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Delitto di Garlasco, la spazzatura "parla": tracce di Dna di Chiara Poggi, una è di Alberto Stasi | Difesa Sempio: "Dalle analisi non era là"

Primi risultati delle analisi dell'incidente probatorio nell'ambito della nuova inchiesta sull'omicidio del 2007. Ed è già battaglia

26 Giu 2025 - 17:21

C'è il Dna di Chiara Poggi sul contenuto del sacchetto dell'immondizia sequestrata nella villetta di via Pascoli, a Garlasco, e l'unica traccia genetica diversa da quella della vittima apparterrebbe ad Alberto Stasi. Sono i primi risultati dell'incidente probatorio nell'ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, che vede indagato Andrea Sempio per l'omicidio della giovane il 13 agosto del 2007. E' stato uno degli avvocati di Alberto Stasi, il legale Antonio De Rensis, ad anticipare nel corso della trasmissione "Zona Bianca" su Rete4, alcune indiscrezioni sui primi esiti del Dna, nell'ambito del maxi incidente probatorio sul caso Garlasco, sui reperti della spazzatura e che avrebbero evidenziato solo tracce di Chiara Poggi e Alberto Stasi e non di Andrea Sempio, il nuovo indagato per l'omicidio. E sui primi risultati è già battaglia.

Le analisi sull'immondizia di 18 anni fa

 Secondo quanto riferito da Il Corriere della Sera, sul piattino di plastica, sul sacchetto azzurro dell'immondizia e sulle linguette dei due Fruttolo i tamponi eseguiti negli uffici della Scientifica della questura di Milano avevano "raccolto" materiale biologico.

Reperti maneggiati senza guanti e niente calzari, tutti gli errori nelle indagini su Garlasco

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Tracce di Dna che una volta analizzati sarebbero risultate appartenere a Chiara Poggi. Sempre di Chiara sarebbe il profilo genetico rintracciato sul sacchetto con i cereali avanzati, che il giorno dell'omicidio fu trovato sul divano e su cui è stato trovato un capello o un pelo (non è ancora chiaro se umano o animale) di tre centimetri nel secondo giorno di incidente probatorio.

L'unico profilo maschile individuato apparterrebbe invece a Alberto Stasi, il fidanzato della 26enne, condannato in via definitiva a 16 anni: sarebbe suo il Dna raccolto dal tampone sulla cannuccia di plastica del brick dell'Estathé. Un dato che l'allora fidanzato di Chiara, che la sera prima aveva cenato con la giovane donna, non aveva mai escluso. Il suo avvocato, De Rensis, a tal proposito ha spiegato a "Zona Bianca" che "sulla cannuccia" del brick di tè freddo "potrebbe, dobbiamo usare il condizionale ancora, esserci traccia" del Dna di Stasi, mentre "solo sulla pellicola del Fruttolo potrebbe esserci il Dna di Chiara, come anche sul piattino e sulla confezione dei cereali".

Con "tutti i condizionali possibili e immaginabili, - ha sottolineato il legale, - diciamo che relativamente alla spazzatura potrebbero esserci delle indicazioni che, lette nel modo giusto, sono interessanti", spiegando anche che Stasi "ha detto che ha sempre bevuto l'Estathé". In merito a questi primi esiti il difensore di Stasi ha aggiunto: "Questo vuol dire che tutti coloro i quali hanno fatto analisi parascientifiche, e che dicevano che sulla spazzatura non c'era nulla, potrebbero aver detto cose inesatte e vuol dire anche che questo, come tutti gli altri accertamenti in corso come quelli sulle 'para-adesive' delle impronte, potrebbe aiutarci a riscrivere la storia di quella mattina".

Garlasco, i protagonisti della nuova inchiesta

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Consulente dei Poggi: sui rifiuti non c'è ancora match Dna periti

  "Questa non è una conclusione dei periti che dovrebbero solo aver trasmesso ai genetisti delle parti processuali i dati grezzi emersi dagli esami di laboratorio sulle campionature della spazzatura. Il confronto avverrà dal 4 luglio quando si apriranno i reperti conservati al freddo, ossia i tamponi di Chiara, Alberto e anche di Andrea Sempio". A specificarlo è Dario Redaelli, tra i consulenti della famiglia Poggi, commentando le indiscrezioni divulgate in tv da Antonio De Rensis, legale di Stasi, relative all'incidente probatorio disposto nella nuova indagine della procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi.

Intanto, l'avvocato Massimo Lovati, legale di Sempio e ospite anche lui della trasmissione "Zona Bianca", ha fatto presente che la Procura di Pavia ha chiesto una "estensione" dell'incidente probatorio, con al centro analisi genetiche, anche alla "esaltazione", ossia all'individuazione delle eventuali impronte sui reperti e, in particolare, sulle confezioni del tè e dei cereali.

Occhi puntati sulle impronte digitali

 Nell'ambito delle analisi scientifiche resta ancora da passare al microscopio il materiale genetico sui fogli di acetato che hanno conservato le impronte digitali rilevate nella villetta della famiglia Poggi. Trentaquattro fogli già risultati negativi ai primi test per verificare l'eventuale presenza di sangue, anche se sulla "Traccia 10", definita "sporca" e lasciata sulla parte interna della porta della villetta e non attribuita ad alcuno, la difesa di Stasi ha chiesto che il test per la ricerca di sangue sia ripetuto.

Il prossimo appuntamento nei laboratori della Polizia scientifica di Milano è fissato per il 4 luglio, mentre dovranno arrivare i primi esiti sul Dna anche dopo le campionature effettuate su una trentina di fogli di acetato contenenti le impronte. Gli ultimi quattro acetati, poi, devono ancora essere sottoposti al test ematico, che va ripetuto, con esami più approfonditi, sull'impronta 10. Così come devono ancora essere effettuate le analisi sui tamponi della vittima, oltre agli esami con le campionature su un cucchiaino e sul frammento del tappetino del bagno, che era macchiato dal sangue lasciato dalla scarpa dell'assassino, che, da sentenza definitiva della Cassazione, è Stasi.

Nel corso delle analisi della settimana scorsa era emersa anche una traccia sull'etichetta del brick di tè freddo. Traccia che ha creato il dubbio, non chiarito al momento, che potesse essere un'impronta. I difensori di Sempio, però, si sono opposti ad accertamenti con polveri specifiche per "esaltare" e individuare eventuali impronte sui reperti, anche perché l'incidente probatorio, disposto dalla gip Daniela Garlaschelli, riguarda solo esami genetici.

Difesa Sempio: analisi confermano non era là quel mattino

 "I primi risultati emersi dalle analisi confermano quanto già ribadito più volte dal mio assistito Andrea Sempio e cioè che egli non è mai entrato in quella casa il 13 agosto 2007. Siamo fiduciosi e attendiamo che i periti e i consulenti di parte svolgano e completino il proprio lavoro". Lo spiega l'avvocata Angela Taccia, uno dei legali del nuovo indagato per l'omicidio di Garlasco, in relazione agli esiti parziali sui Dna trovati nei reperti della spazzatura.

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