Come si arriva a questo livello di pedaggio? Analisi dei fattori tecnici, economici e politici alla base
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Confronto con altre infrastrutture in Italia, Europa e mondoDa cosa dipende un pedaggioL'impatto sul traffico e sulla mobilità locale
Il pedaggio per attraversare il futuro Ponte sullo Stretto di Messina sarà compreso tra i 9 e i 10 euro. A comunicarlo è stato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, nel corso di un'intervista in cui ha confermato anche l'avvio dei cantieri per l'autunno 2025. La cifra, apparentemente contenuta per un'opera dal valore stimato di oltre 13 miliardi di euro, solleva un interrogativo legittimo: si tratta davvero di un pedaggio basso? E come si colloca rispetto ad altre infrastrutture analoghe, in Italia e nel mondo? L'obiettivo del governo è presentare il Ponte come una grande opera accessibile, anche sotto il profilo economico, ma le comparazioni con altri tunnel e ponti mostrano un quadro più articolato. Dai quasi 55 euro del Traforo del Monte Bianco ai più di 30 dell'Eurotunnel, il costo di attraversamento varia molto in base a caratteristiche tecniche, gestionali e politiche. Proviamo a fare il punto.
L'annuncio sul pedaggio è arrivato direttamente da Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio. "Il costo per attraversare il ponte sarà sotto i 10 euro", ha dichiarato il 6 agosto, confermando che i lavori partiranno nel 2025, dopo il via libera al progetto esecutivo da parte del Cipess. Il piano prevede l'ultimazione del ponte entro il 2032–2033, con un tempo di attraversamento stimato in circa 2 minuti. La concessione sarà gestita da una società pubblica, ma il modello di finanziamento includerà anche contributi privati. Secondo le fonti ufficiali, il pedaggio sarà "calmierato" per residenti e pendolari, con sconti per viaggi frequenti. L'obiettivo è rendere il ponte competitivo rispetto ai traghetti attuali, che possono costare anche più di 40 euro andata e ritorno, includendo il trasporto dell'auto.
Il confronto più diretto è con il Traforo del Monte Bianco, una delle opere più costose per gli automobilisti in Italia. Attualmente, il pedaggio per un'auto è di 55,80 euro lato italiano e 54,80 lato francese. Il tunnel misura circa 11,6 km, quindi il costo per chilometro supera i 4,50 euro. Esistono tariffe scontate con carnet, ma l'importo rimane comunque elevato.
Simile è il caso del Traforo del Fréjus, dove si pagano 55 euro per singolo passaggio, con opzione andata e ritorno a circa 68 euro. Anche in questo caso, il costo per chilometro è superiore ai 4 euro.
In Austria, il pedaggio per il tratto Innsbruck–Brennero è di circa 8 euro per 35 km, mentre in Svizzera e Slovenia si usano le cosiddette vignette (abbonamenti temporanei), con costi medi intorno ai 10 euro a settimana per l'uso delle autostrade.
A livello europeo, l'Eurotunnel tra Calais (Francia) e Folkestone (Regno Unito) è uno dei più cari: circa 32 euro solo andata per una corsa semplice, ma il costo può salire in base all'orario e al veicolo.
Nel mondo, il Golden Gate Bridge di San Francisco prevede un pedaggio digitale di circa 8,75 dollari (circa 8 euro) per auto, ma è valido solo in un senso. In Danimarca, il Ponte Øresund tra Copenaghen e Malmö (Svezia) costa circa 55 euro per una corsa semplice. Negli Stati Uniti, i ponti a pagamento a New York (come il Verrazzano-Narrows) hanno costi tra 6 e 17 dollari, a seconda del metodo di pagamento.
Il Codacons, in un'analisi pubblica, ha evidenziato che il pedaggio stimato per il Ponte sullo Stretto rappresenterebbe un costo di circa 2,73 euro per chilometro, ben superiore alla media autostradale italiana (0,075–0,089 €/km), e più del doppio del costo per chilometro dell'Eurotunnel (1,42 €/km).
Determinare un pedaggio non è un'operazione arbitraria. Le tariffe vengono stabilite in base a diversi fattori: costo complessivo dell'opera, durata della concessione, stima del traffico giornaliero, manutenzioni previste e sostenibilità economica del progetto. Nel caso del Ponte sullo Stretto, trattandosi di un'infrastruttura unica per complessità ingegneristica e collocazione, il costo al chilometro risulterà inevitabilmente superiore alla media. Tuttavia, la presenza di sconti per residenti e pendolari e il confronto con i costi dei traghetti potrebbe rendere la tariffa più accettabile agli occhi degli utenti.
Il Ponte sullo Stretto di Messina, una volta operativo, modificherà in modo significativo la mobilità tra la Sicilia e il resto della penisola. Attualmente, l'unico collegamento diretto è garantito dai traghetti, con tempi di attraversamento che variano tra i 20 e i 60 minuti, a seconda delle condizioni del mare e delle operazioni di imbarco. Il nuovo ponte consentirà un transito stradale in circa 2 minuti, con un risparmio netto per automobilisti e mezzi pesanti, sia in termini di tempo che di organizzazione logistica. Il progetto prevede una capacità di traffico pari a circa 6.000 veicoli all'ora su tre corsie per senso di marcia, oltre a due binari ferroviari. Questo dovrebbe contribuire a ridurre la congestione nei porti di Messina e Villa San Giovanni, oggi sovraccarichi nelle ore di punta e nei periodi festivi.
L'infrastruttura sarà integrata con la rete autostradale esistente e con la linea ferroviaria ad alta capacità in fase di potenziamento tra Palermo, Catania e Messina. Secondo uno studio del Ministero delle Infrastrutture, il ponte potrebbe favorire una diminuzione del traffico marittimo del 60–70%, con benefici anche in termini ambientali. Tuttavia, alcuni esperti sollevano dubbi sull'effettiva capacità delle infrastrutture esistenti — soprattutto lato siciliano — di sostenere l'aumento di flussi. Sarà dunque fondamentale coordinare gli interventi di viabilità locale con l'entrata in funzione dell'opera per evitare nuove forme di congestione.