Le parole del legale

Delitto di Garlasco, il legale di Sempio: "Stasi non è mai entrato in quella casa"

"Stasi è una pedina di un'organizzazione criminale, costretto con la minaccia a sostenere queste cose" è la ricostruzione del legale Massimo Lovati a "Diario del Giorno"

29 Mag 2025 - 17:20
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Continua la nuova fase di indagini della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. A "Il Diario del giorno" l'avvocato di Andrea Sempio Massimo Lovati commenta alcuni elementi che sono emersi nel corso di queste ultime settimane.

Le parole del legale

 L'avvocato di Andrea Sempio Massimo Lovati, come esposto durante la puntata di "Quarto Grado" del 23 maggio, sostiene la tesi secondo cui non sarebbe da escludere che a uccidere Chiara Poggi sia stato un sicario, probabilmente legato al Santuario delle Bozzole che dista appena 300 metri dalla casa della ragazza. Un testimone sostiene di aver visto Sempio proprio al santuario assieme alla vittima, ma ai microfoni del programma di Rete 4 il legale sostiene che il suo assistito non abbia mai frequentato quel luogo: "Non mi risulta che Sempio frequentasse il Santuario né l'oratorio. Per me è una novità, una cosa nuova". E sulla eventuale amicizia con Chiara aggiunge: "Sempio non mi ha mai detto di questa circostanza. Mi ha detto che non frequentava né l'oratorio né il Santuario per essere contrario al cattolicesimo".

Lovati ha anche una posizione abbastanza netta sul ruolo di Alberto Stasi nel delitto di Garlasco: "Mi porgo la domanda relativamente al narrato di Alberto Stasi, che sicuramente è falso e menzognero. Però, mentre le indagini tradizionali che hanno portato alla sua condanna rivolgono a Stasi questa menzogna per condannarlo, per me questa menzogna non è sua ma è una menzogna che gli hanno inculcato coloro che copre. Stasi è una pedina di un'organizzazione criminale che l'ha costretto, con la minaccia, a sostenere e a dire queste cose". A sostegno di questa sua tesi, inoltre, l'avvocato parla di alcune presunte bugie raccontate da Stasi: "Dal primo momento. Quando dice di aver scavalcato un muretto di casa Poggi, alto 2 metri, quando riferisce di aver visto la ragazza agonizzante mentre invece era già morta, quando dice "mi serve un'ambulanza, forse l'hanno uccisa", quando dice "è la mia fidanzata" e quando dice che sta correndo verso i carabinieri con le scarpe pulite, cosa impossibile perché la prova regina della colpevolezza di Stasi sono proprio le suole delle scarpe che non potevano essere pulite. Allora secondo me Stasi non è mai entrato in quella casa, ha riferito cose che gli hanno detto di riferire sotto minaccia. Questa è la mia ricostruzione dei fatti".

"Io non ho né prove, né indizi. È solo di una ricostruzione mia, suggestiva, come avvocato criminologico. Però voglio rilevare che neanche contro il mio cliente Sempio ci sono prove e indizi, eppure è sottoposto a un procedimento penale. È tutto fumo", conclude Lovati.

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