La Procura parla di una "degenerazione della gestione urbanistica". A novembre 2024 sequestrati i cantieri per un palazzo e uno studentato. A marzo l'arresto di Giovanni Oggioni, ex dirigente del settore Urbanistica. Poi gli ultimi sviluppi con i 74 indagati, tra cui il sindaco
L'inchiesta sull'edilizia a Milano arriva da lontano: il terremoto giudiziario esploso in questi giorni all'ombra della Madonnina è l'esito finale di indagini che da mesi hanno messo sotto osservazione speciale il mondo del mattone: secondo quanto dice la Procura, si va dalle contestazioni per violazioni urbanistiche all’ipotesi di un "sistema" nell'ottica di un "piano di affari occulto".
Ecco quindi, scrive "Repubblica", l'accusa più dura che si legge alla fine delle 400 pagine sulla richiesta di arresti domiciliari o in carcere: Milano è nel mezzo di un "vorticoso circuito di corruzione ancora in corso che colpisce le istituzioni e che ha disgregato ogni controllo pubblico sull'uso del territorio, svilito a merce da saccheggiare". Risultato appunto la richiesta di misure cautelari per sei personaggi chiave dell'urbanistica cittadina, tra i quali l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi e l'imprenditore Manfredi Catella, e il sindaco Sala tra gli indagati.
Sono i nuovi protagonisti (gli indagati sono in tutto 74) dell'ultimo filone, il quarto, della maxi inchiesta sull'edilizia milanese, che ipotizza l'esistenza di un "sistema" per la gestione dell'edilizia cittadina: ecco infatti professionisti come Giuseppe Marinoni che, secondo i pm, lavorava a un piano "ombra" e al quale il Comune patrocinava uno studio per interventi in nove aree della città. Un progetto che, secondo la Procura, è un "raggiro". L'operazione "di vasta speculazione edilizia" puntava, si legge nelle carte, a facilitare "l'avvio di un piano di affari occulto" attraverso l'inserimento di quote di edilizia residenziale sociale per poter costruire liberamente e "giustificare l'interesse pubblico degli interventi": si sarebbero dunque individuate aree del territorio passate "da non edificate a densamente edificate".
Il punto chiave dell'inchiesta sulla "degenerazione della gestione urbanistica" della città risale al novembre 2024, quando i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con l'aggiunta Tiziana Siciliano (coordinano il Nucleo Pef della guardia di finanza) sequestrano i cantieri per un palazzo e per uno studentato. Per la prima volta si usano termini come "quadro allarmante" in un contesto "di conflitti d'interesse e opacità" che mette al centro la commissione per il Paesaggio. Gli indagati sono quattordici.
A marzo arriva l'arresto: ai domiciliari finisce Giovanni Oggioni, ex dirigente del settore Urbanistica del Comune e componente della commissione Paesaggio. Principale accusa per lui è la corruzione: una consulenza dall'associazione di costruttori Assimprendil-Ance per quasi 180mila euro e un contratto di lavoro per la figlia in un'altra società, in cambio di un occhio di favore sugli appalti. Per Oggioni i domiciliari sono finiti pochi giorni fa: adesso ha un divieto di dimora in città.
Ultima tappa, quella di questi giorni, con le perquisizioni di mercoledì in seguito alle quali sono state sequestrati cellulari, computer, documenti, in particolare di Tancredi, indagato per falso, induzione indebita e corruzione: l'accusa per lui è di "coltivare i propri interessi personali deviati" e di aver "messo la sua funzione pubblica a disposizione di privati". Tra gli indagati anche il sindaco Sala, secondo i pm "in sintonia" con gli altri. Tutto ruota intorno a quello studio urbanistico sui nove punti della città nei quali costruire aveva "l'appoggio e i favori del Comune".
Figura chiave del filone è Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione Paesaggio. Per lui le accuse sono le stesse di Tancredi, e in particolare corruzione: costruttori che pagano membri della commissione in forma di incarichi e consulenze, mentre gli esponenti del pubblico devono giudicare i progetti dei privati. A rischiare i domiciliari per queste accuse sono quindi Manfredi Catella, l'immobiliarista presidente del gruppo Coima che negli ultimi anni ha ridisegnato la città; Andrea Bezziccheri, imprenditore immobiliare di Bluestone a cui sono stati sequestrati 120mila euro e documenti su una trentina di progetti; l'architetto Alessandro Scandurra, altro ex componente della commissione Paesaggio; il manager della società J+S Federico Pella, che avrebbe corrotto Marinoni.
E' in questo contesto che si inserisce il nome di Beppe Sala. Le contestazioni rivolte al sindaco riguardano in particolare due aspetti. Il primo si riferisce a false dichiarazioni da lui rilasciate sulla nomina di Marinoni alla presidenza della commissione Paesaggio: Sala avrebbe attestato l'assenza di conflitti d'interesse, anche se in realtà ne sarebbe stato al corrente. Il secondo capo d'accusa fa riferimento a un'ipotetica induzione indebita, per cui Sala sarebbe coinvolto in pressioni per far ottenere un parere favorevole condizionato al progetto noto come "Pirellino", in collaborazione con Tancredi e con l'architetto Stefano Boeri. Secondo la ricostruzione della Procura, Sala sarebbe stato in sintonia con i vertici dell'operazione, fornendo copertura istituzionale all'intervento.
In questo complesso quadro, dice la Procura, gli uffici comunali sarebbero stati "asserviti alle utilità di una cerchia ristretta ed elitaria" anziché essere "presidio di tutela dell'interesse pubblico". Tutte le accuse dovranno essere valutate dal gip Mattia Fiorentini, che mercoledì procederà agli interrogatori preventivi.