Il commovente ricordo affidato ai social: "Una parola detta male può lasciare un segno che non si cancella. E Paolo di parole ne ha ricevute troppe. Troppo dure. Troppo violente"
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"Le parole possono essere carezze, oppure pugni e Paolo ne ha ricevuti troppi". Lo ha detto la madre di Paolo Mendico, il 15enne che si è tolto la vita nella sua cameretta a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, perché vittima di bullismo. "Guardo i video di Paolo e mi si spezza il cuore, chissà cosa desiderava mentre chiudeva gli occhi", ha scritto la donna in un nuovo post su Facebook. Un video che è "un ricordo tenero e straziante. Ma è anche un invito. Impariamo ad ascoltare. A capire. A fermarci. A proteggerli", ha aggiunto.
"Era un bambino bellissimo - ha raccontato la madre - dolce, sensibile. Amato. Ma dentro portava un dolore che non abbiamo saputo leggere. Un dolore fatto di parole cattive, di battute, di sguardi, di silenzi sbagliati. Non mi capacito di come un ragazzo così pieno di luce si sia sentito così buio da dire basta".
"Questo video lo voglio condividere per ricordarci - ha spiegato - quanto è fragile l'anima di chi ci sembra forte. Per ricordare che le parole fanno male, più delle mani. Che non tutti sono come noi, che non tutti hanno il nostro modo di reagire, il nostro carattere. Io, nella vita, ho imparato a cambiare tono, a scegliere parole diverse a seconda di chi ho davanti. Perché una parola detta male può lasciare un segno che non si cancella. E Paolo di parole ne ha ricevute troppe. Troppo dure. Troppo violente. Fino a quando non ce l'ha fatta più".
"Ciao amore - ha concluso la donna -. Il tuo sorriso è qui, con noi. Per sempre".