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Cagliari, scartata al lavoro perché trans: dopo la denuncia social il lieto fine | Arrivano due contratti

Lieto fine nella vicenda di discriminazione di cui era stata vittima la 21enne Martina Floris. "Ho ricevuto solidarietà da tante persone, il problema lavorativo è solo la punta dell'iceberg"

Cagliari, scartata al lavoro perché trans: dopo la denuncia social il lieto fine | Arrivano due contratti - foto 1
Tgcom24

Era stata scartata dal lavoro in un locale del centro di Cagliari perché transgender e aveva denunciato sui social l'episodio di discriminazione.

Ma adesso per Martina Floris, 21 anni di Cagliari, sono arrivate due opportunità d'impiego: un contratto stagionale in uno dei chioschi sulla spiaggia del Poetto e un tirocinio in un bar di via Dante, sempre a Cagliari. "Ho ricevuto solidarietà da tante persone", il primo commento a caldo della giovane. "Il problema lavorativo è solo la punta dell'iceberg", aggiunge.

 

Cagliari, trans discriminata sul lavoro: ecco cosa è accaduto

 "Dopo la mia denuncia sui social e gli articoli di stampa - racconta Martina Floris - sono successe tante cose, belle e brutte. Mi è arrivata la proposta di tirocinio in un bar in via Dante. Mi ha chiamato la titolare dopo aver letto quanto mi era accaduto. Essendo la prima esperienza, iniziamo con il tirocinio. Poi mi è stato confermato il contratto in un chiosco del Poetto. Ho ricevuto solidarietà da tante persone".

 

Ma non solo. "Purtroppo sui social, sotto i link degli articoli, è emersa anche la cattiveria e l'ignoranza di tante persone. Sapevo che sarebbe successo - ha detto ancora la 21enne - me lo aspettavo; è la conferma che la discriminazione ancora esiste".

 

 

Martina Floris è comunque ottimista. "Sono felice che sia stata data voce a questa storia - sottolinea - sono stata portavoce di una fetta di popolazione molto discriminata. Speriamo di poter continuare a diffondere la conoscenza e combattere l'ignoranza".

 

 

Sui social la 21enne infatti scrive: "Non avete dato voce a me, ma a tutte e tutti noi, con la speranza di poter urlare ancora più forte e di poter raccontare e informare sempre di più, perché il problema lavorativo è solo la punta dell'iceberg".

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