Il 46enne sarà sottoposto a una perizia psichiatrica. Sperava di ritornare negli Stati Uniti ed è invece stato estradato in Italia dalle autorità di Atene
Francis Kaufmann, l'uomo accusato del duplice omicidio di Villa Pamphili, è atteso a Roma venerdì dopo aver devastato la cella in cui era detenuto in Grecia, a Larissa, e dopo essere finito nel reparto di Psichiatria. Il 46enne californiano, finito in carcere il 13 giugno per la morte della compagna Anastasia Trofimova e della figlia Andromeda ed estradato in Italia, ha cominciato con le violenze fisiche e verbali nel momento in cui ha capito che le autorità greche lo avrebbero rimandato a Roma e non, come sperava, negli Stati Uniti. Si apprende anche che, durante il suo soggiorno romano, Kaufmann si era anche spacciato per tenore.
Probabilmente, scrive il "Messaggero", è stata quindi la rabbia a provocargli i nuovi accessi di violenza, dopo che aveva sperato di evitare di fare i conti con la giustizia italiano essendo scappato da Roma e dopo aver puntato sul rientro negli Usa, anch'esso sfumato con l'estradizione.
Kaufmann arriverà quindi a Roma venerdì a bordo di un volo dell'Aeronautica militare e, accompagnato dagli agenti della Sco e della Squadra mobile, sarà portato nel carcere di Rebibbia, che dispone di un reparto psichiatrico.
C'è ora da stabilire a cosa siano effettivamente dovute le violenze nel carcere: a uno stato psichico compromesso oppure alla sua indole di manipolatore, come sostengono i genitori di Anastasia, quella stessa indole con cui convinse la 28enne a trasferirsi a Malta con lui tagliando ogni altro rapporto con parenti e amici. Per chiarire cosa ci sia dietro quei comportamenti violenti, Kaufmann a Roma sarà sottoposto a una perizia psichiatrica.
Proprio padre e madre della donna hanno raccontato che, dopo una breve vacanza a Malta, Anastasia era tornata nell'isola con lui. A quel punto il suo telefono era stato irraggiungibile e la giovane aveva ricontattato i suoi solo dopo un lungo periodo dal telefono di Kaufmann. Fino all'ultima mail in cui scriveva alla madre che "aveva dei problemi con quell'uomo".
Un'identità sicuramente problematica, quella del californiano, che, durante il suo soggiorno a Roma, oltre a incontrare diverse case di produzione cinematografica, si era anche spacciato per tenore al Teatro dell'Opera, chiedendo di fare un'audizione. Ma si era anche fatto passare per chef e per sceneggiatore. Oltre ad ottenere il tax credit da 860mila euro per un film mai girato. Tante le ombre nel suo passato, in una vita piena di menzogne. Tanti i suoi alias, tra i quali quello di Rexal Ford e di Matteo Capozzi, e tante le ombre nel suo passato: la Procura di Roma è ancora in attesa di risposte dagli Stati Uniti. Da chiarire il nodo del passaporto dell'uomo, valido ma con un nome diverso dal suo. Infine si attendono i risultati degli esami istologici sul corpo di Anastasia per chiarire le cause della morte.