Dal passato del presunto omicida riemerge l'accusa di truffa internazionale e un profilo segnato da comportamenti minacciosi
© Italy Photo Press
Un'accusa gravissima, un contesto relazionale deteriorato, e ora un'indagine per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dagli atti persecutori. Gianluca Soncin, 52 anni, è stato fermato per aver ucciso con numerose coltellate la compagna Pamela Genini, 29 anni, nel loro appartamento di via Iglesias a Milano. Secondo la Procura, l'uomo avrebbe agito portandosi il coltello da casa, elemento che sostiene la tesi della premeditazione. Ma chi è davvero Soncin? Dietro la figura dell'uomo accusato di femminicidio si delinea un passato già segnato da un arresto per truffa internazionale e da atteggiamenti ritenuti persecutori verso la giovane donna. La ricostruzione del suo profilo, alla luce delle indagini in corso, apre nuovi interrogativi su segnali e allarmi forse sottovalutati.
La relazione tra Gianluca Soncin e Pamela Genini durava da circa un anno. Le fonti investigative parlano di una convivenza turbolenta, segnata da episodi di tensione e segnalazioni verbali a conoscenti. Testimoni e vicini hanno raccontato di liti frequenti, urla e discussioni che spesso sfociavano in atteggiamenti minacciosi da parte dell'uomo. In alcune occasioni, Genini avrebbe anche allertato le forze dell'ordine per chiedere aiuto, ma senza mai formalizzare una denuncia.
Durante una recente vacanza all'Isola d'Elba, la giovane avrebbe manifestato l'intenzione di porre fine alla relazione. In quel contesto, secondo fonti giornalistiche, Soncin avrebbe minacciato di fare del male al cane della compagna, in un tentativo estremo di controllo e intimidazione. Anche a Milano, è emerso che l'uomo avrebbe citofonato ripetutamente ai condomini per farsi aprire l'ingresso del palazzo, provocando disagio tra gli inquilini. Pamela, in almeno un'occasione, avrebbe contattato il 112 proprio per la presenza insistente del compagno fuori dalla porta.
Nato a Biella 52 anni fa, Gianluca Soncin non è una figura del tutto sconosciuta alle forze dell'ordine. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, circa quindici anni fa fu arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Procura di Termini Imerese. L'indagine mirava a smantellare un'organizzazione dedita alla vendita fraudolenta di auto di lusso tra Germania e Italia, utilizzando società fittizie per evadere l'IVA. Le auto venivano proposte a prezzi fortemente scontati, e Soncin sarebbe stato coinvolto in qualità di intermediario o prestanome.
Non sono al momento noti gli esiti giudiziari definitivi di quel procedimento: nelle fonti pubbliche consultabili non emergono documenti ufficiali su eventuali condanne, assoluzioni o prescrizioni. Tuttavia, l'arresto in quella circostanza viene confermato da più fonti giornalistiche affidabili. Questo episodio, unito al quadro attuale delle indagini per omicidio, contribuisce a delineare un profilo complesso, su cui ora si concentrano gli approfondimenti degli inquirenti.
Secondo gli inquirenti, nonostante l'assenza di denunce formali, diversi segnali indicavano una situazione di rischio per Pamela Genini. La donna aveva confidato a conoscenti e familiari di sentirsi minacciata e sotto pressione. I comportamenti ripetuti dell'uomo – dalle intimidazioni verbali alla presenza invasiva nei luoghi frequentati dalla vittima – sono ora ritenuti elementi utili a sostenere l'aggravante degli atti persecutori.
Il caso pone nuovamente l'attenzione sulla difficoltà, per molte donne, di formalizzare situazioni di abuso prima che sfocino in tragedia. La Procura sottolinea come in assenza di denunce o referti non sia sempre possibile attivare tempestivamente misure di tutela, anche in presenza di comportamenti allarmanti. La magistratura valuterà ora se convalidare il fermo e disporre la custodia cautelare in carcere per Soncin, mentre proseguono gli accertamenti sul movente e sulla dinamica dell'aggressione.