A innescare la miccia sarebbe stata Maria Luisa, che resta ancora intubata. Gli investigatori ipotizzano che abbia convinto i fratelli ad allontanarsi e che era disposta anche ad "immolarsi". Venerdì i funerali dei militari: presenti Mattarella e Meloni
Emergono nuovi particolari nell'inchiesta sui tre fratelli Ramponi, responsabili dell'esplosione a Castel d'Azzano (Verona), in cui sono morti tre carabinieri dei reparti speciali. A innescare la miccia sarebbe stata Maria Luisa. Dalle immagini registrate dalle bodycam dei militari impegnati nel blitz, si vede nettamente la donna mentre impugna una molotov, dà fuoco alla miccia con un accendino, provocando l'esplosione dell'edificio saturo di gas.
Inoltre, come riporta Il Corriere della Sera, la donna urla anche frasi farneticanti e insulta quegli uomini che si avvicinano con la tuta nera rinforzata dal kevlar. I due fratelli, invece, avevano trovato rifugio in una sorta di cantina accanto alla cascina. Appena gli uomini dei reparti speciali sono giunti sull'uscio c'è stata l'esplosione che ha fatto crollare lo stabile e il pavimento del primo piano.
Lo scoppio, forte, è stato preceduto da un lungo sibilo tipico dello svuotamento delle bombole, mentre sull'entrata è stato sentito un odore inequivocabile. Sono partiti intonaci, tegole e detriti in ogni direzione, come proiettili, mentre le fiamme si propagavano dappertutto. Gli investigatori ipotizzano che fosse la donna il "capofamiglia" e che abbia convinto i fratelli ad allontanarsi confidando loro quello che stava mettendo in atto e che era disposta anche ad "immolarsi".
Dall'autopsia è emerso che i tre carabinieri sono morti per trauma da schiacciamento. Terminato l'esame, i corpi sono stati trasferiti a Padova, al Comando della Legione Veneto dell'Arma.
Dall'ospedale di Trento fanno sapere che Maria Luisa Ramponi resta intubata nel reparto di Terapia intensiva e che i medici proseguono il supporto farmacologico e respiratorio. "È la più grave dei ricoverati", ha riferito il dottor Enrico Polati. Nella struttura ospedaliera sono ricoverati anche due carabinieri le cui condizioni sono definite "stabili". Per uno di loro, ricoverato al Centro grandi ustionati, la prognosi è stata sciolta: "È vigile e senza febbre". L'altro carabiniere in terapia intensiva Cardio toraco-vascolare "è in situazione stazionaria". Un graduato dell'Arma presente al momento dello scoppio ha raccontato: "Maria Luisa è l'autrice della strage, eppure noi l'abbiamo salvata, portandola via da quelle macerie pericolanti".
"Quelle molotov erano per me, me l’avevano giurata, quando ho saputo che tre carabinieri erano rimasti uccisi ho pensato che sotto a quelle macerie avrei dovuto esserci io". Lo ha dichiarato al Corriere Veneto l’avvocato Piergiorgio Bonini, incaricato dal giudice del tribunale di Verona di occuparsi dei beni della famiglia Ramponi, che dovevano essere espropriati ai tre fratelli per ripianare i debiti contratti (una cifra che si aggira sui 200mila euro) dal 2014. "Penso a quei tre carabinieri, alle loro famiglie, questa vicenda mi ha segnato profondamente, martedì mattina sono andato all’alba a Castel d’Azzano, non potevo credere ai miei occhi", ha aggiunto.
Nel 2024 l’avvocato Bonini si è recato due volte nella casa dei Ramponi per entrare in possesso dell’immobile, ricevendo in entrambi i casi delle minacce. Il legale ha presentato due denunce a carico di Dino e Maria Luisa. "Fate venire avanti il curatore, ditegli che lo facciamo saltare in aria", "Chiamate Bonini, ci facciamo saltare in aria noi e gli facciamo fare una brutta fine", dicevano. Le indagini hanno portato all'attivazione dei droni che hanno sorvolato il casolare, "accorgendosi" dei molotov sui tetti. A quel punto, le forze dell'ordine hanno deciso di intervenire, perquisendo l'abitazione. I Ramponi, però, hanno trasformato le minacce in azioni facendo esplodere il casolare, causando la morte dei tre carabinieri.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Giorgia Meloni parteciperanno venerdì ai funerali di Stato dei tre carabinieri morti nell'esplosione. Le esequie saranno celebrate nell'Abbazia di Santa Giustina, in Prato della Valle a Padova.