Le registrazioni della videosorveglianza della stazione piemontese, acquisite dalla polizia ferroviaria, documentano i secondi prima e dopo il passaggio del convoglio. Nelle telefonate tra il caposquadra e la responsabile di linea emerge che non avevano il via libera
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È stato diffuso per la prima volta il filmato agli atti dell'inchiesta sulla strage ferroviaria di Brandizzo, in provincia di Torino, avvenuta il 30 agosto 2023 e costata la vita a cinque operai impegnati in un intervento di manutenzione sui binari. Le immagini registrate dalle telecamere della stazione, mostrano con chiarezza gli ultimi istanti prima dell'arrivo del convoglio diretto a Torino e l'impatto che travolge la squadra al lavoro. Il video evidenzia come i tecnici fossero già sui binari mentre il treno si avvicinava, in un contesto in cui la circolazione ferroviaria non risultava ancora interrotta. Nel video si sentono anche gli audio delle telefonate tra il caposcorta dell'impresa incaricata dei lavori e la dirigente della circolazione di Rfi, materiale acquisito dalla polizia ferroviaria e parte del fascicolo della Procura di Ivrea, che ha chiuso le indagini individuando 24 indagati tra persone e società.
Il filmato, ripreso dalle telecamere di videosorveglianza della stazione di Brandizzo, documenta gli attimi immediatamente precedenti e successivi all'incidente. Le immagini mostrano gli operai della ditta Sigifer impegnati nelle attività di manutenzione, mentre il convoglio proveniente da Chivasso e diretto a Torino entra nell'inquadratura senza rallentamenti apparenti. L'impatto è improvviso e violento: la scena, pur priva di dettagli ravvicinati, restituisce la drammaticità di un evento che si consuma in pochi secondi. Il materiale, sequestrato dalla polizia ferroviaria nelle ore successive alla tragedia, è ritenuto uno degli elementi fondamentali per la ricostruzione tecnica delle dinamiche. Gli operai risultano però al lavoro già alle 23:43 quando in realtà non avevano ancora ottenuto il via libera.
Gli audio delle telefonate tra Antonio Massa, caposcorta della squadra impegnata nei lavori, e la dirigente della circolazione ferroviaria di Rfi. Le conversazioni, registrate nelle fasi immediatamente precedenti e successive all'incidente, restituiscono un momento operativo complesso, caratterizzato da concitazione e tentativi di coordinamento. Nel materiale si sente Massa comunicare la presenza della squadra sui binari pochi istanti prima dell'impatto. Subito dopo l'incidente, la voce dell'operatore conferma la gravità dell'accaduto.
Dalle verifiche compiute durante l'inchiesta è emerso che le operazioni di manutenzione erano iniziate mentre la circolazione ferroviaria risultava ancora attiva. Gli operai si trovavano sui binari senza avere avuto conferma dell'interruzione del traffico, un elemento ritenuto centrale dagli investigatori per valutare la catena delle comunicazioni e delle autorizzazioni. Secondo quanto ricostruito, il coordinamento fra la squadra di operai, la caposcorta e la sala operativa avrebbe avuto un ruolo decisivo nel determinare la situazione di rischio. La concomitanza fra l'inizio dei lavori e l'arrivo del convoglio rappresenta uno degli aspetti cardine della fase istruttoria.
Le registrazioni contenute negli atti dell'inchiesta documentano in tempo reale la sequenza di eventi che precede la tragedia. Le telecamere della stazione riprendono i binari mentre gli operai della Sigifer, impegnati in un intervento di manutenzione, sono già al lavoro. In parallelo scorrono le conversazioni tra Antonio Massa, caposcorta Rfi e sopravvissuto all'incidente, e Vincenza Repaci, dirigente movimento Rfi. Alle 23:27 Massa chiede informazioni sulla circolazione, e Repaci lo avverte di un ultimo transito previsto per le 23:48. I due concordano di aggiornarsi dopo le 23:30 per definire con precisione l'avvio delle attività. Nei minuti successivi si susseguono altre comunicazioni: alle 23:45 transita un convoglio, e un minuto dopo Massa chiede formalmente di poter richiedere l'interruzione dei treni. Da Chivasso rispondono che un treno merci è ancora previsto in linea, ma che serve attendere una conferma definitiva.
La situazione evolve rapidamente. Mentre la conversazione è ancora in corso e l'autorizzazione non è stata concessa, gli operai risultano già sui binari e iniziano a svitare i bulloni delle rotaie. Alle 23:48 Repaci richiama Massa per riferire che il treno merci dovrebbe passare all'1:30, lasciando ipoteticamente una finestra utile di circa un'ora per i lavori. Massa accetta e formalizza telefonicamente la richiesta di interruzione dalle 00:01 all'1:30, ma in quell'istante gli operai sono già sulla sede ferroviaria. È mentre pronuncia queste parole che il convoglio entra nell'inquadratura: sono le 23:49. L'impatto è inevitabile. Massa interrompe la chiamata e urla, poi richiama Repaci per comunicare l'accaduto: "C'è 'sto treno che è passato, pensavo non ci fossero più treni. Ha preso le persone". La dirigente replica che il passaggio delle 23:50 era stato segnalato e che l'interruzione non era ancora attiva. Massa, sconvolto, aggiunge: "Gli ho rovinato la vita".
La Procura di Ivrea ha chiuso l'indagine lo scorso luglio individuando 24 indagati, tra cui 21 persone fisiche e tre società: Rfi, Sigifer e Clf. Le accuse, a vario titolo, includono omicidio colposo e disastro ferroviario colposo. L'iniziale ipotesi di omicidio volontario non è stata confermata nell'atto conclusivo dell'inchiesta. Tra i soggetti coinvolti figurano dirigenti e tecnici delle aziende coinvolte nei lavori, responsabili della sicurezza e figure operative presenti quella notte. L'obiettivo della magistratura è chiarire l'esatta sequenza di decisioni, comunicazioni e omissioni che hanno portato alla tragedia, valutando le responsabilità lungo l'intera filiera organizzativa.