Trovato un vestitino rosa che potrebbe appartenere alla piccola: si cercano le tracce dell'assassino
Non faceva uso di sostanze stupefacenti, delle droghe più comuni come l'eroina, la donna trovata morta sabato pomeriggio a Villa Pamphili a Roma, a poca distanza dal corpo di suo figlia di appena sei mesi. È quanto emerge dai primi risultati delle analisi tossicologici effettuate nell'ambito dell'autopsia e di cui scrivono alcuni giornali. Le verifiche proseguiranno con esami più approfonditi per verificare la presenza nel corpo della vittima, che avrebbe circa 30 anni, di altri tipi di droghe, anche quelle sintetiche. Gli inquirenti, intanto, hanno inviato le sue impronte digitali e il profilo Dna anche alle banche dati estere nel tentativo di identificarla, poiché in quelle nazionali non sono state trovate tracce di lei.
Gli investigatori, che hanno setacciato l'area del parco dove le vittime di Villa Pamphili sono state trovate, hanno rinvenuto un vestitino rosa che potrebbe appartenere alla bimba in un cestino. La magistratura spera che il killer abbia potuto lasciare sue tracce sul vestito e su altri oggetti trovati accanto al cadavere.
La persona responsabile della morte della piccola di sei mesi, che sarebbe stata soffocata dopo essere stata picchiata, avrebbe prima occultato il cadavere della madre, una donna di circa trent'anni, ben curata. La morte della madre potrebbe essere avvenuta per cause naturali 4 o 7 giorni prima di sabato (giorno del ritrovamento del cadavere) nell'area verde dove è stata trovata la tenda dove si ipotizza lei e la bimba erano con una terza persona (l'ipotetico killer, forse il padre). Il cadavere della donna sarebbe stato poi occultato, e messo sotto un telone nero (probabilmente preso da qualche cantiere vicino) a 150 metri di distanza. Mentre la piccola sarebbe stata uccisa tra giovedì e venerdì.