Sette anni di lavori

Il Ponte tra Sicilia e Calabria si farà: tutto quello che c'è da sapere sul progetto da record del mondo

Cronoprogramma preciso e finanziamenti definiti: l'opera costerà 13,5 miliardi di euro e parte quest'estate. Punta a rivoluzionare i collegamenti e l’economia del Sud entro il 2032

05 Ago 2025 - 10:33
 © sito ufficiale

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Da chimera millenaria a progetto concreto: l'Italia rilancia la costruzione del nuovo Ponte sullo Stretto di Messina, firmato da Webuild e inserito nel corridoio TEN-T europeo. I lavori prenderanno il via nell'estate del 2025, con conclusione prevista per il 2032. L'opera, da 13,5 miliardi di euro, sarà finanziata da fondi pubblici e investimenti europei, con l'ambizione di trasformare radicalmente i collegamenti tra Sicilia e continente. Con una campata centrale di 3.300 metri, il ponte sarà il più lungo del mondo nella sua categoria e ridurrà i tempi di attraversamento tra le due sponde a circa 15 minuti. L'intervento, guidato dalla società Stretto di Messina (controllata dal MEF), promette ricadute significative in termini di occupazione, PIL e coesione territoriale.

I numeri del ponte: dimensioni e struttura

 Il Ponte sullo Stretto sarà un colosso dell'ingegneria: lungo complessivamente 3.666 metri, la sua campata centrale raggiungerà i 3.300 metri, record mondiale per ponti sospesi. Sarà largo 60,4 metri, con sei corsie stradali (tre per senso di marcia), due binari ferroviari e due corsie di emergenza. Le due torri principali, posizionate sulle sponde siciliana e calabrese, saranno alte 399 metri: quasi il doppio della Torre Unicredit, attualmente il grattacielo più alto d'Italia. Ogni torre sarà composta da due piloni, tre traversi e 44 conci prefabbricati, assemblati in loco. Il ponte resterà operativo 365 giorni l'anno e sarà progettato per resistere a venti superiori ai 200 km/h e a terremoti fino a magnitudo 7.1 della scala Richter.

Cronoprogramma: fase per fase, da oggi al 2032

 L'avvio dei lavori è previsto per l'estate 2025, con una durata complessiva di sette anni. Il cronoprogramma prevede una prima fase di cantierizzazione e preparazione delle aree coinvolte, seguita dall'installazione dei piloni e dall'assemblaggio delle strutture principali. La posa dei cavi portanti verrà effettuata tramite un innovativo sistema di zattere. A completamento, entro il 2032, verranno realizzati circa 40 km di raccordi stradali e ferroviari che collegheranno l'infrastruttura ai principali snodi regionali e nazionali.

Costi e fonti di finanziamento

 Secondo il Documento di economia e finanza 2024, il costo complessivo è stimato in 13,5 miliardi di euro. La copertura finanziaria sarà garantita da risorse pubbliche nazionali, fondi europei e da un aumento di capitale approvato per la società Stretto di Messina. Il progetto prevede un ritorno economico stimato in quasi 4 miliardi di euro, con un tasso interno di rendimento pari al 4,5%, superiore alla media degli investimenti infrastrutturali pubblici.

Benefici attesi: PIL, occupazione, riduzione dell'insularità

 Il Ponte sullo Stretto genererà un impatto macroeconomico rilevante: si stimano tra i 100 e i 120mila posti di lavoro complessivi nel corso dei lavori, con un incremento del PIL pari a circa 3 miliardi di euro all'anno. L'opera contribuirà a ridurre il cosiddetto "costo dell'insularità" che grava soprattutto sulla Sicilia, stimato in oltre 6,5 miliardi annui. Il ponte diventerà il terminale sud del corridoio Scandinavo-Mediterraneo, collegando idealmente Helsinki e Palermo su un'unica direttrice infrastrutturale.

Il corridoio TEN-T europeo: una dorsale strategica per l’Ue

 Il progetto del Ponte sullo Stretto è parte integrante del corridoio Scandinavo-Mediterraneo della rete TEN-T, la rete transeuropea dei trasporti promossa dall’Unione Europea per migliorare la connettività interna e promuovere una mobilità sostenibile e integrata. Questo corridoio strategico attraversa l’Europa da nord a sud, collegando città come Helsinki, Stoccolma, Berlino, Monaco, Roma e Palermo. L’inserimento del ponte in questa dorsale lo rende una infrastruttura chiave non solo per l’Italia ma per l’intero sistema di trasporti europeo, facilitando il trasporto intermodale di merci e persone lungo uno degli assi più trafficati del continente.

Ingegneria d'avanguardia e durata nel tempo

 La progettazione dell'opera è stata aggiornata ai più recenti standard internazionali. Il ponte è tarato per durare almeno 200 anni. La struttura sarà dotata di dispositivi di monitoraggio e manutenzione in tempo reale, con sistemi integrati per la sicurezza, la gestione del traffico e l'efficientamento energetico. Il modello ingegneristico ha già ispirato progetti simili, al punto che si parla già di un filone di ponti "Messina style".

Criticità, dubbi e interrogativi aperti

 Nonostante l'entusiasmo, restano alcuni nodi aperti. L'area dello Stretto è a elevato rischio sismico: da qui la necessità di soluzioni strutturali ad hoc e test sismici approfonditi. Anche le condizioni atmosferiche estreme, in particolare i venti forti che interessano frequentemente lo Stretto, rappresentano una sfida tecnica: la struttura sarà progettata per resistere a raffiche superiori ai 200 km/h, garantendo stabilità e sicurezza in ogni condizione climatica. Resta inoltre da chiarire il costo per l'utenza: sebbene non siano ancora stati definiti i pedaggi, si ipotizzano tariffe competitive rispetto agli attuali traghetti, che non verranno eliminati ma riconvertiti per usi complementari. Alcuni comitati locali sollevano anche questioni legate all'impatto ambientale e all'effettiva priorità dell'opera rispetto ad altre carenze infrastrutturali del Sud.

Ponte strategico: perché potrebbe rientrare nelle spese NATO

 Il ponte non è solo un'opera civile: alcuni analisti sostengono che potrebbe essere classificato tra le infrastrutture dual use, utilizzabili anche a fini militari. La sua posizione strategica lo rende un asset potenziale per la mobilità rapida di truppe e mezzi nel Mediterraneo. Tale status potrebbe consentire all'Italia di contabilizzare parte dell'investimento tra le spese per la sicurezza e la difesa, contribuendo indirettamente al raggiungimento degli obiettivi NATO sul PIL.

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