I procuratori Rispoli e Prete: "Gli attacchi recenti rischiano di far deragliare il processo su terreni impropri". L'avvocato Aiello, difensore dell'indagato: "Aggressioni senza precedenti, è tempo di chiedere scusa"
Botta e risposta tra la Procura di Brescia, che indaga per corruzione in atti giudiziari relativa all'archiviazione di Andrea Sempio nel 2017 collegata al delitto di Garlasco, e la difesa dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti. "I recenti attacchi sopra le righe rivolti da un difensore nell'ambito di un'indagine di forte rilevanza mediatica rischiano di far deragliare il processo penale su terreni impropri", affermano in una nota il procuratore generale Guido Rispoli e il procuratore della Repubblica di Brescia Francesco Prete. Che ricordano come per il pm ci sia "il divieto, disciplinarmente sanzionato, di qualunque esternazione sulle indagini da lui condotte". A stretto giro è arrivata la replica di Domenico Aiello, legale dell'ex procuratore: "Il 26 settembre, la mattina delle perquisizioni, ancora dovevo entrare in casa del dott. Venditti che a reti unificate la sua reputazione era stata distrutta. Altro che riserbo".
La nota congiunta del procuratore generale Rispoli e del procuratore della Repubblica di Brescia Prete arriva dopo gli ultimi sviluppi del caso Garlasco e le dichiarazioni dell'avvocato Aiello, che aveva così commentato l'udienza al Riesame dove i pm non si erano presentati: "Abbiamo solo preso atto di un atteggiamento farisaico dei pubblici ministeri che oggi non sono comparsi in aula pur avendo già da ieri avuto contezza della inconsistenza della notizia criminis. Oggi non sono comparsi in aula nonostante si discutesse un riesame contro il loro ex collega".
Prete e Rispoli, nella nota, hanno sottolineato che per il pubblico ministero vige "il divieto, disciplinarmente sanzionato, di qualunque esternazione sulle indagini da lui condotte", una regola osservata quotidianamente anche per garantire "la presunzione di non colpevolezza dell'indagato". I due hanno sottolineato inoltre che, oltre ai doveri deontologici, "continenza e rispetto per il contraddittore devono ispirare la condotta di ogni parte processuale".
"Ieri, ho per la prima volta risposto alla stampa dopo un'udienza, e non sono stato il solo a notare l'assenza. Sarebbero state gradite delle scuse di accompagnamento al deposito delle sit dei tre colleghi ex difensori di Sempio. Lealtà, rispetto e trasparenza lo avrebbero suggerito. Ricordo, non certamente agli illustri Capi Uffici Bresciani, che la mattina delle perquisizioni, il 26 settembre, ancora dovevo entrare in casa del dott. Venditti che già alle 9, a reti unificate la sua reputazione era stata distrutta, altro che riserbo", ha detto Aiello. "Ho letto e condivido parola per parola la replica rivoltami dal pg e pm capo di Brescia, ma tutto va contestualizzato a quanto sta accadendo", ha proseguito ancora il legale. "Anche io infatti son convinto che, come i difensori hanno il dovere sacrosanto di prepararsi, studiare, leggere tutto e rimanere ancorati alle risultanze del fascicolo, così lo stesso obbligo dovrebbe governare il magistrato del pubblico ministero. Il dovere di lealtà, probità e soprattutto riserbo. Sottoscrivo volentieri ogni invito al riserbo, sono canoni che vanno sempre rispettati", ha continuato.
"Ritengo con convinzione che falsità e approssimazioni non dovrebbero costituire le condizioni per aggressioni senza precedenti di un ex magistrato incensurato con 44 anni di specchiata carriera, e non proprio nelle ovattate retrovie", ha continuato ancora il legale. "Ieri insisto sarebbe stato il momento giusto per presentare le scuse e assumere una decisione doverosa e responsabile, dimostrando, sensibilità e senso della giurisdizione", ha concluso Aiello.