Speciale Il delitto di Garlasco
A "Zona Bianca"

Delitto di Garlasco, l'ex comandante che indagò per primo: "La spazzatura? Non la consideravo di interesse in quel momento"

A "Zona Bianca" Gennaro Cassese racconta le prime fasi delle indagini per la morte di Chiara Poggi e si sofferma sul dettaglio dei rifiuti trovati in casa

26 Giu 2025 - 10:55
 © Da video

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Il 4 luglio ripartirà il maxi incidente probatorio sul delitto di Garlasco, interrotto a causa di un forte blackout che ha colpito la zona della questura di Milano, rallentando di conseguenza le operazioni. In attesa di tutti i risultati ufficiali, a "Zona Bianca" Gennaro Cassese, l'ex comandante dei carabinieri di Vigevano che indagò per primo sulla morte di Chiara Poggi, racconta le prime fasi delle indagini e parla della spazzatura, uno degli elementi più importanti in questo incidente probatorio.

Il racconto dell'ex comandante

 "Io, come investigatore per la mia parte, quella spazzatura non la consideravo in quel momento di interesse, perché avevo tutt'altro da verificare. Quella spazzatura poi è stata valutata anche dagli altri colleghi che erano sul posto e, per finire, anche dalla procura", spiega l'ex comandante dei carabinieri Gennaro Cassese ai microfoni del programma di Rete 4.

E aggiunge: "Però c'è una precisazione da fare: non è che è stata sequestrata ad aprile 2008, è stata repertata e il 13 è stato sottoposto a sequestro l'intero immobile. Ora cercano il decreto di sequestro, ma è agli atti del 2007 perché in calce al verbale di sequestro dei carabinieri di Pavia c'è la convalida del pm: tutto ciò che era in quella casa è sempre stato sotto sequestro".

"Al momento - prosegue l'ex comandante - abbiamo fatto il verbale e poi c'è il supporto fotografico e dei video, ma non ricordo di questo capello (trovato all'interno della spazzatura nel corso dell'incidente probatorio, ndr). Il sequestro serve proprio per salvaguardare la scena del crimine e penso che l'abbiamo fatto".

Dopo queste precisazioni, Gennaro Cassese ricostruisce le prime fasi dell'indagine."Appena sono arrivato c'era una Golf parcheggiata, un ragazzo seduto sul marciapiede e un carabiniere vicino. Mi è stato indicato come il fidanzato della ragazza che era stata trovata morta e ricordo che lui mi aveva chiesto anche se poteva rientrare per far vedere come si era mosso in quell'ambiente. Io gli ho detto di non muoversi", racconta l'ex comandante.

E ancora: "La prima verifica che hanno fatto? Sono entrati senza calzari e, vedendo che c'era del sangue, hanno fatto molta attenzione, perché dovevano comunque sincerarsi se la ragazza avesse bisogno di un intervento sanitario".

"Sul pigiama della ragazza c'erano quattro impronte che sono andate perse. Quando il medico legale, che è arrivato sul posto, fa l'esame necroscopico, ha ribaltato il corpo, il pigiama si è imbrattato di sangue e le tracce sono andate perse", conclude Cassese.

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