Nuove testimonianze aggravano la posizione di Gianluca Soncin, in carcere per l'omicidio della 29enne. La Procura raccoglie dichiarazioni che confermano anni di abusi, aggressioni e minacce
Emergono nuovi elementi dall'inchiesta sul femminicidio di Pamela Genini, la 29enne uccisa a coltellate il 14 ottobre a Milano. Tra le voci ascoltate in Procura, l'ex compagna dell'indagato Gianluca Soncin ha confermato l'indole violenta dell'uomo, denunciato nel 2011 per maltrattamenti. La donna ha dichiarato di aver interrotto ogni contatto con lui nel 2020. Parallelamente, anche amici ed ex fidanzati della vittima hanno contribuito a delineare un quadro inquietante di abusi e vessazioni che sarebbero sfociati nell'omicidio. Le indagini, coordinate dalla pm Alessia Menegazzo e dall'aggiunta Letizia Mannella, proseguono con l'audizione di altri testimoni e l'analisi di tabulati e referti ospedalieri.
Secondo quanto riferito dalla Procura di Milano, nel corso delle indagini è stata ascoltata l'ex compagna di Gianluca Soncin, attualmente detenuto per l'omicidio di Pamela Genini. La donna ha fornito un contributo importante alla ricostruzione dell'indole dell'uomo, definendolo "violento e prevaricatore". Ha spiegato di averlo denunciato per maltrattamenti già nel 2011, anche se la vicenda non portò mai a un processo in seguito a una "ricomposizione" della coppia. Il rapporto si sarebbe definitivamente interrotto nel 2020, anno in cui la donna ha dichiarato di aver chiuso ogni contatto con l'ex.
Oltre all'ex compagna, gli inquirenti hanno ascoltato anche diverse persone vicine a Pamela. Le sue amiche Nicole ed Elisa, insieme all'ex fidanzato Andrea, hanno parlato apertamente di una relazione "tossica" e segnata da "continue violenze". Le dichiarazioni, rese in Procura, avvalorano quanto già riferito da Francesco Dolci, un altro ex fidanzato della vittima che la sera dell'omicidio ha avvisato le forze dell'ordine dopo l'agguato. Gli episodi raccontati includono aggressioni fisiche, minacce, e almeno un caso in cui Soncin avrebbe puntato una pistola al ventre della ragazza. Un'altra testimone ha riferito che nell'estate 2025 Pamela era fuggita da una casa di Cervia, dove viveva con Soncin, salendo su un taxi dopo l'ennesimo episodio di violenza.
Secondo gli inquirenti, l'omicidio di Pamela Genini sarebbe avvenuto nella serata del 14 ottobre. L'aggressione è avvenuta nell'appartamento della vittima, in via Iglesias 33 a Milano. Secondo quanto emerso, Soncin sarebbe entrato in possesso delle chiavi dell'abitazione in modo illecito, utilizzando una copia fatta di nascosto. L'attacco è stato brutale: oltre trenta coltellate, di cui almeno tre letali al cuore. Gli investigatori parlano di “massacro”, con modalità che lascerebbero ipotizzare una premeditazione. Le forze dell'ordine stanno ora acquisendo copia forense dei dispositivi elettronici, tabulati telefonici e testimonianze per completare il quadro indiziario.
Un elemento particolarmente grave emerso dalle indagini riguarda l'assenza di misure di protezione. Pamela Genini, infatti, si era recata al pronto soccorso di Seriate nel settembre 2024 a seguito di un'aggressione. In quell'occasione, secondo quanto riportato, aveva dichiarato di "temere per la propria vita" e aveva risposto affermativamente al questionario previsto dal protocollo antiviolenza. Tuttavia, nonostante la gravità delle dichiarazioni, non fu attivato il "codice rosso", lo strumento previsto dalla legge per la tutela delle vittime di violenza domestica. Gli inquirenti intendono chiarire se vi siano state omissioni o sottovalutazioni da parte delle strutture sanitarie o delle autorità competenti.
Intanto, la comunità si stringe intorno alla famiglia di Pamela. A Gorla, quartiere dove viveva la ragazza, si è tenuta una fiaccolata alla quale hanno partecipato familiari, amici e residenti. Un momento di commozione e denuncia, mentre le indagini proseguono. Nei prossimi giorni saranno ascoltati altri testimoni, tra cui l’ex moglie di Gianluca Soncin, che potrebbe fornire nuovi elementi per ricostruire il passato dell’indagato, i tratti della sua personalità e le dinamiche familiari precedenti alla tragedia. L'obiettivo della Procura è definire con precisione i contorni del femminicidio e valutare se esistano responsabilità anche esterne legate alla mancata prevenzione.