In collegamento a "Quarto Grado" la madre Daniela Ferrari commenta l'inchiesta a carico dell'ex procuratore di Pavia: "Accuse contro di lui sono schifezze"
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Al termine di una lunga giornata sul caso di Garlasco tra perquisizioni e udienze che hanno segnato sviluppi sull'inchiesta, Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio, è intervenuta in diretta a "Quarto Grado" per chiarire la posizione della sua famiglia sui legami con l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti indagato per corruzione in atti giudiziari. "L'accusa che ci viene fatta è una cavolata", ha detto.
Ai microfoni del programma di Rete 4, la donna ha ribadito l'innocenza del figlio, indagato per l'omicidio di Chiara Poggi nel 2007, e di non aver pagato l'ex magistrato, ora in pensione, per ottenere l'archiviazione nel 2017. "La famiglia di Andrea Sempio non ha mai corrotto nessuno e chi dice questo deve solo vergognarsi", afferma Daniela Ferrari che poi critica gli stralci di intercettazioni relative a conversazioni con il marito sui pagamenti per la difesa.
"Avevamo bisogno di utilizzare del denaro contante per pagare gli avvocati e pensavo che la sorella di mio marito ce ne potesse dare in cambio di un assegno", afferma la madre di Sempio che giustifica i prelievi con il solo obiettivo di fare fronte alle spese legali. Sul bigliettino ritrovato durante la perquisizione nella casa di famiglia in cui viene menzionato il nome di Venditti e la frase "archivia per 20-30 euro" dice: "Non so chi l'abbia scritto, non l'avevo mai visto". E sui rapporti con l'ex procuratore aggiunto di Pavia finito sotto inchiesta chiarisce: "Io e mio marito l'abbiamo visto una sola volta a Pavia quando siamo stati chiamati nel 2017, non lo conosciamo personalmente e nessuno della famiglia ha mai versato una lira. Tutte le accuse rivolte sono emerite schifezze".
"Io personalmente - aggiunge Daniela Ferrari - non sono mai andata a pagare nessun avvocato, questo dovreste chiederlo a mio marito". E sul fatto appunto che sia stato il marito a portare le buste dice di non voler rispondere "perché ho già risposto ai carabinieri oggi e non vedo perché devo venire a ridirlo in televisione. Io non devo chiarirlo a tutti gli italiani, io devo chiarirlo con i carabinieri e con la Procura. Quando la Procura me lo chiederà direttamente, lo chiarirò a loro. Ma perché io devo venirmi a giustificare con tutti gli italiani di quello che fa la mia famiglia, di quello che stiamo facendo? Siamo veramente stufi. Devono farla finita tutti con questa cosa. Non possiamo ogni giorno essere in televisione con un'accusa diversa e tutte le volte senza avere una prova sicura". "Siamo veramente stanchi - conclude - che ogni due giorni c'è una svolta. Sono state fatte tante di quelle svolte che ormai non sono più svolte: siamo in una spirale e basta".
"Sì era un pizzino che ho scritto, mi ricordo di averlo scritto, adesso i 20-30 euro non hanno significato, sono 20 o 30 euro, capire adesso dopo tanti anni a cosa servivano diventava difficile". Lo ha detto a "Quarto Grado" Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, l'unico indagato, in concorso, nel nuovo filone d'inchiesta aperto dalla Procura di Pavia per l'omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia). "A dire un motivo non me lo ricordavo - ha aggiunto in collegamento dalla casa di famiglia a Garlasco, dove ieri la famiglia è stata oggetto di perquisizioni - poi mi è stato detto che forse erano soldi per le marche da bollo o forse soldi da dare agli avvocati per prelevare dei documenti per fare il loro iter, roba di avvocatura, dipendevamo dai nostri avvocati".