si generino nuovi costi per la finanza pubblica.
Una volta completato l'iter normativo, il medico indicherà nella ricetta la posologia e il numero di confezioni che il paziente potrà ritirare nell'arco temporale massimo di dodici mesi. Il farmacista consegnerà medicinali sufficienti per trenta giorni di terapia e comunicherà la dispensazione al medico di famiglia, favorendo la collaborazione interprofessionale nelle cure territoriali. Il medico conserverà la facoltà di sospendere in qualsiasi momento la ripetibilità della prescrizione o modificare la terapia, qualora emergano problemi di aderenza del paziente o necessità di aggiustamenti terapeutici.
Altra novità pratica: sarà possibile ottenere i farmaci prescritti presentando la documentazione di dimissione ospedaliera o i referti del pronto soccorso, senza aspettare una seconda prescrizione dal medico di famiglia. Un vantaggio significativo soprattutto nei periodi festivi e prefestivi, quando le dimissioni ospedaliere sono più numerose.