Folla a Padova ai funerali dei tre carabinieri uccisi dall'esplosione nel Veronese
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Presenti il premier Meloni, i presidenti delle Camere, diversi ministri, il governatore del Veneto Luca Zaia e alcuni rappresentanti dell'opposizione. Alle esequie hanno preso parte anche i 27 membri delle forze dell'ordine rimasti feriti nell'esplosione provocata dai fratelli Ramponi in un casolare nel Veronese
Centinaia di uomini delle forze dell'ordine, insieme a semplici cittadini, si sono radunati nella basilica di Santa Giustina a Padova, per i funerali di Stato di Valerio Daprà, Davide Bernardello e Marco Piffari, i tre carabinieri morti nell'esplosione a Castel D'Azzano (Verona). Alla cerimonia hanno preso parte il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si è commosso incontrando i familiari delle vittime poco prima dell'inizio del rito funebre, il premier Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, quello della Camera Lorenzo Fontana, e diversi ministri tra i quali Tajani, Crosetto, Salvini e Piantedosi. Presenti anche il governatore del Veneto Luca Zaia, una delegazione del Pd guidata dalla segretaria Elly Schlein, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Luciano Portolano, e il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo.
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Ai funerali hanno partecipato anche i 27 colleghi rimasti feriti nell'agguato dei fratelli Ramponi. Applausi scroscianti sono risuonati appena le bare - ognuna avvolta da una bandiera tricolore - sono state sollevate per fare ingresso nella Basilica.
In mille dentro la Basilica eretta in onore di Santa Giustina protomartire di Padova, oltre duemila persone sul sagrato e nel lobo di Prato della Valle, per i funerali dei tre carabinieri vittime della strage di Castel D'Azzano (Verona). Tutti in un ordinato e silenzioso silenzio hanno atteso alle 18 l'uscita dei feretri coperti dal tricolore. Gente da tutta Italia, moltissimi con i baschi dei corpi dell'esercito. Pochissimi con il cellulare in mano, molti di più quelli con un fazzoletto ad asciugare gli occhi gonfi di commozione.
"Duro, doloroso e umanamente incomprensibile è il drammatico evento che ha provocato la morte di Marco, Valerio e Davide, e il ferimento di tanti operatori in servizio per il bene comune". Così monsignor Gian Franco Saba, ordinario militare per l'Italia, nell'omelia per i funerali di Stato per i tre militari. "A voi cari familiari di Marco, Valerio e Davide, l'abbraccio di tutti e la preghiera unanime. E a tutti coloro che sono stati dolorosamente coinvolti e feriti nel tragico evento, da questa casa di preghiera un saluto carico di affetto, vicinanza e di affidamento".
"La vittoria sul mondo e sul male è anche l'amore di chi serve la patria, cioè il prossimo, garantendo la giustizia, il bene comune, la stabilità delle istituzioni preposte a custodire nell'ordine e nell'armonia la comunità umana", ha detto l'arcivescovo. "I nostri fratelli hanno seguito la via del servizio per il bene comune. Nel loro incontro con Cristo si saranno specchiati in Lui vedendo così che il volto bello dell'umanità sta nel servire il prossimo".
"Voglio farvi una promessa solenne, i nostri nomi, il mio, quello del presidente, sono scritti sulla sabbia della memoria delle persone care e destinati a scomparire nel tempo, tutti i nostri nomi, il nome dei giusti no, il nome di chi è morto per la patria è scritto nella roccia della memoria della Repubblica, e viene onorato, ricordato, e state tranquilli, le forze armate sono le custodi di quella memoria, e tra molti anni quando nessuno di noi sarà presente, ci sarà lo Stato e quando verranno detti i nomi dei vostri figli, dei vostri fratelli, padri, ci sarà una persona che risponderà per loro: presente!". Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Guido Corsetto alle esequie dei tre carabinieri morti.