Il documento dei finanzieri

Garlasco, guardia di finanza di Brescia: "Versamenti occulti dal padre di Sempio, ma non ai legali"

Nuova informativa nell'indagine per corruzione in atti giudiziari che coinvolge l’ex procuratore Mario Venditti e Giuseppe Sempio

31 Ott 2025 - 19:17
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La guardia di finanza di Brescia ha depositato un'informativa che aggiunge nuovi elementi all'indagine per corruzione in atti giudiziari a carico dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e di Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, nuovamente indagato per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Nel documento, i finanzieri scrivono che "le modalità prospettate sembrano più vicine all'ipotesi di dover pagare in maniera occulta persone diverse piuttosto che i difensori di fiducia, come invece sostenuto da Giuseppe Sempio".

I versamenti effettuati dal padre di Sempio

 Secondo quanto emerge, i versamenti effettuati dal padre di Andrea Sempio non sarebbero dunque riconducibili a spese legali, ma a pagamenti occulti che restano ora oggetto di approfondimento da parte della procura bresciana. L'ipotesi è che Venditti, nel 2017, abbia ricevuto una somma di denaro per favorire l'archiviazione della posizione di Andrea Sempio, inizialmente indagato nell'inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi.

L'indagine bresciana e la svolta del "pizzino"

 L'iscrizione nel registro degli indagati di Giuseppe Sempio, 72 anni, è arrivata un mese dopo il suo interrogatorio alla guardia di finanza di Pavia, avvenuto il 26 settembre. In quell'occasione Sempio era stato sentito come persona informata sui fatti, prima che gli venissero contestati presunti versamenti di 20-30 mila euro. L'atto d’indagine fa riferimento a un appunto manoscritto – il cosiddetto "pizzino" – trovato in un quaderno-rubrica nella casa della famiglia Sempio. Su quelle pagine sarebbe comparsa la frase "Gip Venditti archivia per 20-30 euro", che secondo Sempio si riferiva a una previsione di spesa per coprire le spese legali.

Gli inquirenti, però, hanno ritenuto poco credibile questa giustificazione. Dalla documentazione emerge infatti che l'uomo aveva già effettuato prelievi in contanti per almeno 15mila euro prima del febbraio 2017, data in cui il biglietto sarebbe stato scritto. Per questo la Procura di Brescia ha ritenuto necessario proseguire con ulteriori accertamenti.

Le contestazioni della guardia di finanza

 L'informativa della guardia di finanza di Brescia, depositata agli atti, sottolinea che le modalità dei pagamenti "sembrano più vicine all'ipotesi di dover pagare in maniera occulta persone diverse piuttosto che i difensori di fiducia". Una frase che ribalta la versione di Giuseppe Sempio, che aveva sostenuto di aver raccolto la somma per coprire esclusivamente le spese degli avvocati.

Il documento, ora al vaglio del sostituto procuratore Claudia Moregola, si inserisce in un quadro investigativo più ampio che comprende anche la posizione dell'ex magistrato Mario Venditti. A quest'ultimo, infatti, sono stati nuovamente sequestrati computer, tablet e telefoni cellulari, già restituiti dal Riesame, per permettere nuovi accertamenti informatici. "Un passaggio necessario – scrive la pm bresciana – per l'accertamento dei fatti, atteso che al loro interno sono sicuramente contenuti elementi utili alla prova del reato".

Le dichiarazioni e la posizione dei legali

 Durante l'interrogatorio, Giuseppe Sempio ha ribadito di aver scritto quella frase come semplice stima dei costi legali previsti in famiglia, negando qualsiasi pagamento illecito. "Pensavamo comunque di arrivare all’archiviazione – avrebbe dichiarato – e la cifra si riferiva alla spesa che ritenevamo probabile". L'avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Andrea Sempio, ha invitato alla prudenza: "L'iscrizione del padre è un atto dovuto, ma se il pizzino fosse l’unico elemento a suo carico sarebbe poco probante. Quel foglio è poco più del nulla". Nonostante ciò, la Procura di Brescia ha deciso di approfondire il caso, affidando a un consulente tecnico torinese, Matteo Ghigo, l'incarico di effettuare copie forensi di tutti i dispositivi sequestrati, comprese le eventuali tracce di dati cancellati.
 

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