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La famiglia della 20enne sentita dai carabinieri. Giovedì l'autopsia
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Risale al 4 agosto, cioè due giorni dopo il ritrovamento del corpo di Simona Cinà, il sequestro di diversi oggetti che erano nella casa di Bagheria in cui la pallavolista ventenne è stata rinvenuta morta in piscina durante una festa di laurea. Si tratta di decine di bottiglie di alcolici, bicchieri e dei vestiti della giovane. È quanto emerge dal verbale dei carabinieri, che hanno trovato gli oggetti e li hanno repertati. I familiari della ragazza avevano sostenuto di non aver visto tracce di alcolici ed erano stati smentiti dai pm lunedì con una nota.
Il decreto di convalida del sequestro di quanto trovato nella villa durante le indagini è stato notificato martedì alla famiglia della vittima. Il provvedimento è firmato dal sostituto procuratore di Termini Imerese, Raffaele Cammarano. Sono stati sequestrati i vestiti di Simona, il costume che aveva addosso oltre a cinque bottiglie di gin, sei di spritz, 12 di spumante e diversi teli mare e abiti.
Intanto giovedì potrebbe essere il giorno della verità su Simona. La svolta potrebbe arrivare dall'autopsia che sarà eseguita al Policlinico di Palermo e che potrà chiarire le cause del decesso e dare le risposte che la famiglia della ragazza attendono da sabato. Per i genitori, la sorella gemella e il fratello più grande, resta un grande mistero come una giovane atleta, nuotatrice provetta, possa essere annegata in una piccola piscina. Martedì, sentiti dai carabinieri di Bagheria che indagano sul caso, i familiari di Simona hanno confermato che "stava bene e non aveva nessun problema di salute". Era un atleta che "si sottoponeva continuamente a visite mediche per potere disputare gare" e per avere "i certificati per potere svolgere attività agonistica".
Per la Procura di Termini Imerese, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, l'ipotesi privilegiata, al momento, resta quella del malore o dell'incidente senza dolo da parte di terzi. I ragazzi che erano ancora in piscina ai carabinieri hanno detto che la serata "era tranquilla" e che "nessuno si è accorto di cosa sia accaduto" alla ragazza. Quando l'hanno vista nel fondo della piscina, hanno riferito, due di loro si sono subito tuffati, con i vestiti indosso, per darle aiuto: ma neppure i tentativi di rianimarla praticati fino all'arrivo del personale del 118 sono serviti a salvarla.
Nelle scorse ore, per arrivare ad accertare le cause del decesso di Simona, al Policlinico di Palermo di sono stati eseguiti i primi esami medico legali: la salma è stata sottoposta a una Tac e a radiografie per evidenziare se ci siano fratture o emorragie interne o danni da patologie sconosciute. Ma, secondo quanto si appreso, gli esami diagnostici eseguiti non sarebbero stati esaustivi e per questo sarebbe stata disposta dagli esperti nominati dalla Procura anche una risonanza magnetica.
A eseguire l'autopsia sarà l'anatomopatologo Tommaso D'Anna, che accerterà se c'era presenza di acqua nei polmoni, e quindi Simona è annegata, o quale altra potrebbe essere la causa e del suo decesso. Per la famiglia della vittima ci sarà un perito di parte nominato dagli avvocati Gabriele Giambrone e Davide Carnese. Dopo 45 giorni arriveranno gli esiti degli esami tossicologi e istologici per completare il quadro medico legale.