L'organizzazione di 20 persone cedeva anche 200-250 dosi al giorno di cocaina e crack. Le tossicodipendenti potevano pagare con prestazioni sessuali
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La polizia locale di Genova ha smantellato una presunta associazione a delinquere di 20 persone finalizzata allo spaccio. Gli investigatori, grazie a mesi di intercettazioni e pedinamenti, hanno scoperto che il gruppo consegnava anche 200-250 dosi al giorno di cocaina e crack a clienti "fidelizzati" che potevano essere riforniti anche in cambio di oggetti, come pc o monili e che venivano raggiunti a casa o sul posto di lavoro dagli spacciatori direttamente in auto o con il taxi. Ogni dose venduta dall'organizzazione costava dai 15 ai 20 euro. Ma le donne che non avevano soldi venivano usate come "cavie" per testare le nuove partite di droga o potevano pagare con prestazioni sessuali.
Le 20 persone - 18 di nazionalità senegalese, uno di nazionalità francese, uno di nazionalità gabonese - sono state sottoposte a misure cautelari e sono accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Le misure sono state disposte dalla giudice Nicoletta Guerrero, che ha accolto le richieste delle pm Monica Abbatecola, della Dda, e Francesca Rombolà. Per 17 persone è stato disposto il carcere; per tre il divieto di dimora.
L'indagine è iniziata a seguito della segnalazione di un cittadino e si è sviluppata attraverso attività di intercettazione, pedinamento, tracciamento dello spostamento dei veicoli nella disponibilità degli indagati, tra cui un taxi, utilizzato per effettuare numerosissime cessioni di droga, effettuate tramite consegne al domicilio dei consumatori.
Come emerge dall'ordinanza cautelare, l'attività di spaccio si è svolta in varie aree della città di Genova (centro storico, Castelletto, Oregina, Marassi, Molassana, Sampierdarena) in un arco temporale tra aprile 2021 e dicembre 2023. La preparazione e il confezionamento della sostanza stupefacente si è svolta in sette laboratori. L'organizzazione ha avuto la disponibilità di auto per gli spostamenti degli spacciatori e per il trasporto e la consegna a domicilio della sostanza. E quando non c'era la disponibilità, gli spostamenti avvenivano in taxi. Il tassista è indagato. Per non farsi scoprire avevano telefonini usati per lo spaccio.
Solo in caso di nuove partite di droga allora la dose poteva essere ceduta gratis, proprio per testarne la qualità. Lo stupefacente veniva acquistato a Varazze da un fornitore albanese. Secondo la giudice, l'attività di spaccio non si è mai interrotta nonostante i sequestri e gli arresti nel corso dell'indagine.