folla alle esequie ad afragola

Funerali Martina Carbonaro, l'arcivescovo di Napoli: "Morta per un'idea malata dell'amore"

Il feretro della 14enne uccisa dall'ex fidanzato è stato accolto dalle grida delle migliaia di persone presenti, che hanno urlato "giustizia"

04 Giu 2025 - 19:54

"Martina è morta per mano della violenza. È morta per mano di un ragazzo che non ha saputo reggere un rifiuto, un limite, una libertà, togliendo il futuro non solo a Martina ma anche a se stesso! Martina è morta per un'idea malata dell'amore". Lo ha detto l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Domenico Battaglia, durante i funerali della 14enne uccisa dal suo ex fidanzato Alessio Tucci. Il feretro di Martina Carbonaro è stato accolto dalle grida delle migliaia di persone presenti che hanno urlato "giustizia". In chiesa, ad Afragola, anche i compagni di scuola della ragazza. In tanti hanno indossato una maglia bianca con la foto della ragazza e la scritta "Martina vive".

Afragola, i funerali di Martina Carbonaro

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L'arcivescovo ai funerali di Martina: "Femminicidio frutto di un'educazione che ha fallito"

 L'arcivescovo di Napoli ha poi espresso preoccupazione "soprattutto per quelli che non sanno più gestire la rabbia, che confondono il controllo con l'affetto, che pensano ancora che amare significhi possedere. Che vedono la donna come qualcosa da ottenere, da tenere, da non perdere mai. Che se vengono lasciati si sentono umiliati, feriti, e trasformano il dolore in odio. Un odio che uccide. È femminicidio. Chiamiamolo con il suo nome. Non è follia. Non è gelosia. Non è un raptus. È il frutto amaro di un'educazione che ha fallito. Di un linguaggio che normalizza la violenza. Di un silenzio colpevole. Oggi, accanto al dolore, io sento il dovere di dire: basta. Basta parole deboli. Basta giustificazioni. Vorrei dire ai ragazzi qui presenti, agli amici di Martina e ai giovani di questa nostra terra: fate in modo che questa morte non sia vana. Trasformate le vostre lacrime in impegno, il vostro dolore in una rabbia pacifica, capace di costruire e rovesciare le sorti di questo nostro sistema violento e malato".

L'omelia: "Far male non è amore"

 "Oggi, davanti a Martina, dobbiamo assumerci tutti una responsabilità collettiva", ha proseguito il cardinale Domenico Battaglia. "Dobbiamo impegnarci affinché a tutti, piccoli e grandi, sia chiaro che l'amore non è possesso. L'amore non è controllo. L'amore non è dipendenza. L'amore vero rende liberi. L'amore vero non trattiene, non costringe, non punisce. Se amare ti fa male, non è amore. Se per amore devi annullarti, non è amore. Se per amore arrivi a fare del male, non è amore ma solo violenza. E la violenza non è mai giustificabile".

Il feretro di Martina accolto da un lungo applauso

 Il feretro di Martina Carbonaro è stato accolto da un lungo applauso all'arrivo in chiesa. "Martina sei la figlia di tutti noi", hanno urlato alcune donne, mentre altre persone hanno inveito contro Alessio Tucci. Alla cerimonia hanno partecuipato, fra gli altri il sottosegretario Pina Castiello e il prefetto di Napoli, Michele Di Bari. Ad accogliere la bara bianca è stato il sindaco di Afragola, Antonio Pannone.

Il vescovo: "Il sangue di Martina grida un cambiamento da non rinviare"

 "Martina ora è nel grembo di Dio, ma il suo sangue grida", ha proseguito l'arcivescovo. "E grida giustizia, grida verità, grida un cambiamento che non possiamo più rinviare. Facciamo in modo che la sua morte non cada nel vuoto. Che la sua bellezza diventi seme. Che la sua memoria diventi impegno. A te, Martina, oggi consegniamo il nostro amore, un amore che non muore, come non muori tu che nel Dio d'amore continui a vivere e a camminare con noi. Nel tuo nome, e nel nome di troppe, infinite donne, giuriamo di non tacere più. Mai più silenzio complice. Mai più indifferenza travestita da normalità. A te, ai tuoi genitori, ai tuoi amici, al tuo sorriso spezzato, promettiamo un'altra storia. Un mondo dove nessuna ragazza debba più aver paura di amare. Dove dire 'basta' non sia una condanna, ma un diritto. Dove essere donna sia una festa, non una minaccia. Un mondo dove ogni adolescente - maschio o femmina - impari che amare è donarsi. Non possedere. Non ferire. Non uccidere. Un mondo dove la libertà non spaventi, ma educhi. Dove il cuore sia formato, non deformato. Dove la forza sia tenerezza, dove la vita abbia finalmente l'ultima parola, dove l'amore, quello vero, sia più forte di ogni violenza", ha sottolineato.

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