L'avvocato dell'ex procuratore aggiunto ha formalizzato la propria riserva di richiedere incidente probatorio entro 10 giorni sui dispositivi. Una "mossa" che di fatto "anestetizza" le analisi
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Slitta a data da destinarsi l'accertamento tecnico irripetibile per estrarre la "copia forense" da cellulari e pc di Mario Venditti e Giuseppe Sempio nell'inchiesta per corruzione in atti giudiziari della Procura di Brescia relativa all'archiviazione di Andrea Sempio nel 2017. A far saltare l'analisi, fissate per lunedì 3 novembre a Pinerolo (Torino), è stata la "mossa" del difensore di Venditti, l'avvocato Domenico Aiello, che ha formalizzato al gip e alla Procura generale bresciana la riserva di richiedere incidente probatorio per evitare che sugli apparati dell'ex procuratore aggiunto, con la copia forense integrale, siano compiute attività "non decise e non presidiate da un giudice terzo, tenuto conto che la Procura pare non abbia inteso adeguarsi e rispettare il primo annullamento disposto" il 17 ottobre dal Tribunale del Riesame.
Il legale di Venditti è impegnato in un braccio di ferro con i pm a colpi di ricorsi e controricorsi con al centro, in particolare, la mole di dispositivi elettronici requisiti al suo assistito il 26 ottobre nell'ambito dell'inchiesta sul caso Garlasco e poi anche per quella sul "sistema Pavia". L'avvocato Aiello ha depositato al gip e alla Procura generale di Brescia la propria riserva di richiedere incidente probatorio entro 10 giorni sui dispositivi, con una "mossa" che di fatto anestetizza le analisi.
Per il Codice di procedura penale, se prima del conferimento dell'incarico l'indagato formula riserva di incidente probatorio da svolgere davanti a un giudice terzo e nel contraddittorio, il pm deve disporre che non si proceda agli accertamenti salvo che gli stessi non siano indifferibili. In caso la Procura proceda lo stesso sui dispositivi - che sono sotto chiave da oltre un mese e oggetto di tre differenti sequestri di cui uno annullato e altri due in attesa di riesame - le copie forensi saranno inutilizzabili in un eventuale processo.
L'ex procuratore aggiunto Venditti è accusato di aver ricevuto denaro per scagionare il figlio di Giuseppe Sempio, Andrea, che fu archiviato nel 2017 per l'omicidio Poggi. Secondo gli inquirenti, la presunta corruzione passerebbe da quei "20-30 mila euro" riportati nel "pizzino" trovato in un'agenda-rubrica a casa Sempio. Secondo le indagini, "le modalità prospettate sembrano più vicine all'ipotesi di dover pagare in maniera occulta persone diverse piuttosto che i difensori di fiducia", hanno scritto le Fiamme Gialle in un'annotazione che parla di "anomalie".
Il riferimento degli inquirenti è all'intercettazione ambientale del 10 febbraio 2017, quando in auto Giuseppe Sempio - parlando in dialetto alla moglie - aveva detto: "Dobbiamo trovare la formula di pagare quei signori". "Sicuramente intendevo gli avvocati parlando di quei signori lì - ha messo a verbale lo scorso 26 settembre l'operaio di Garlasco ora in pensione, sentito dopo la perquisizione disposta dalla pm -. Ogni prelievo fatto era sicuramente per gli avvocati". Ma per chi indaga non è così.