A "Quarto Grado", per la prima volta in uno studio televisivo, parlano i genitori dell'indagato nella nuova inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi
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"In questo momento, per gran parte dell'opinione pubblica, siamo visti come la famiglia degli assassini di Garlasco". Lo hanno detto i genitori di Andrea Sempio, Daniela Ferrari e Giuseppe Sempio, ospiti a "Quarto Grado" durante la puntata di venerdì 12 settembre. Per la prima volta in uno studio televisivo, la madre e il padre dell'amico di Marco Poggi (fratello della vittima) hanno raccontato come è stata accolta la notizia della riapertura delle indagini in famiglia, nell'ambito della nuova inchiesta per concorso in omicidio aperta dalla Procura di Pavia a proposito dell'omicidio di Chiara Poggi: "È arrivato a casa con un foglio in mano e ci ha detto 'ci siamo dentro un'altra volta'. Rivolto a noi, come famiglia", spiega la madre.
La riapertura delle indagini, che vedono iscritto Andrea Sempio nel registro degli indagati per la seconda volta dopo l'archiviazione del 2017, ha riaperto quello che il padre, Giuseppe Sempio, ha definito "un trauma mentale". "È diventato più silenzioso. Sicuramente non sta bene anche se cerca di darci forza - spiega Daniela Ferrari commentando lo stato d'animo del figlio -. È una situazione pesantissima da sopportare". E ribadisce: "L'equilibrio di mio figlio e di questa famiglia è già stato sconvolto".
Oltre al rischio di affrontare un nuovo processo, la famiglia Sempio deve anche fare i conti con l'interesse che l'omicidio di Garlasco, avvenuto 18 anni fa, continua a suscitare nell'opinione pubblica. "Le schifezze che hanno raccontato fino a oggi sono solo delle grandissime bufale e mi aspetto, andando avanti, che ce ne siano altre da raccontare. Su questa storia sta mangiando troppa gente, quindi se ne inventano di ogni", dice amaramente la madre di Sempio. "Ci interessa cosa dice la Procura - afferma -. Di quello che pensa la gente non ce ne può fregare di meno".
Alcune persone, però, non si sarebbero limitate a farsi un'idea di cosa sia successo nella villetta di Garlasco quel 13 agosto 2007. C'è anche chi ha preso le parti dell'una o dell'altra famiglia, al punto che i Sempio si sono ritrovati tra le mani lettere anonime dal contenuto offensivo. "Questa volta ci è arrivata una lettera anonima molto pesante - racconta la signora Ferrari -, l'unica che ci è arrivata quest'anno". "È divisa in 4 parti - spiega - nella prima parte dice schifezze totali contro mio marito, nella parte centrale dice schifezze totali contro di me aggiungendo cose come 'falsa' e cose del genere. La terza parte sono insulti contro mio figlio. Finisce dicendo 'il diavolo è entrato nella vostra casa, poveri voi'". La busta non è timbrata, spiega la donna, facendo pensare che sia stata spedita da Garlasco. "Questa persona dev'essere talmente arrabbiata con me per qualcosa che ho detto in televisione - continua -. Ho l'idea di chi possa essere, ho solo l'idea, non ho le prove".
La nuova inchiesta della Procura di Pavia, riaperta dopo l'archiviazione del 2017 perché nuove perizie hanno riacceso i riflettori sul presunto ruolo di Sempio nella vicenda, è coordinata dal pm Fabio Napoleone ed è attualmente nella fase delle indagini preliminari. La gip Daniela Garlaschelli ha convocato la prossima udienza il 26 settembre, quando si discuterà dell'eventuale proroga dell'incidente probatorio, poiché sarebbe richiesto più tempo per arrivare ai risultati di tutti gli accertamenti scientifici condotti sinora. Da ultimo, il rinvenimento di otto impronte sui reperti individuati tra i resti della colazione sequestrati 18 anni fa, che si dovrà stabilire se siano utili al confronto e a chi appartengano.
Su tutti i reperti, però, incombe il rischio di contaminazione. Il dna di Chiara Poggi e quelli di altre persone sottoposte ad autopsia nella medesima sala, infatti, potrebbero essere stati confusi durante gli esami medici post-mortem. Le unghie della giovane potrebbero essere state tagliate - secondo indiscrezioni - con la stessa forbicina impiegata per la garza contaminata usata per tamponare la bocca di Chiara durante l’autopsia (che aveva fatto pensare che sul suo corpo ci fosse il Dna di un fantomatico Ignoto 3, ipotesi poi smentita). A "Quarto Grado" sono state mostrate in esclusiva le immagini di quelle forbicine, in cui è evidente come gli strumenti utilizzati per il riscontro diagnostico fossero tenuti gli uni vicini agli altri, in un ambiente poco sterile. Questa indiscrezione avrebbe scatenato la difesa di Stati, propensa a una richiesta di revisione del processo.