Il finto regista, arrestato per il duplice omicidio a Roma, ottenne nel 2020 un finanziamento pubblico per un film mai prodotto. Il Ministero della Cultura ha avviato accertamenti
© Tgcom24
Il caso che ha sconvolto Roma con la scoperta dei corpi di una madre e una figlia a Villa Pamphili si arricchisce di un nuovo e inquietante capitolo. Il Ministero della Cultura ha avviato un’indagine interna per chiarire come sia stato possibile concedere un tax credit da oltre 860mila euro a un film mai realizzato, presentato nel 2020 da Francis Kaufmann sotto la falsa identità di Rexal Ford, sedicente regista cinematografico. L’uomo, arrestato nei giorni scorsi in Grecia, si sarebbe costruito una carriera immaginaria attraverso documenti fittizi e società inesistenti. Nelle ultime ore è stato anche confermata l'identità della donna trovata senza vita insieme alla figlia nel parco romano: si tratta di Anastasia Trofimova, cittadina russa. Un intreccio di frodi, bugie e tragedie su cui ora si concentrano le attenzioni delle autorità.
Secondo quanto riportato da Open, nel 2020 la Direzione cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura aveva concesso un tax credit di 863.595,90 euro per la produzione del film Stelle della notte. Il progetto era stato presentato da una società maltese, la Tintagel Films LLC, creata dallo stesso Kaufmann sotto l’identità fittizia di Rexal Ford. Il film, ambientato a Roma, risulta però mai girato. La richiesta includeva tutta la documentazione richiesta dalla normativa all’epoca in vigore: un progetto dettagliato, revisione contabile dei costi, passaporto americano del falso regista e una dichiarazione che il credito sarebbe stato utilizzato nel 2021. Ma la domanda definitiva è stata presentata solo nel 2023, approfittando di un vuoto normativo che, per le produzioni internazionali, non imponeva l’obbligo di fornire una copia del materiale girato come prova dei costi sostenuti.
Per accedere al tax credit, Kaufmann si era fatto affiancare da un co-produttore italiano. A presentare la domanda preventiva fu la società Coevolution srl, con sede a Roma. È a questa società, e non a quella statunitense fittizia, che fu formalmente concesso il beneficio fiscale. Il Ministero ha confermato che sia la domanda iniziale del 2020, sia quella definitiva del 2023, risultano formalmente regolari e corredate dalla certificazione dei costi da parte di un revisore ufficiale. Il credito, inoltre, è stato ceduto a un istituto bancario dopo una regolare istruttoria.
Kaufmann avrebbe sfruttato una lacuna nella normativa in vigore all’epoca, che consentiva alle produzioni internazionali di ricevere fondi senza presentare prove materiali della lavorazione. Un vuoto che potrebbe aver favorito l’ottenimento del credito nonostante l’inesistenza del film. Il Ministero ha annunciato che la Direzione generale Cinema si è immediatamente attivata per svolgere gli approfondimenti necessari. In caso di irregolarità, è prevista la revoca del beneficio, l’esclusione del produttore dai contributi pubblici per cinque anni e la segnalazione alla Guardia di Finanza e alla magistratura. Una nota ufficiale precisa che il credito concesso “risulta formalmente corretto”, ma l’analisi è tuttora in corso. Il caso, già inquietante per il duplice omicidio, rischia ora di travolgere anche l’apparato amministrativo che ha approvato il finanziamento.
Stando agli accertamenti, Francis Kaufmann non utilizzava solo lo pseudonimo Rexal Ford, ma anche l’alias Matteo Capozzi, nome con cui ha contattato a marzo una società di noleggio barche in Sicilia mentre si trovava a Malta. Con Capozzi l’uomo cercava di evitare controlli, usando un’identità italiana per rientrare in territorio Schengen, forse imbarcandosi clandestinamente. Nel passaporto le generalità riportavano invece il nome Rexal Ford, su un documento autentico ma ottenuto con dichiarazioni mendaci negli Stati Uniti. Tre identità per un unico obiettivo: viaggiare in incognito, sostenere falsi progetti cinematografici e, secondo gli inquirenti, depistare le indagini.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. "Il fatto che Francis Kaufmann, tramite una società su cui sono in corso accertamenti, abbia beneficiato indirettamente di 863mila euro di tax credit raddoppia lo sgomento e la rabbia di fronte a un sistema di finanziamenti al cinema che ha consentito in passato leggerezze e sprechi. Non permetteremo più che questo accada. Si tratta di 'distrazioni' imperdonabili, un'eredità che i governi precedenti ci hanno lasciato rispetto al tax credit".