Speciale Conclave 2025, l'elezione del nuovo Papa
Un capolavoro misterioso

"Giudizio Universale": il monito di Michelangelo ai cardinali del Conclave

Nella Cappella Sistina, i porporati eleggono il nuovo Papa sotto lo sguardo severo del Cristo giudice. Un'opera che, da secoli, interroga coscienze e potere. E quel dito di Adamo che sfiora Dio...

06 Mag 2025 - 18:48
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Michelangelo Buonarroti aveva già dipinto la celebre volta della Cappella Sistina trent'anni prima, ma fu chiamato nuovamente a intervenire sulla parete dell'altare per realizzare un'opera monumentale destinata a scuotere la Chiesa. Aveva oltre 60 anni quando iniziò il "Giudizio Universale", un periodo in cui il suo rapporto con la fede era tormentato e profondamente introspettivo. Viveva in un'epoca attraversata da crisi religiose – la Riforma protestante, la minaccia turca, lo scandalo della corruzione ecclesiastica – e riversò nella composizione una visione dura e inquieta della salvezza. Non fu un'opera celebrativa, ma una denuncia visiva: corpi nudi e tormentati, santi sofferenti, un Cristo muscolare e imperscrutabile. Michelangelo, più che glorificare la Chiesa, la poneva di fronte al suo stesso giudizio.

Il "Giudizio Universale": un messaggio eterno

 Dal 6 maggio, i cardinali si riuniscono in conclave nella Cappella Sistina per eleggere il successore di Papa Francesco. Sopra di loro, l'imponente affresco del "Giudizio Universale" di Michelangelo domina la parete dietro l'altare. Realizzato tra il 1536 e il 1541 su commissione di Papa Clemente VII e completato sotto Paolo III, l'opera rappresenta la seconda venuta di Cristo e il giudizio finale sull'umanità.

Cristo giudice e la Madonna: tra giustizia e misericordia

 Al centro dell'affresco, Cristo appare come un giudice severo, colto nell'attimo che precede l'emissione del verdetto. Accanto a lui, la Vergine Maria volge lo sguardo verso gli eletti, in una posizione di attesa e rassegnazione. La composizione include oltre 400 figure, tra cui santi, angeli e dannati, in un turbine di movimento che simboleggia il caos e l'inquietudine del giudizio finale.

Il Conclave sotto lo sguardo del Giudizio

 La scelta della Cappella Sistina come sede del Conclave non è casuale. L'affresco di Michelangelo funge da monito per i cardinali, ricordando loro la responsabilità spirituale e morale dell'elezione papale. Come sottolinea Vatican News, "tutto parla della presenza di Dio" nella Sistina, e il "Giudizio Universale" rappresenta un invito alla riflessione profonda per chi è chiamato a guidare la Chiesa.

Il Giudizio Universale di Michelangelo per ispirare i cardinali al voto

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Un'opera che sfida il potere

 Il "Giudizio Universale" non è solo un capolavoro artistico, ma anche una critica implicita al potere ecclesiastico. Michelangelo rappresenta santi senza aureola e angeli senza ali, suggerendo che davanti al giudizio divino, ogni uomo è uguale. Questa scelta iconografica ha suscitato controversie, portando alla censura di alcune parti dell'affresco da parte di Daniele da Volterra, noto come il "Braghettone".

Il tocco mancato tra Dio e Adamo: simbolo di libertà spirituale

 Anche se non fa parte del "Giudizio Universale" ma della volta della Cappella Sistina, il dettaglio più iconico dell'intero ciclo michelangiolesco resta il quasi-contatto tra il dito di Dio e quello di Adamo nella "Creazione dell'uomo". I due indici si sfiorano ma non si toccano: una distanza minima, carica di tensione, che ha acceso l'immaginazione di generazioni di osservatori. Molti storici dell'arte interpretano questa scelta come un potente simbolo della libertà dell'uomo: Dio offre la scintilla della vita e della coscienza, ma senza imporsi, lasciando ad Adamo - e all'umanità - la possibilità di scegliere se e quando colmare quella distanza. Nel contesto del Conclave, questo dettaglio assume un ulteriore significato: i cardinali, pur guidati dallo Spirito, sono chiamati a un atto libero e responsabile, colmando con la preghiera e la coscienza lo spazio tra divino e umano.

Un messaggio attuale per la Chiesa di oggi

 In un'epoca di cambiamenti e sfide per la Chiesa cattolica, il "Giudizio Universale" continua a essere un richiamo potente alla responsabilità e alla giustizia. Mentre i cardinali si preparano a eleggere il nuovo Pontefice, l'opera di Michelangelo li invita a considerare non solo le esigenze istituzionali, ma anche i valori spirituali e morali che devono guidare la loro scelta. Un'opera ancora ricca di misteri tutti da scoprire, come la presenza di Maria Maddalena, inserita da Michelangelo nel groviglio di figure

Chi sono le figure rappresentate nel Giudizio Universale?

 Il "Giudizio Universale" di Michelangelo ospita più di 400 figure. Al centro, Cristo giudice è circondato da una schiera di santi – tra cui Pietro, Paolo, Bartolomeo – facilmente riconoscibili dagli strumenti del martirio. In alto, angeli annunciano la fine dei tempi, mentre in basso le anime dei morti risorgono o precipitano all'inferno. Ogni personaggio è carico di tensione drammatica, inserito in un movimento caotico che riflette l'angoscia del giudizio.

Perché Michelangelo ha dipinto corpi nudi nel Giudizio Universale?

 I corpi nudi, scolpiti con rigore anatomico, sono una delle scelte più controverse dell'affresco. Michelangelo, scultore prima che pittore, intendeva mostrare l'essere umano nella sua essenza, spogliato di orpelli e status sociali. Nel giorno del giudizio, non conta la veste ma l'anima: l'uomo appare nudo davanti a Dio, come Adamo alla creazione.

Qual è il significato del Cristo giudice nell'affresco?

 Cristo non è raffigurato come il Salvatore misericordioso, ma come un giudice inflessibile, muscoloso, al centro della scena. È colto nell'atto di alzare il braccio, in un gesto che segna la separazione tra salvati e dannati. La sua postura e il volto concentrato evocano la responsabilità del giudizio divino, accentuando la solennità del momento.

Che ruolo ha avuto Paolo III nella realizzazione dell'opera?

 Papa Paolo III Farnese fu il committente effettivo del "Giudizio Universale”. Succeduto a Clemente VII, ne rilanciò l'idea con convinzione e volle che l'opera fosse un monito per una Chiesa minacciata dalla Riforma protestante. Fu anche lui a difendere Michelangelo dalle accuse di immoralità legate alla nudità delle figure.

Cos'è la censura del Braghettone e perché fu fatta?

 Subito dopo la morte di Michelangelo, alcune figure vennero coperte con drappi e “braghe”. L'incarico fu affidato a Daniele da Volterra, soprannominato il “Braghettone”, che intervenne per ordine del Concilio di Trento. La censura mirava a rendere l'opera più "decente" agli occhi della Chiesa post-riforma.

Cosa simboleggia la Vergine Maria nel Giudizio Universale?

 Maria si trova accanto a Cristo, ma in una posa insolita: non intercede né protegge, bensì si ritrae in silenzio. Il suo sguardo è rivolto verso i beati, ma la postura sembra segnare una presa di distanza dal momento del giudizio. Secondo molti studiosi, Michelangelo voleva rappresentare l'umanità di Maria, consapevole ma impotente davanti alla giustizia divina.

Perché Michelangelo non voleva dipingere il Giudizio Universale?

 Michelangelo non era entusiasta di tornare a lavorare nella Sistina. Aveva superato i sessant'anni e si considerava ormai uno scultore, non un pittore. Accettò l'incarico solo per dovere verso il Papa, ma con grande tormento personale, riversando le sue ansie esistenziali nell'opera.

Che differenze ci sono tra la volta e il Giudizio Universale?

 La volta, realizzata tra il 1508 e il 1512, racconta la Genesi con una narrazione ordinata e luminosa. Il “Giudizio Universale”, invece, è cupo, caotico, e privo di una struttura simmetrica. La volta rappresenta l'origine del mondo; il Giudizio, la sua fine. Due visioni opposte, separate da trent'anni di evoluzione artistica e spirituale.

Come si è conservato il Giudizio Universale fino a oggi?

 L'affresco è stato sottoposto a importanti restauri, l'ultimo dei quali tra il 1980 e il 1994. Grazie a tecniche moderne, è stato possibile rimuovere secoli di fuliggine e riportare alla luce i colori originali. Oggi, un sofisticato sistema di climatizzazione protegge l'opera dall'umidità e dall'afflusso dei visitatori.

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