Papa Leone XIV affacciandosi per la prima volta su Piazza San Pietro ha concesso il perdono dei peccati. Ecco i motivi del suo gesto e perché non tutti i Pontefici lo fanno
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Affacciandosi per la prima volta dalla Loggia delle Benedizioni, Papa Leone XIV ha sorpreso i fedeli concedendo subito l’indulgenza plenaria. Un gesto potente, simbolico, ma tutt’altro che scontato. Non tutti i Pontefici, infatti, scelgono di offrirla nel momento dell’elezione: basti pensare a Papa Francesco, che nel 2013 preferì un semplice saluto e una richiesta di preghiera, rinunciando alla benedizione con indulgenza plenaria. Per capire perché alcuni Papi scelgono di concederla e altri no, bisogna risalire al significato profondo di questo atto spirituale e alle condizioni richieste dalla Chiesa per ottenerlo.
L’indulgenza plenaria è la remissione totale della pena temporale per i peccati già confessati e assolti. Non si tratta di una cancellazione del peccato in sé – che richiede comunque la confessione – ma della sua conseguenza spirituale sull’anima. Come chiarito dalla Penitenzieria Apostolica, è un dono che può essere ricevuto in vita o applicato ai defunti, e rappresenta uno degli strumenti più profondi della misericordia divina.
La facoltà di concedere l’indulgenza plenaria spetta esclusivamente al Papa e agli organi a cui ne delega l’autorità, come la Penitenzieria Apostolica. Tuttavia, alcuni ministri possono impartirla in situazioni specifiche, come nei casi di benedizione apostolica o in punto di morte. Il gesto di Papa Leone XIV rientra nella tradizione che consente al nuovo Pontefice, al momento dell’elezione, di donare l’indulgenza a tutti i fedeli in ascolto – anche a distanza – ma non è un atto obbligatorio. Lo dimostra l’esempio di Papa Francesco, che scelse un’altra forma di benedizione nel suo primo affaccio su Piazza San Pietro.
Per ottenere l’indulgenza plenaria, sono necessarie quattro condizioni principali:
Senza il pieno adempimento di queste condizioni, l’indulgenza è solo parziale. In occasione del primo discorso del nuovo Papa, la Santa Sede ha ricordato l’importanza di queste condizioni per dare pieno valore spirituale alla benedizione.
L’indulgenza plenaria può essere offerta in suffragio delle anime del Purgatorio. È un atto di carità spirituale molto diffuso, soprattutto in occasione di festività religiose, pellegrinaggi o durante eventi straordinari come i Giubilei. In vista dell’Anno Santo 2025, il Vaticano ha ribadito che sarà possibile ottenere l’indulgenza giubilare partecipando a missioni popolari, visitando carcerati o infermi, e seguendo le consuete condizioni sacramentali.
Oltre alle situazioni straordinarie, l’indulgenza plenaria è legata anche a specifiche pratiche religiose. Alcuni esempi:
Anche in questi casi, è necessario rispettare le condizioni spirituali stabilite dalla Chiesa.
Nella dottrina cattolica, l'indulgenza è una remissione della pena temporale dovuta per i peccati già perdonati in confessione. Esistono due tipi di indulgenze: plenaria e parziale.
La distinzione tra le due risiede nell'entità della remissione e nelle condizioni richieste per ottenerle.
Durante l'Anno Santo o Giubileo, la Chiesa concede ai fedeli la possibilità di ottenere l'indulgenza plenaria attraverso specifici atti di fede e devozione. Per il Giubileo 2025, i fedeli possono ottenere l'indulgenza plenaria:
Queste pratiche, unite alle condizioni spirituali richieste, permettono ai fedeli di ottenere l'indulgenza plenaria durante il Giubileo.
Nel 2013, al momento della sua elezione, Papa Francesco si affacciò dalla Loggia delle Benedizioni in Piazza San Pietro e pronunciò un semplice "buonasera", chiedendo ai fedeli di pregare per lui. A differenza di alcuni suoi predecessori, non concesse l'indulgenza plenaria nel suo primo discorso. Questa scelta rifletteva il suo stile pastorale umile e vicino alla gente, ponendo l'accento sulla preghiera reciproca piuttosto che su gesti solenni.
Nel Medioevo, la pratica delle indulgenze divenne oggetto di critiche, soprattutto a causa degli abusi legati alla loro concessione in cambio di denaro. Martin Lutero, nel 1517, affisse le sue 95 tesi contro le indulgenze, dando inizio alla Riforma protestante. Lutero contestava la vendita delle indulgenze e metteva in discussione l'autorità della Chiesa nel concederle.