Palermo, la piscina in cui è stata trovata morta la 20enne Simona Cinà
© Ansa
© Ansa
Gli investigatori cercano di chiarire i punti oscuri della vicenda. Giovedì l'autopsia
Sarà l'autopsia, che verrà effettuata giovedì 7 agosto all'Istituto di medicina legale del policlinico di Palermo, a chiarire il giallo del decesso di Simona Cinà, la 20enne morta nella piscina di una villa a Bagheria (Palermo). La Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. La famiglia della ragazza continua a chiedere spiegazioni su quanto accaduto: "Perché è morta, perché? Dove sono finiti i vestiti? E se era una festa, perché non c'erano torta e alcolici?". Tutte domande alle quali, per il momento, non si trovano ancora risposte.
Il fascicolo aperto dalla Procura è, al momento, senza indagati. L'ipotesi che sembra prendere corpo tra gli investigatori è quella del malore: se così fosse, resta da chiarire cosa avrebbe provocato il decesso di Cinà, che non aveva mai avuto problemi di salute e che praticava pallavolo a livello agonistico. Lo sottolinea anche il padre Luciano: "Mia figlia era un pesce d'acqua, faceva surf, beach volley. Lo sport era la sua vita, curava il corpo, studiava al terzo anno di università. Noi vogliamo sapere cosa è successo a mia figlia, questo soltanto".
"Ci sono tante cose che non tornano. Era una festa di laurea ma non abbiamo visto la torta, non abbiamo trovato alcolici", raccontano Roberta, la sorella gemella di Simona, e il fratello Gabriele. "Vogliamo capire l'alcol dov'è finito", fa loro eco il padre Luciano. Come riporta il Corriere della Sera, i soccorritori del 118 - chiamati dai ragazzi che avevano visto il cadavere della 20enne - hanno trovato, al loro arrivo, bottigliette di acqua in sacchi di plastica e qualche bicchiere. Eppure, nei video del party postati sui social - poi quasi tutti rimossi, altra stranezza rilevata - i partecipanti hanno in mano dei cocktail. Anche l'invito alla festa che circolava su WhatsApp presentava alcuni simboli che richiamavano l'alcol, con la scritta: "Ci teniamo a tenervi idratati".
© Ansa
© Ansa
Secondo l'avvocato della famiglia, sui video della festa ci sarebbero "stranezze": "Ce ne sono pochi, anzi pochissimi. Non ci sono immagini della torta, della festa, niente. Chissà come mai. Strano, no?". Una tesi rilanciata dalla sorella Roberta: "Abbiamo soltanto due video ricevuti dalle sue amiche più strette, altri non ne ho trovati". Prima della morte, ci sono dei filmati in cui si vede Simona sorridente, gonna di jeans e camicia verde, con un bicchiere di plastica in mano, partecipare a un ballo di gruppo a bordo piscina. In un altro, la ragazza è in una stanza insieme a due amiche, e insieme cantano, ballano e ridono.
Nella villa affittata dai neolaureati - un immobile di lusso con vista mare da poco in vendita per un milione e 200mila euro - erano state invitate 80 persone. Come raccontano i testimoni, Cinà è stata ritrovata a faccia in su, un aspetto che escluderebbe l'ipotesi dell'annegamento. La vasca non era grande e, come riporta il Corriere, alcuni partecipanti alla festa, all'arrivo degli investigatori, erano ancora bagnati, come se fossero stati in piscina fino a poco prima. "Quando siamo arrivati i ragazzi erano tutti bagnati, in silenzio. Simona era una surfista e nuotava perfettamente, difficile pensare che sia affogata in una piscinetta", hanno evidenziato i genitori.
Il giallo della morte di Simona è racchiuso in 50 minuti che sono al vaglio dei carabinieri della compagnia di Bagheria: quelli che vanno dalle 3:20, l'ora in cui un'amica della 20enne ha testimoniato ai militari dell'Arma di averla salutata mentre lei ancora ballava vicino alla consolle del dj, alle 4:10 quando al 112 è arrivata la telefonata di richiesta di aiuto. I sanitari, arrivati alle 4:23, hanno trovato la giovane fuori dall'acqua: secondo la ricostruzione, gli amici l'avrebbero tirata su e provato a rianimarla. Sul petto c'erano i segni del massaggio cardiaco.
Sull'ipotesi che alla festa possa essere girata della sostanza stupefacente, i fratelli di Simona si dicono sicuri che la questione non riguardi lei. "Ce lo siamo chiesto, abbiamo pensato che forse qualcuno ha messo qualcosa nel bicchiere di nostra sorella". Ma, precisano, "siamo certi che Simona non avrebbe mai preso qualcosa volontariamente. Lei era salutista, si controllava periodicamente e le società dove giocava chiedevano sempre certificati medici".
"Non abbiamo trovato i vestiti di mia sorella, ma solo le scarpe", hanno raccontato i familiari. In realtà, gli indumenti di Simona - una canotta verde e una minigonna - sono stati trovati e sequestrati all'arrivo dei carabinieri, così come gli slip da uomo che erano nel giardino della villa.