Il ministro Eugenia Roccella: "Fondamentale un'alleanza scuola-famiglia". Tra gli stranieri il fenomeno è più accentuato per i ragazzi di nazionalità romena e ucraina
Nel 2023 il 68,5% dei ragazzi 11-19enni ha dichiarato di essere rimasto vittima di almeno un comportamento offensivo non rispettoso e/o violento, online e/o offline, nei 12 mesi precedenti. Il 21% ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo, cioè di aver subito questi comportamenti in maniera continuativa. Lo si legge nel report dell'Istat "Bullismo e cyberbullismo nei rapporti tra ragazzi", presentato a Palazzo Chigi alla presenza dei ministri della Famiglia e dell'Istruzione, Eugenia Roccella e Giuseppe Valditara, del presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli, e della direttrice del Dipartimento per le Statistiche sociali e demografiche, Cristina Freguja.
Il 71% dei ragazzi 11-19enni del Nord-ovest dichiara di aver subito, nel corso dell'anno precedente, comportamenti offensivi, non rispettosi e/o violenti contro il 66,5% riscontrabile tra chi risiede nel Mezzogiorno. Nel Nord gli episodi di bullismo subiti con continuità sono più frequenti: 22, 1% tra i ragazzi del Nord-est e 21,6% tra quelli del Nord-ovest contro il 20% nel Mezzogiorno. "Si torna alla famiglia, all'emergenza educativa e non è un caso, secondo me, che nel Sud ci sia un po' meno la tendenza al bullismo, perché probabilmente ancora resistono le reti parentali e questo interviene su vari fronti", ha spiegato il ministro per la Famiglia.
"La rete parentale è anche una rete educativa, è una comunità educante - ha spiegato - per esempio, il ragazzo, il giovane si trova a confronto non soltanto col gruppo dei pari esterno, che quindi non ha una tendenza alla protezione, ma col gruppo dei pari interno, cioè all'interno della rete parentale, quindi con i fratelli, i maggiori, i cugini che sono in grado di essere il primo momento di confronto senza però quella durezza che c'è quando si esce nel mare aperto dei rapporti e poi anche proprio come protezione".
Roccella ha ribadito che "la rete parentale è educante ma è anche protettiva" ed è quello che si è "perso nel corso degli ultimi decenni e che dobbiamo in qualche modo ricostruire attraverso invece un welfare di prossimità". "L'impostazione che abbiamo dato ai nostri interventi è di non sottrarre competenze alla famiglia - ha concluso - . C'è una tendenza a spostare tutto sulla scuola, invece è fondamentale un'alleanza scuola famiglia, non un trasferimento di competenze esclusivamente alla scuola, lasciando la famiglia sguarnita anche di responsabilità Il 26,8% dei ragazzi stranieri ha subito comportamenti offensivi".
Il 26,8% dei ragazzi stranieri dichiara di avere subito, nell'ultimo anno, comportamenti offensivi, non rispettosi e/o violenti con una cadenza più che mensile contro il 20,4% riscontrato tra i coetanei italiani. Tra alcune collettività straniere il fenomeno è più accentuato: i ragazzi di nazionalità romena e ucraina sono più frequentemente vittime di atti di bullismo, rispettivamente il 29,2% e il 27,8%.