La Procura di Civitavecchia apre un fascicolo dopo il tragico incidente avvenuto il 12 luglio. Aperta l’autopsia per chiarire le responsabilità
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La Procura di Civitavecchia ha iscritto nel registro degli indagati il padre di Riccardo Boni, il 17enne morto soffocato sotto la sabbia in una spiaggia libera di Montalto di Castro. L'ipotesi è omicidio colposo, un atto dovuto per permettere l'esecuzione dell'autopsia e chiarire ogni dettaglio della tragedia avvenuta il 12 luglio. Riccardo stava scavando una buca profonda per gioco quando la sabbia gli è crollata addosso, intrappolandolo. Il padre ha cercato di salvarlo scavando a mani nude, ma quando il ragazzo è stato estratto, era già in arresto cardiaco. I soccorsi non sono riusciti a rianimarlo. L'obiettivo è chiarire eventuali responsabilità, anche alla luce della dinamica drammatica e dell'intervento disperato del genitore per salvare il figlio. Nessuna accusa formale al momento, ma una ricostruzione dettagliata sarà fondamentale.
Riccardo stava scavando una buca di circa un metro e mezzo con i due fratellini, all'interno della quale voleva creare un tunnel. L'incidente è avvenuto intorno alle 14:40 del 12 luglio, sulla spiaggia libera accanto al campeggio California. All'improvviso, la parete ha ceduto e il ragazzo è stato travolto dalla sabbia. Nessuno, nemmeno il padre che si trovava a poca distanza, si è accorto subito di quanto accaduto. "Non ha gridato, non ho avuto il tempo di accorgermene", ha raccontato il padre.
Riccardo stava scavando una buca profonda oltre un metro e mezzo nella spiaggia libera accanto allo stabilimento del campeggio California. L’intento era costruire un tunnel, ma quando ha iniziato a scavare orizzontalmente, la sabbia ha ceduto improvvisamente, seppellendolo mentre era sdraiato. In quel momento, i fratelli che erano con lui si erano già allontanati. Solo il più piccolo, di cinque anni, ha capito cosa era successo e ha detto ripetutamente: "Riccardo è sotto la sabbia". In un primo momento, però, le sue parole non sono state prese sul serio: nella confusione e nel panico generale, nessuno ha intuito la gravità della situazione. È stato proprio lui, il più piccolo, a guidare i soccorritori nel punto preciso dove scavare. Ci sono voluti 40 minuti di scavi disperati a mani nude per localizzare e tirare fuori il corpo di Riccardo, ormai in arresto cardiaco. Il giovane era sepolto da oltre un quintale di sabbia. I sanitari del 118, intervenuti sul posto con l’elisoccorso, hanno tentato inutilmente di rianimarlo. Il padre, sotto shock, ha avuto un malore ed è stato assistito a sua volta.
Riccardo era arrivato a Montalto con i genitori e i tre fratelli solo due giorni prima della tragedia. Quando la madre non ha visto tornare il figlio, ha allertato prima il personale del campeggio, poi sono partite le ricerche. Le parole del figlio più piccolo, che continuava a ripetere “Riccardo è sotto la sabbia”, hanno guidato la madre verso la macabra scoperta. Alla vista del corpo sepolto, la donna è stata colta dalla disperazione. Il padre, già impegnato negli scavi, è crollato fisicamente e psicologicamente. La famiglia è ora chiusa nel silenzio e assistita da uno psicologo.
Alcune testimonianze riferiscono che Riccardo potesse avere una ridotta capacità visiva. Un dettaglio che, se confermato, renderebbe ancora più complessa la ricostruzione dell'accaduto e le sue implicazioni. La famiglia, intanto, si è chiusa nel silenzio. I magistrati stanno raccogliendo tutti gli elementi utili per comprendere se siano state rispettate le basilari misure di sicurezza anche durante un'attività ludica apparentemente innocua. Riccardo frequentava il liceo artistico Enzo Rossi di Roma. I compagni lo descrivono come un ragazzo “pieno di luce e di talento”, appassionato di arte, biciclette e arti marziali. La notizia della sua morte ha scosso profondamente la comunità scolastica e il quartiere in cui viveva. Numerosi i messaggi di cordoglio apparsi sui social.