Approvata la delibera che introduce i rimborsi automatici del pedaggio in caso di ritardi. Sotto i 30 km si recupera sempre, oltre le 3 ore di blocco rimborso totale. Arriva un'app per le richieste
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Chiunque abbia mai affrontato una coda interminabile in autostrada conosce bene quella sensazione di impotenza: paghi il pedaggio per un servizio che, nei fatti, non ricevi. Ore fermi dietro ai cantieri, rallentamenti infiniti, ritardi che si accumulano. E alla fine, niente: nessuna compensazione, nessun riconoscimento del disagio subito. Dal prossimo anno, però, le cose cambieranno radicalmente.
L'Autorità di regolazione dei trasporti ha dato il via libera alla delibera 211/2025, un provvedimento che introduce per la prima volta in Italia il diritto al rimborso del pedaggio autostradale quando il viaggio viene compromesso da cantieri o blocchi del traffico. Non si tratta di una concessione simbolica: i rimborsi saranno automatici e in alcuni casi copriranno l'intero costo del pedaggio.
La misura, come sottolinea l'Autorità, "risponde a un'esigenza concreta: offrire maggiori garanzie ai cittadini che, sempre più spesso, si trovano a fronteggiare rallentamenti e disagi legati alla presenza di cantieri o a blocchi del traffico". Il presidente Nicola Zaccheo ha dichiarato: "Con questa delibera l'Autorità ribadisce un principio essenziale: il 'pay per use', il pedaggio deve essere sempre equo e proporzionato al servizio effettivamente usufruito. È un atto di tutela verso i viaggiatori".
La nuova disciplina partirà in due fasi. Dal 1° giugno 2026 saranno attivi i rimborsi per i blocchi del traffico e per i cantieri sulle tratte gestite da un singolo concessionario. Dal 1° dicembre 2026 il sistema si estenderà anche ai percorsi che coinvolgono più gestori autostradali, rendendo il meccanismo operativo su tutta la rete nazionale.
Il primo anno e mezzo servirà anche come periodo di monitoraggio: l'Autorità osserverà come funziona il sistema nella pratica e apporterà eventuali correzioni entro luglio 2027. L'obiettivo è mettere a punto un meccanismo efficace e sostenibile, che tuteli i diritti degli utenti senza compromettere la tenuta economica delle infrastrutture.
Come funzionano i rimborsi per i cantieri La logica è semplice: più lungo è il percorso, maggiore deve essere il ritardo accumulato per avere diritto al rimborso. Ma per i tragitti più brevi, il rimborso scatta automaticamente.
Per i percorsi sotto i 30 chilometri, il rimborso spetta sempre, a prescindere dall'entità del ritardo. Tra 30 e 50 chilometri, serve uno scostamento di almeno 10 minuti rispetto al tempo normale di percorrenza. Oltre i 50 chilometri, la soglia sale a 15 minuti.
Una novità importante riguarda i pendolari e gli abbonati: avranno le stesse tutele degli utenti occasionali. In più, se i lavori rendono il loro percorso abituale troppo difficoltoso, potranno recedere dall'abbonamento senza penali. Un diritto significativo per chi usa l'autostrada ogni giorno per lavoro.
Nel caso di interruzioni totali del traffico — causate per esempio da incidenti gravi o eventi meteo estremi — i rimborsi sono proporzionali alla durata del fermo. Se resti bloccato tra 60 e 119 minuti, recuperi la metà del pedaggio. Tra 120 e 179 minuti, il rimborso sale al 75%. Oltre le tre ore di blocco totale, il rimborso diventa integrale: il pedaggio viene restituito per intero.
Attenzione però: questi rimborsi non scattano automaticamente in tutti i casi. Devono riguardare situazioni straordinarie e imprevedibili, dimostrate oggettivamente dal concessionario. Gli eventi di forza maggiore possono infatti essere recuperati dai gestori attraverso il pedaggio, anche se l'impatto sui costi per gli utenti sarà, secondo l'Autorità, "praticamente impercettibile".
Ci sono alcune eccezioni importanti. Non si ha diritto al rimborso per importi inferiori a 10 centesimi (anche se i rimborsi superiori vengono accreditati a partire dalla somma di 1 euro). Non spetta nemmeno se sulla tratta è già prevista una riduzione generalizzata del pedaggio.
I cantieri emergenziali — quelli installati d'urgenza dopo incidenti, eventi meteorologici straordinari o per interventi di soccorso — sono esclusi dal meccanismo. E in una prima fase, anche i cosiddetti cantieri mobili non daranno diritto a rimborso, anche se i concessionari dovranno comunque informare adeguatamente gli utenti sulla loro presenza e programmazione.
Una delle novità più interessanti è l'introduzione di un'applicazione nazionale che permetterà di gestire informazioni sulla viabilità e rimborsi in modo unificato, a prescindere dal gestore autostradale. Chi non vuole o non può usare l'app potrà comunque richiedere i rimborsi attraverso i canali tradizionali messi a disposizione dai concessionari: numeri verdi, portali web dedicati, assistenza telefonica. L'automatismo dei rimborsi rappresenta un passo avanti significativo: non sarà più necessario presentare reclami o inviare documentazione. Il sistema registrerà i ritardi e attiverà automaticamente le procedure di compensazione.
A regime, i rimborsi legati ai cantieri non potranno essere recuperati dai concessionari attraverso aumenti del pedaggio. Sarà quindi un costo che le società dovranno assorbire, incentivandole a programmare i lavori in modo più efficiente e a ridurre al minimo i disagi.
Per le concessioni già in essere, però, è previsto un periodo di transizione graduale. Nel 2026 e 2027, i concessionari potranno recuperare integralmente le somme versate agli utenti. Dal 2028 al 2030, questo recupero diminuirà progressivamente: 75% nel 2028, 50% nel 2029, 25% nel 2030. Dal 2031, nessun recupero sarà più possibile.
L'Italia è il primo Paese europeo a introdurre un sistema di rimborsi così strutturato e automatizzato per i disagi autostradali. La rete italiana conta oltre 7mila chilometri gestiti da decine di concessionari diversi, e secondo un'indagine di Altroconsumo del 2023, quasi il 70% degli automobilisti italiani ritiene i pedaggi troppo elevati rispetto alla qualità del servizio ricevuto.
Zaccheo ha anche sottolineato l'altro aspetto della questione: "Occorre allo stesso tempo considerare un altro aspetto fondamentale, quello della sostenibilità complessiva del sistema: contemperare i diritti degli utenti con la tenuta economica delle infrastrutture è indispensabile per garantire un equilibrio duraturo". Un principio semplice ma rivoluzionario, che finalmente mette nero su bianco i diritti degli automobilisti e trasforma il pedaggio da "tassa di passaggio" a corrispettivo di un servizio che deve essere garantito.